miroforti
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mercoledì 19 giugno 2013
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into darkness - star trek
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Ultimamente le spalle di J.J. Abrams sono cariche di enormi responsabilità: gli sono stati affidati infatti due franchise tra i più amati e conosciuti, che hanno plasmato l’immaginario fantascientifico di almeno un paio di generazioni dagli anni sessanta in avanti. Nati per due mezzi mediatici differenti, Star Trek e Star Wars si sono sviluppati con le proprie specificità fino a concretizzare due universi (è il caso di dirlo) e due approcci al genere piuttosto personali e riconoscibili. Il nuovo millennio ha invece ormai consegnato i destini di entrambi nelle mani del succitato Abrams, che nel 2009 non ha avuto paura di imporre da subito la propria personale versione dei fatti, costruendo un’opera che si potesse assicurare la possibilità di una ragion d’essere indipendente, seppur senza rinnegare le proprie origini; il tutto con un espediente mutuato dalla più classica e autorevole tradizione fantascientifica, che non smette però di imporre il proprio fascino.
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Ultimamente le spalle di J.J. Abrams sono cariche di enormi responsabilità: gli sono stati affidati infatti due franchise tra i più amati e conosciuti, che hanno plasmato l’immaginario fantascientifico di almeno un paio di generazioni dagli anni sessanta in avanti. Nati per due mezzi mediatici differenti, Star Trek e Star Wars si sono sviluppati con le proprie specificità fino a concretizzare due universi (è il caso di dirlo) e due approcci al genere piuttosto personali e riconoscibili. Il nuovo millennio ha invece ormai consegnato i destini di entrambi nelle mani del succitato Abrams, che nel 2009 non ha avuto paura di imporre da subito la propria personale versione dei fatti, costruendo un’opera che si potesse assicurare la possibilità di una ragion d’essere indipendente, seppur senza rinnegare le proprie origini; il tutto con un espediente mutuato dalla più classica e autorevole tradizione fantascientifica, che non smette però di imporre il proprio fascino. La seconda venuta non delude (che ci sia speranza anche per la famiglia Skywalker?) e propone un film d’intrattenimento di enorme potenza visiva, che riesce però a prendersi il tempo di far emergere meglio dinamiche e relazioni tra i personaggi, indagando con maggiore attenzione la coppia Kirk/Spock, i quali una volta di più sembrano compensarsi l’un l’altro, con l’impassibile logica del secondo che bilancia l’istintiva esuberanza del primo; ma il suggerimento sembra essere che le passioni umane e il calmo raziocinio debbano trovare un loro equilibrio per sopravvivere alle insidie dello spazio profondo, e saranno proprio i due protagonisti che completandosi riusciranno a raggiungere questo equilibrio.
Tra eroi e fantasmagoriche location, il regista non cambia l’approccio al primo film, ma anzi lo dichiara con più fermezza, la quale si traduce in un procedere a sviluppare gli intrecci e i rapporti che legano cinquant’anni di Star Trek a ciò che Abrams ha voluto costruire; per la seconda volta la collaborazione con le origini sarà fondamentale per risolvere al meglio la situazione. Ma nonostante questa sorta di ripetizione narrativa, Into Darkness possiede tutte le qualità per crearsi un’identità propria senza correre il rischio di farsi archiviare come “un altro film di Star Trek”. Complice di questo processo è senza dubbio il carismatico e affascinante John Harrison, terzo protagonista e centro narrativo di questo secondo episodio; Cumberbatch ci regala un villain controverso e consapevole, misto di chiassosa follia e sinistra intelligenza, e dotato di una forza fisica fuori dal comune a chiudere cerchio e personaggio.
Un ultimo appunto riguarda la vicinanza visivo-stilistica dei due film, individuata da alcuni come un difetto, contribuisce invece a definire la forma che Abrams ha voluto dare al suo universo, che si dispiega al nostro sguardo vivido e colorato, saturato di luci rossoblu in piena ortodossia fantascientifica; e Abrams infatti confeziona unbuon film di fantascienza, avvincente e ispirato. Se poi questa omologazione proseguirà anche con Episodio VII, si vedrà.
