Molto apprezzato dalla critica Hereafter ha una sua impostazione di pensiero laico ,ma con un ‘apertura “possibilista”verso soluzioni non “strettamente in linea “ .
Clint Eastwood , fresco ottantenne , ciondola fra i curiosi che cercano di carpire il suo segreto di “fresco ottantenne intellettualmente integro ed artisticamente ispirato “.
Clint , detto da molti roccia con dentro dei fiori , “si sorprende dei sorpresi e dei curiosi e da loro, corrucciando le sopracciglia la giusta risposta :”Lavorare mi fa sentire vivo ,ho sempre con me persone che sono pronte ad accettare nuove sfide ed è bello andare su di un nuovo set ogni mattina”
Ancora .”Sebbene il film parli della morte ho pensato più alla vita ,se ti preoccupi troppo della fine non puoi vivere per niente il presente “.C’è una frase nel film che racchiude tutto il pensiereo del regista .”passare la vita pensando alla morte è uno spreco” .
Questo non significa non affrontare la spiritualità ma piuttosto indirizzarla verso un sentimento libero, senza i condizionamenti ideologici di una religione che , spesso imprigiona il libero arbitrio .
Hereafter sorprende per l'intrinseca forza ,per la duttilità , per la liricità, per quella sensazione di pace che ti lascia addosso alla fine del lungometraggio, per quell’approccio composto nell’ osservare "la soglia della morte" .
Come si conviene per un uomo di integrità intellettuale,Clint Eastwood non propone una lettura definitiva "per Il viaggio più lungo",anzi, suggerise, a bassa voce, una condivisione , un dibattito , senza ipocrisie, dove ogni conclusione merita rispetto, perché la risposta resta puramente individuale , come il relativo percorso di consapevolezza.
La potenza scenica della violenza della natura(realizzata con il supporto tecnico di Michael Owens )che tutto distrugge si pone in contrappasso con la conclusione del film che suggerisce “un’incontro “con l’evento del trapasso non disperato,ma libero da un ego “pesante” ,in contatto con un sentimento armonico di accettazione degli eventi , allineato con il resto in feri ; ma anche aperto a letture ,dopo la dispersione da forma in energia , che concedono prospettive di un seguito, di un continuum , non meglio conosciuto , comunque ipotizzabile , intuibile e sondabile.
Tre storie si intrecciano per confluire , anzi tre indizi diversi ,verso il grande segreto della vita.
Il percorso è perfetto: distruzione, riflessione ,introspezione ,accettazione
La regia eccellente propone in fondo una riflessione serena , senza balbettii si di un tema che abbiamo voluto, per timore, relegare solo nel nostro inconscio.
Eppure le domande riaffiorano ogni giorno e noi le rendiamo celate , le neghiamo quasi non fosse veramente utile indagare.
Rivedo i carri Egizi e dei Sumeri che accompagnavano questo evento con senso di solennità, profondità che oggi sfugge all’uomo moderno.
Concludo con una appropriata rappresentazione che Clint Estwood”vuole lasciarci di se .”Non penso molto all’aldilà, penso che ci sia data un opportunità in questa vita e dobbiamo fare il meglio possibile…” ,
Signori ,al cinema, per assaporare questo grande Clint Eastwood!!!!!!!!!
Grazie
Weach illuminati
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