Inception |
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Un film di Christopher Nolan.
Con Leonardo DiCaprio, Ken Watanabe, Joseph Gordon-Levitt, Marion Cotillard, Elliot Page.
continua»
Azione,
Ratings: Kids+13,
durata 142 min.
- USA, Gran Bretagna 2010.
- Warner Bros Italia
uscita venerdì 24 settembre 2010.
MYMONETRO
Inception
valutazione media:
3,67
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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Sarà vero?di RescartFeedback: 8315 | altri commenti e recensioni di Rescart |
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venerdì 15 ottobre 2010 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Quando si acquisisce la capacità di intendere e di volere? Mentre sognamo questa capacità ci viene negata e possiamo arrivare a commettere anche atti che non faremmo mai in stato di veglia. Per questo il sonno è tanto salutare per la psiche umana, che può scatenare tutte le sue pulsioni più recondite, evitando di doverle scatenare davvero nella “vita reale”. Molte delle vittime di questi giorni, a Roma come a Milano, avrebbero potuto forse essere evitate se i carnefici avessero avuto più tempo per riposare e sognare di fare quello che invece hanno fatto da svegli. Inception è l’inizio, il momento in cui inizia la nostra storia, quando non possiamo più risalire a ritroso tra gli eventi e non sappiamo spiegare come mai ci troviamo lì; ciò avviene o perché stiamo sognando o perché non abbiamo memoria della nostra vita nei primissimi anni di vita. Ecco perché sognando ritorniamo a quei momenti di cui non abbaimo memoria, perché l’unica differenza tra il sonno e la veglia è che nel sogno non siamo in grado di spiegare come ci troviamo in quello scenario onirico e ritorniamo bambini. A meno che non mescoliamo questi momenti di totale disinibizione con i ricordi reali, creando una pericolosa commistione che può portare a far prevalere il sogno sulla realtà. Oppure pensiamo che la realtà sia un sogno da cui ci si può svegliare solo con la morte, un’idea nichilista che ci può solo essere stata inculcata da qualcun altro che come noi non riconosce quello che ha già e cerca una via di fuga dalla realtà, per ambizione ed emulazione di chi è ritenuto più ricco e felice di lui. Le vittime di questa spirale, i suicidi, sono prorio coloro che non trasmettono ad altri questo pensiero errato, che non contribuiscono a diffondere questa epidemia e, sfuggendo alla logica oppresso-opressore, si fa soppressore di se stesso. Ma può anche essere l’imprenditore che insegue una nuova moda, la vulgata del piccolo è bello e in questo caso il film non ci dice se la sua nuova impresa cje passa dal padre al figlio avrà successo o meno. Sappiamo solo che il suo maggiore concorrente, un giapponese, ha ottenuto, anche a rischio di finire in un limbo di follia limbico-onirica, quello che voleva: successo, ricchezza e felicità. Sarà vero? La domanda rimane e riguarda tante parti del film come della vita.
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