Con Il futuro ha inizio si erano gettate le fondamenta, ma è con questo nuovo lungometraggio che possiamo (ri)prendere definitivamente posto nell’edificio startrekiano, così come il giovane capitano Kirk siede sulla Poltrona, al centro della plancia di comando della USS Enterprise, pronti per esplorare le meraviglie che il binomio cinema-spazio profondo saprà farci vivere.
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caco_gioanina
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giovedì 13 giugno 2013
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spazio, ultima frotniera
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Il bene di molti vale di più del bene di uno solo.
E' un po' la logica che gira attorno a tutto il lungometraggio.
Da una parte troviamo l'impulsivo capitan Kirk, dall'altra l'impassibile, almeno apparentemente, Spock.
Due opposti che si completano. Il capitano menefreghista delle regole, delle limitazioni e sempre pronto ad infrangere qualche direttiva a lui imposta dai superiori. Dall'altra parte troviamo Spock sempre in lotta con ciò che dovrebbe essere fatto secondo la logica e la morale e ciò che in realtà nella sua parte umana vorrebbe fare.
Le regole però vanno rispettate e come il grande ex capitano Pike, ogni capitano deve sempre salvaguardare il proprio equipaggio rimanendo nei limiti stabiliti dalla Flotta Stellare.
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Il bene di molti vale di più del bene di uno solo.
E' un po' la logica che gira attorno a tutto il lungometraggio.
Da una parte troviamo l'impulsivo capitan Kirk, dall'altra l'impassibile, almeno apparentemente, Spock.
Due opposti che si completano. Il capitano menefreghista delle regole, delle limitazioni e sempre pronto ad infrangere qualche direttiva a lui imposta dai superiori. Dall'altra parte troviamo Spock sempre in lotta con ciò che dovrebbe essere fatto secondo la logica e la morale e ciò che in realtà nella sua parte umana vorrebbe fare.
Le regole però vanno rispettate e come il grande ex capitano Pike, ogni capitano deve sempre salvaguardare il proprio equipaggio rimanendo nei limiti stabiliti dalla Flotta Stellare.
Il suo istinto, e la sua troppa immaturità nell'affrontare determinate situazioni li costano la perdita, momentanea, dell'Enterprise.
L'arrivo però di un forte nemico, misterioso ma con una precisa identità ( forse ), mettono a repentaglio la vita di molte persone e dunque il nostro pianeta ha ancora bisogno di loro, l'equipaggio dell'Uss Enterprise.
Dopo aver ricucito qualche litigio, dopo aver asciugato lacrime per la perdita di un caro amico, compagno di avventura ed insegnamenti, i nostri eroi sono pronti a dar la caccia al famigerato John Harrison. ( più noto come....lo vedrete.
Le tematiche morali di questo film sono spesso in contrasto fra loro.
Amicizia e logica, Amore e incomprensioni, Coraggio e disapprovazione.
Le colonne sonore, come sempre nei film di JJ, accompagnano sempre con delicatezza e profondo dramma le scene più importanti.
Gli effetti speciali sono magia per gli occhi, sono luci di armonia e adrenalina. Purezza visiva.
Un cast che ormai stiamo imparando ad amare, un insieme di giovani attori che si sono ritrovati catapultati in un avventura ormai presente nei nostri cuori da più di 40 anni.
Sono loro, il nostro equipaggio, la nostra salvezza, il nostro futuro.
Siete pronti ad accompagnarli per un viaggio quinquennale, alla scoperta di nuovi mondi e forme di vita?
Io si. Data Astrale 13062013.
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jaylee
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sabato 15 giugno 2013
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l'ira di spock
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Secondo episodio della rediviva serie spaziale ideata da Gene Roddenberry quasi 50 anni fa (!) ad opera del del creatore di Lost, JJ Abrams.
