La Dea Fortuna

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di Ghisi Grütter


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domenica 29 dicembre 2019

Il cuore della storia del tredicesimo film di Ferzan Ozpeteck, è la crisi di una coppia gay. Alessandro e Arturo (interpretati rispettivamente da Edoardo Leo e Stefano Accorsi) vivono da circa quindici anni nell’appartamento con terrazza di Alessandro in Via della Lega Lombarda a Roma, in una casa progettata da Innocenzo Sabbatini per l’Istituto Case Popolari del Tiburtino II. Alessandro fa l’idraulico, e ospita Arturo, un intellettuale scrittore che si guadagna da vivere facendo traduzioni. Insieme compongono una coppia stanca della quale il regista ci fa esplorare le crepe così come le differenze di classe emergenti. Arturo ha rinunciato a una carriera prestigiosa (o almeno così crede) per venire a stare a Roma da Alessandro, che invece, più proletario, lavora e porta i soldi a casa.

Sul terrazzo della loro ampia casa si fanno spesso cene comunitarie allargate ai vicini, che sono anche i loro amici. Questi sono, nello stile ozpeteckiano, un’accozzaglia di persone diverse: Mina (interpretata da Cristina Bugatty), una transgender organizzatrice di matrimoni, Ezra, l‘amica single turca (interpretata dalla solita Serra Yilmaz), una coppia di negozianti anziani di cui lui un po' ritardato (Filippo Nigro e Pia Lanciotti), un travestito e una badante nera. Le terrazze degradanti dell’edificio, detto appunto la “Casa del Sole”, creano una visione da villaggio che si somma alla convivialità tipica delle feste e delle tavolate dei film di questo regista italo-turco.

Un giorno mentre si sta festeggiando l‘unione civile di una loro coppia di amici, arriva Anna Maria Muscarà (Jasmine Trinca), la loro carissima amica che li ha fatti conoscere e che è stata l’ex fidanzata di Alessandro. Vive a Palestrina dove lavora presso il Museo Archeologico Prenestino (nel palazzo Colonna Barberini del XII secolo) adiacente al tempio della Fortuna Primigenia. Ha due figli Martina (Sara Ciocca) ed Alessandro (Edoardo Brandi) di padri diversi che cresce da sola e, poiché si deve fare una serie di analisi in ospedale, affida temporaneamente i suoi figli ad Alessandro e Arturo.

Intensa è la scena in terrazzo della danza sotto la pioggia cui partecipa anche Anna Maria uscita appositamente dall’ospedale per poche ore: «Non è importante come affrontare la tempesta ma come imparare a ballare sotto la pioggia» recita una frase di Gandhi.

La storia è tutta qui, essendo la coppia alle prese con la loro crisi ha difficoltà ad occuparsi dei bambini affettuosi che hanno bisogno di attenzioni mentre la madre è in attesa di un intervento al cervello. Pensano, pertanto, di portare i bambini dalla nonna a Palermo - anzi a Bagheria - dove Anna Maria è cresciuta. I rapporti tra questa e sua madre sono pessimi, lei fuggì a suo tempo da lì e non ci è più tornata. Elena (Barbara Alberti), la baronessa madre, non può certo condividere le scelte di vita un po' sbadate fatte dalla figlia. Anna Maria è recalcitrante ma poi, rendendosi conto delle difficoltà di Alessandro, accetta che i figli conoscano la nonna e stiano lì con lei per un breve periodo.

Il personaggio di Stefano Accorsi - al suo terzo film con Ozpeteck, sembra una logica prosecuzione di quello di Michele, interpretato ne “Le Fate ignoranti” del 2001. Edoardo Leo è al suo primo film con questo regista e dà una eccezionale prova del suo impegno.

Nel film si ritrova tutto il repertorio classico del regista italo-turco, specialmente dei suoi primi film: dalla famiglia allargata alle coppie LGBT ai movimenti della macchina da presa alle passioni melodrammatiche, alla musica leggera costante (Mina e Ivan Fossati). Immancabile una casa storica: a Bagheria nella Villa settecentesca Valguarnera abita la baronessa Elena, mamma cattivissima di Anna Maria. “La Dea Fortuna” infatti, si apre proprio con una carrellata che inizia dagli affreschi notevoli e inquietanti della villa.

Poco convincente come casa di un idraulico, invece, è l’appartamento romano con terrazza, pieno di libri e arredato in modo sobrio, sembrerebbe più essere messo su solo da Arturo.

La canzone scritta da Ivano Fossati e cantata da Mina “Luna Diamante”, sintetizzando un difficile amore tra il ritorno e l’addio, domina nel film e si alterna a silenzi totali.

Il film sul finale però lascia un po' perplessi: l’eccesso di malvagità in Elena a contrasto con il “buonismo” della coppia gay è un po' troppo schematico e molto poco convincente.

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