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"Opera di scarso valore artistico". Così nel 2022 il Ministero della Cultura (PD-M5S) definì il progetto, negando il finanziamento pubblico. A posteriori non ci resta che considerare questo duro giudizio quanto mai equilibrato, anche se molto contestato e condannato come segno di miopia dopo il successo del film ai botteghini. Ho visto solo ora il film (22/3/24) e do ragione al giudizio della commissione.
Un conto è il successo commerciale, un altro è quello artistico. Il film nasce con tante belle e buone intenzioni ma è realizzato in modo ingenuo ed approssimativo.
Gli attori, compresa la regista-attrice protagonista, assolvono il loro ruolo più che discretamente. La storia è didattica, geometrica, steretipata, escluso il finale a sorpresa.
Colonna sonora e trovate creative distanziano il film dal neorealismo. Non so come si possa avvicinare questo prodotto al neorealismo. A parte la scelta del bianco/nero di neorealita il film non ha un granché.
Le scenografie sono imbarazzanti, i costumi anche di più. Tutto è lindo e pulito, le strade dei sobborghi romani sono perfette e liscie, neanche una foglia, un pezzetto di immondizia, una cartaccia..Anche i tuguri sono perfetti e puliti, neppure una macchia di umidità, una crepa sul muri..Ma in quale film ? In questo purtroppo, più vicino ad un allestimento teatrale, ad una fiction tv, che ad un prodotto cinematografico. I personaggi sono tutti vestiti con abiti immacolati e super stirati. Persino le cassette di legno del mercato della verdura sembrano usciti da una vetrina. Insomma, né realista, né tantomeno neorealista. Possiamo salvare almeno il cosiddetto "messaggio"? Massì, salviamolo, anche se ciò non trasformerà il filmetto in un'oera d'arte !
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recensioni di critica, pubblico e dizionari.