In effetti l’opera di modernizzazione di questa soap opera fantascientifica era già ben riuscita col primo episodio qualche anno fa: stavolta, e se vogliamo in perfetta coerenza ricostruttiva, il richiamo è al secondo episodio della serie originale, L’Ira di Khan (forse il più famoso degli episodi della serie originale con William Shatner e Leonard Nimoy) e di fatto è un re-boot/prequel a quello stesso episodio.
Viene infatti introdotto, Khan (un Benedict Cumberbatch estremamente convincente che rappresenta la punat di diamante del film), terrorista geneticamente modificato che lo rende un super-umano e che, in seguito ad un attentato contro la Federazione, si teleporta sul pianeta natale dei Klingon, acerrimo nemici della Federazione … Sarà dunque compito del capitano Kirk (Chris Pine), del suo secondo Spock (Zachary Quinto) e dell’equipaggio dell’Enterprise, catturarlo vivo o morto, senza farsi scoprire dai Klingon stessi, sull’orlo di una guerra cosmica.
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Secondo episodio della rediviva serie spaziale ideata da Gene Roddenberry quasi 50 anni fa (!) ad opera del del creatore di Lost, JJ Abrams.
In effetti l’opera di modernizzazione di questa soap opera fantascientifica era già ben riuscita col primo episodio qualche anno fa: stavolta, e se vogliamo in perfetta coerenza ricostruttiva, il richiamo è al secondo episodio della serie originale, L’Ira di Khan (forse il più famoso degli episodi della serie originale con William Shatner e Leonard Nimoy) e di fatto è un re-boot/prequel a quello stesso episodio.
Viene infatti introdotto, Khan (un Benedict Cumberbatch estremamente convincente che rappresenta la punat di diamante del film), terrorista geneticamente modificato che lo rende un super-umano e che, in seguito ad un attentato contro la Federazione, si teleporta sul pianeta natale dei Klingon, acerrimo nemici della Federazione … Sarà dunque compito del capitano Kirk (Chris Pine), del suo secondo Spock (Zachary Quinto) e dell’equipaggio dell’Enterprise, catturarlo vivo o morto, senza farsi scoprire dai Klingon stessi, sull’orlo di una guerra cosmica.
Anche stavolta, JJ Abrams realizza un ottimo lavoro, evidenziando e attualizzando tutti quegli elementi che avevano già fatto la fortuna della serie originale (sia al cinema che in TV) come l’esplorazione del cosmo, il confronto col diverso (uno degli aspetti rivoluzionari della serie riguardava proprio la promiscuità dell’equipaggio… Bianchi, neri, asiatici, russi e alieni tutti uniti – e stiamo parlando degli anni ‘60!), la fede (Kirk) e la razionalità (Spock) che quando si uniscono, permettono all’individuo di trionfare sopra ogni avversità. E ovviamente tutti quegli aspetti tipicamente soap-operistici che ne resero allora (e la rendono tuttora) una storia tridimensionale, come l’amore, la gelosia, l’amicizia, la discussione, la riappacificazione (occhio come le donzelle della serie si mettono sempre nel mezzo –fisicamente e non solo- tra i due amici/rivali). Detto di Khan, è davvero ottima la caratterizzazione di Kirk e di Spock che, per la gioia dei fans originali, omaggeranno la più memorabile delle scene del film del ’82, ma con una sostanziale ed interessantissima inversione dei ruoli, ma anche degli altri membri dell’equipaggio, Uhura, Scottie, Bones, Cechov, Sulu, Marcus (futura moglie di Kirk per chi non lo sapesse)… ognuno con abbastanza sviluppo per potere emergere come individui. Sarebbe/sarà interessante vedere come questo aspetto potrà essere potenziato nel terzo episodio (inevitabile… e non abbiamo dubbi su chi saranno gli antagonisti della Federazione - visto che i Semi sono già stati piantati proprio qui)
Notevolissimo l’uso del colore e del 3D scelto dal regista, abbinato alle belle musiche epiche di Michael Giacchino (lo stesso di Lost), che conferisce al film un impatto notevole e cinetico, ma senza dare la sensazione di perderne il controllo, anche nelle sequenze più adrenaliche (vedi Iron Man 3). Peraltro le tematiche del giusto e dello sbagliato, emergono in modo molto raffinato per una serie fantascientifica tutto sommato di mero intrattenimento: in fin dei conti, lo stesso Khan non fa altro quello che qualunque leader farebbe per la propria gente (come farà lo stesso Kirk) e, in fin dei conti, il suo peccato è solo quello di non volere essere un’arma manipolata da altri, ma di poter decidere del proprio destino. I fan non rimarranno delusi, e neanche tutti gli altri cinefili (www.versionekowalski.it).
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(di tom p)
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jacopo b98
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lunedì 17 giugno 2013
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un grande film di fantascienza molto spettacolare
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Kirk (Pine) e Spock (Quinto) continuano l’esplorazione dello spazio, quando la terra subisce vari attacchi terroristici da parte di Kahn (Cumberbatch), un uomo proveniente da un remoto passato, dotato di capacità eccezionali che metteranno a repentaglio la sicurezza della terra. In questo sequel del film del 2009 ai due sceneggiatori originali Alex Kurtzman e Roberto Orci si è aggiunto Damon Lindelof, reduce dal (ingiustamente) criticato Prometheus, alla regia è stato invece riconfermato Abrams, oltre al cast tecnico e artistico al completo. Il risultato è a dir poco sorprendente, per vari motivi: se nel primo film si cadeva spesso nel banale, qui, anche quando si fa ironia si mantiene un contegno da film di pura science fiction, il primo film era un curioso film di fantascienza che tentava (riuscendo solo parzialmente) di riavviare una saga già famosissima, qui invece tutto è già avviato e agli sceneggiatori basta continuare la storia e, per una volta, colgono nel segno, dando origine ad un bellissimo film di fantascienza, come non se ne vedevano da tempo.
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Kirk (Pine) e Spock (Quinto) continuano l’esplorazione dello spazio, quando la terra subisce vari attacchi terroristici da parte di Kahn (Cumberbatch), un uomo proveniente da un remoto passato, dotato di capacità eccezionali che metteranno a repentaglio la sicurezza della terra. In questo sequel del film del 2009 ai due sceneggiatori originali Alex Kurtzman e Roberto Orci si è aggiunto Damon Lindelof, reduce dal (ingiustamente) criticato Prometheus, alla regia è stato invece riconfermato Abrams, oltre al cast tecnico e artistico al completo. Il risultato è a dir poco sorprendente, per vari motivi: se nel primo film si cadeva spesso nel banale, qui, anche quando si fa ironia si mantiene un contegno da film di pura science fiction, il primo film era un curioso film di fantascienza che tentava (riuscendo solo parzialmente) di riavviare una saga già famosissima, qui invece tutto è già avviato e agli sceneggiatori basta continuare la storia e, per una volta, colgono nel segno, dando origine ad un bellissimo film di fantascienza, come non se ne vedevano da tempo. Oltre ad una storia interessante Abrams ci regala una messa in scena originale e assolutamente spettacolare: erano anni, forse dai tempi di Avatar, che non si vedeva un film a così alto tasso spettacolare. Inoltre se nel primo film c’erano due bravi protagonisti e Eric Bana a fare il cattivo, questa volta l’antagonista è il giovane e fascinoso Cumberbatch che contribuisce enormemente alla resa del film, tramite una grande prova recitativa e una presenza scenica innata assolutamente indiscutibile. Davvero non si poteva aspettarsi di più.
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(di van bellaveglien)
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missroastedsquid
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sabato 22 giugno 2013
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la fantascienza non è mai stata così fotogenica
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Secondo capitolo della saga a cui J.J Abrams ha dato il via quattro anni fa, operando un vero e proprio ringiovanimento a tutto tondo dei personaggi appartenenti alla Original Series. Un restiling che, a mia modesta opinione, funziona molto bene e che riporta attenzione su un marchio a cui specialmente i più giovani si interessavano poco ( compresa me ). Il film non delude le attese, ed è all'altezza del primo, con una sceneggiatura molto scorrevole e di buona qualità, e le convincenti performance artistiche del cast principale. Unica nota stonata riguarda il casting di Benedict Cumberbatch, il quale nonostante si produca in una buona performance, non riesce a convincermi del tutto.
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Secondo capitolo della saga a cui J.J Abrams ha dato il via quattro anni fa, operando un vero e proprio ringiovanimento a tutto tondo dei personaggi appartenenti alla Original Series. Un restiling che, a mia modesta opinione, funziona molto bene e che riporta attenzione su un marchio a cui specialmente i più giovani si interessavano poco ( compresa me ). Il film non delude le attese, ed è all'altezza del primo, con una sceneggiatura molto scorrevole e di buona qualità, e le convincenti performance artistiche del cast principale. Unica nota stonata riguarda il casting di Benedict Cumberbatch, il quale nonostante si produca in una buona performance, non riesce a convincermi del tutto. Ho diffcoltà a vederlo ben inquadrato nel ruolo di Khan, e l'aspetto che gli viene dato nel film non aiuta. Ma probabilmente uno spettatore che non avesse visionato l'episodio ( o il film) in cui appare il Khan originale, non avrebbe alcuna difficoltà a trovare credibile Cumberbatch e la sua voce sepolcrale.
Attori a parte, gli effetti speciali sono spettacolari e ben fatti, ad opera della Industrial Light & Magic ( la stessa che curò anche gli effetti speciali sulla pellicola di 'Il ritorno di Khan', e sui famosi Avatar, Trasformers e Iron Man), unico dettaglio fastidioso, è dato dai troppi lens flare, che a volte vanno a coprire gli attori con delle fastidiose e irrealistiche fasce azzurrine, che disturbano l'armonia cromatica dell'immagine ( e dei miei occhi ).
Fortunatamente la versione che ho visto era in 2D, e quindi mi sono potuta godere la pellicola senza la preoccupazione di aver speso più di dieci euro, per un film in cui il 3D è stato aggiunto in post produzione, e quindi non di qualità abbastanza alta da giustificare il prezzo ( e gli occhiali 3D sozzi da ripulire con microscopiche salviette...)
In conclusione Star Trek- Into Darkness è un bel film di fantascienza, con azione, esplosioni, stile, violenza e viaggi a curvatura. Divertimento assicurato sia per appassionati della saga di Star Trek, sia per neofiti che muovono i primi passi in questo meraviglioso universo fantascientifico, nato nel Low Budget e arrivato a produrre film da milioni di dollari.
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claudiofedele93
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domenica 6 ottobre 2013
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un ottimo blockbuster, ben diretto e interpretato
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In Into Darkness – Star Trek, Abrams racconta principalmente la storia, l’amicizia e l’amore tra Spock e Kirk senza porre alcun freno alla sua fantasia vagando in ogni angolo dello spazio a lui consentito; Prende tutto quello che di buono si era visto nel primo capitolo e firma un pop-corn movie capace di stupire tecnicamente e intrattenere ogni tipo di spettatore senza mai prendersi troppo sul serio e annoiare.
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In Into Darkness – Star Trek, Abrams racconta principalmente la storia, l’amicizia e l’amore tra Spock e Kirk senza porre alcun freno alla sua fantasia vagando in ogni angolo dello spazio a lui consentito; Prende tutto quello che di buono si era visto nel primo capitolo e firma un pop-corn movie capace di stupire tecnicamente e intrattenere ogni tipo di spettatore senza mai prendersi troppo sul serio e annoiare. Il film soffre troppo di una sceneggiatura non brillante e poco curata nella parte finale, che riprende sequenze viste già recentemente in altri lungometraggi (diventate a questo punto stereotipi del genere) e cade in espedienti a volte un po’ troppo banali non sfruttando appieno il potenziale da cui prende spunto. Nel dare così un giudizio finale al lavoro fatto dall’intero team non possiamo che considerare il prodotto riuscito (nel complesso), ma non esente, allo stesso tempo, da difetti se osservato nei dettagli. Gli attori offrono soddisfacenti performance e vogliamo sottolineare un certo miglioramento da parte di Chris Pine, qui molto più in sintonia nelle vesti del capitano Kirk e molto più ispirato rispetto al primo capitolo. Buona anche la prova di Quinto, mentre poco convincente Peter Weller nei panni dell’ammiraglio Marcus; bravo Simon Pegg che interpreta uno Scott meno spiritoso e più responsabile. Vera star del film dal fascino ambiguo, oscuro, intrigante e di camaleontico talento è Benedict Cumberbatch, chiamato per interpretare il villain dell’occasione; l’attore inglese riesce non solo nell’arduo compito di far di Harrison un personaggio abbastanza carismatico, ma persino a mettere il luce più il suo lato umano, con annessa la follia, rispetto a quello “alieno”. Senza ombra di dubbio alcune sue scene sono persino migliori di quelle ricche di azione. Fino ad oggi Into Darkness rimane forse uno dei più bei blockbuster dell’anno e di certo è il trampolino di lancio (o l’affermazione) per il regista e per alcuni degli attori presenti!
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beppe baiocchi
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giovedì 28 maggio 2015
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space action visvio e ben girato
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Premetto che non conosco quasi per niente la saga di Star Trek, so solo dell'esistenza del capitano Kirk, il Vulcaniano Spock e la loro nave, l'Enterprise. Partendo da questo assunto purtroppo mi limitero a valutare questo film non in base alle sensazioni che dava la serie originale, ai rimandi, e alla coerenza con essa, ma parlerò con occhi inesperti e curiosi.
Il capitano Kirk (Chris Pine) con un membro del suo equipaggio scappa da un gruppo di indigeni di un pianeta alieno, il signor Spock (Zachary Quinto) tenterà di fermare un vulcano in eruzione per fermare una catastrofe planetaria. Spock bloccato nel vulcano verrà salvato dal capitano dell'Enterprise violando qualche protocollo interplanetario.
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Premetto che non conosco quasi per niente la saga di Star Trek, so solo dell'esistenza del capitano Kirk, il Vulcaniano Spock e la loro nave, l'Enterprise. Partendo da questo assunto purtroppo mi limitero a valutare questo film non in base alle sensazioni che dava la serie originale, ai rimandi, e alla coerenza con essa, ma parlerò con occhi inesperti e curiosi.
Il capitano Kirk (Chris Pine) con un membro del suo equipaggio scappa da un gruppo di indigeni di un pianeta alieno, il signor Spock (Zachary Quinto) tenterà di fermare un vulcano in eruzione per fermare una catastrofe planetaria. Spock bloccato nel vulcano verrà salvato dal capitano dell'Enterprise violando qualche protocollo interplanetario. Kirk viene sollevato dal suo incarico. Intanto una presenza oscura (Benedict Cumberbacht) minaccerà la flotta stellare, portando i nostri a viaggiare dall'altro capo della galassia e tornare indietro. Tutto il film è supportato da un buon cast, i due protagonisti (Chis Pine e Zachary Quinto) ricoprono bene questo ruolo. Sono molto diversi uno è più emozionale, l'altro è più freddo e rispettoso delle regole, ma il forte legame che gli lega porterà i due a prendere ognuno un po' dell'altro. Benedict Cumberbacht si comporta molto, molto bene, ed è forse l'attore che più risalta nel film. Poi una bellissima Zoe Saldana, e un Simon Pegg in veste un pochino diversa da come siamo abituati a vederlo (ma nemmeno troppo).
J.J. Abrams è una bella scoperta, fatto il suo discreto lavoro in Super8 qui continua a convincere, seguendo le orme e cercando lo stile del suo maestro Spielberg, citandolo molto. Abrams rinuncia alla profondità di trama ma mette in atto uno space action dal ritmo alto e dal forte impatto (ottimo il montaggio). Grande lavoro fatto con gli effetti speciali, convincenti e spettacolari, con le ambientazioni (anche se non ho capito perchè nel 2250epassa esistano ancora sveglie analogiche) e con la messa in scena. Cito la scena iniziale della fuga che è davvero uno spettacolo per gli occhi.
Un film che magari non si prende troppo sul serio, ma che nella messa in scena rende molto. Un blockbuster di intrattenimento realizzato con molta cura e con personaggi carismatici e ben interpretati.
Bravo J.J. una buona speranza per il prossimo Star Wars, ma attenzione che al contrario di questo quei film li ho visti ed amati ed è facile deludermi!
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shingo tamai
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giovedì 3 novembre 2016
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la mela caduta lontana dall'albero
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Non fosse l'ennesimo capitolo di una delle saghe televisive che più mi hanno appassionato nella mia vita,sarei qui a scrivere di un film da almeno quattro stelle.
Tuttavia pur volendo considerare la doverosa necessità di dover modernizzare un prodotto,non si deve mai dimenticare l'originale impronta che portò allo straordinario successo dei tempi che furono.
Come già ampiamente accennato nel commento del precedente capitolo,L'Enterprise e ciurma annessa sono sopratutto esploratori spaziali,lo sono stati per decenni nei nostri ricordi ed in mille puntate e lo saranno sempre.
Speravo che avrebbero corretto il tiro dopo il primo "nuovo"capitolo ma qui addirittura siamo vicinissimi alla guerriglia militare.
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Non fosse l'ennesimo capitolo di una delle saghe televisive che più mi hanno appassionato nella mia vita,sarei qui a scrivere di un film da almeno quattro stelle.
Tuttavia pur volendo considerare la doverosa necessità di dover modernizzare un prodotto,non si deve mai dimenticare l'originale impronta che portò allo straordinario successo dei tempi che furono.
Come già ampiamente accennato nel commento del precedente capitolo,L'Enterprise e ciurma annessa sono sopratutto esploratori spaziali,lo sono stati per decenni nei nostri ricordi ed in mille puntate e lo saranno sempre.
Speravo che avrebbero corretto il tiro dopo il primo "nuovo"capitolo ma qui addirittura siamo vicinissimi alla guerriglia militare.
Non che il ritmo,azione,effetti grafici ed intensità mi siano dispiaciuti,tuttavia la mela sta rischiando di cadere veramente lontana dall'albero.
Spero che nelle prossime avventure ci restituiscano la pura essenza dell'intera saga che viveva sopratutto di avventure in nuovi e strani mondi,di osservazione e cura dei popoli più deboli,di strategie e stratagemmi di interazione,di profonde riflessioni,di curiosità.
Spesso,per farvi capire di cosa sto parlando,non si usavano neanche i phaser,neanche in modalità "stordimento" e spesso le strategie da applicare si pianificavano nella stanza delle riunioni dei comandanti,cosa che negli ultimi due capitoli non ho mai visto.
Qui invece non si riesce a stare dieci minuti senza vedere scazzotate,proiettili fotonici e scontri fra navi spaziali.
Ribadisco che in quanto prodotto unico la pellicola è ampiamente gradevole ma capisco i numerosi fans che gridano:" VENDETTA".
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alexander 1986
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martedì 4 marzo 2014
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la minestra riscaldata della nonnina abrams
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Il comandante Kirk (Chris Pine) ne combina una delle sue per salvare la pelle all'amico Spock (Zachary Quinto), finendo degradato e perdendo il comando della nave. Prima che egli possa annegare nell'alcool la sua tristezza, arriva provvidenziale l'attentato di un misterioso terrorista contro il Consiglio della Flotta Stellare. Il suo nome è John Harrison (Benedict Cumberbatch), uomo misterioso e dalle capacità sovrumane. L'Enterprise parte quindi al gran completo alla caccia del cattivone.
Star Trek è un franchise privo di un presente e forse anche di un futuro, e che quindi si trova costretto a cercare sostegno nel glorioso passato. 'Into Darkness' è un film dozzinale, quasi un B-movie: l'intreccio è scontatissimo, il cast - con l'eccezione di Cumberbatch - di basso livello, gli effetti visivi non molto efficaci considerando che la pellicola è stata girata interamente in digitale.
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Il comandante Kirk (Chris Pine) ne combina una delle sue per salvare la pelle all'amico Spock (Zachary Quinto), finendo degradato e perdendo il comando della nave. Prima che egli possa annegare nell'alcool la sua tristezza, arriva provvidenziale l'attentato di un misterioso terrorista contro il Consiglio della Flotta Stellare. Il suo nome è John Harrison (Benedict Cumberbatch), uomo misterioso e dalle capacità sovrumane. L'Enterprise parte quindi al gran completo alla caccia del cattivone.
Star Trek è un franchise privo di un presente e forse anche di un futuro, e che quindi si trova costretto a cercare sostegno nel glorioso passato. 'Into Darkness' è un film dozzinale, quasi un B-movie: l'intreccio è scontatissimo, il cast - con l'eccezione di Cumberbatch - di basso livello, gli effetti visivi non molto efficaci considerando che la pellicola è stata girata interamente in digitale. L'unico elemento che impedisce al pubblico di rigettare quest'ultima fatica di Abrams è il continuo, anzi forsennato, auto-citazionismo. I fan sfegatati delle serie passate si divertiranno a riconoscere battute già sentite, scene già viste, personaggi già conosciuti. Per non parlare di una sorpresona finale, che farà perdere i sensi a qualcheduno. Insomma, 'Into Darkness' è un colossale lavoro di 'fan service', e in quanto tale non presenta una sua autonomia né possiede alcun motivo di interesse.
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spock88
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mercoledì 25 febbraio 2015
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l'ira di khan 2
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Secondo capitolo di Star Trek per JJ Abrams molto più profondo del primo, e personaggi più scalfiti.
Il regista riprende il nemico più "forte" della TOS, ovvero Khan con un Cumberbatch davvero nella parte, espressivo in tutto: sicuro, astuto, intelligente e forte (peccato non sia biondo!).
Magistrale l'interpretazione di Pine: smorfie facciali, legame con Spock e McCoy, amore per l'Enterprise e l'equipaggio, violazione delle regole della Fondazione, caparbietà...insomma è il capitano James Tiberius Kirk!
Odioso il binomio Spock-Uhura, ma ormai si vive in un'altra linea temporale e Spock ha carattere umano più evidente (questa è la mia rassegnazione).
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Secondo capitolo di Star Trek per JJ Abrams molto più profondo del primo, e personaggi più scalfiti.
Il regista riprende il nemico più "forte" della TOS, ovvero Khan con un Cumberbatch davvero nella parte, espressivo in tutto: sicuro, astuto, intelligente e forte (peccato non sia biondo!).
Magistrale l'interpretazione di Pine: smorfie facciali, legame con Spock e McCoy, amore per l'Enterprise e l'equipaggio, violazione delle regole della Fondazione, caparbietà...insomma è il capitano James Tiberius Kirk!
Odioso il binomio Spock-Uhura, ma ormai si vive in un'altra linea temporale e Spock ha carattere umano più evidente (questa è la mia rassegnazione).
Ottimi anche McCoy, e Scott con la sua gelosia per l'Enterprise.
In conclusione, film avvincente, imprevedibile, che ti tiene sempre con il fiato sospeso.
Abrams ha fatto un ottimo lavoro sfruttando il personaggio di Khan, e rifacendosi ad altre battute e scene del precedente "L'Ira di Khan" (in particolare la commevente scena della morte di Spock sostituito con Kirk), ma ora voglio che sia anche lui a inventarsi qualcosa o qualcuno, mi aspetto un po di originalità nella scenografia, se è un'altra linea temporale...così sia!
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