Il Paradiso probabilmente |
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Un film di Elia Suleiman.
Con Elia Suleiman, Gael García Bernal, Holden Wong, Robert Higden.
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Titolo originale It Must Be Heaven.
Commedia,
Ratings: Kids+13,
durata 97 min.
- Francia 2019.
- Academy Two
uscita giovedì 5 dicembre 2019.
MYMONETRO
Il Paradiso probabilmente
valutazione media:
3,12
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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un mimo mimatodi Ghisi GrütterFeedback: 2850 | altri commenti e recensioni di Ghisi Grütter |
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domenica 8 dicembre 2019 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Con “It Must Be Heaven” il regista Elia Suleiman vuole riprendere la tradizione del mimo francese. Il regista si rifà esplicitamente a Jacques Tati senza però riuscire a tenere allo stesso livello tutte le sue gag. Come faceva Jacques Tati, Elia Suleiman abbandona la narrativa tradizionale a favore di “vignette”, gag visive, manierismi e azioni fisiche per rivelare l'umorismo e narrare la vita moderna. Inoltre, come Tati, posiziona la macchina fotografica distante dall’azione. Sembra che il regista voglia appropriarsi di uno humour che di solito è appannaggio degli ebrei: dei Fratelli Marx, di Buster Keaton, di Woody Allen e così via. Il regista nel film parte da Nazareth - non in Israele, ma in Palestina! - dove è stanco delle piccole beghe di vicinato e si avventura nelle grandi metropoli. Vola così in Europa. La parte più riuscita del film è sicuramente quella girata a Parigi, dove il regista, seduto a un bar (ai “Deux Magots”?), osserva il flâner e sembra stupirsi dell’universo femminile così variegato, colorato e “poco vestito”… Suggeritogli il percorso da un uccellino, continuerà il suo giro per il mondo attraversando l’Oceano. Molto meno felice e, anche un po' noiosa, la parte su New York dove si vede che, probabilmente, il regista conosce meno la cultura del luogo e cade in banalizzazioni come la rappresentazione di tutte le persone con le armi, o le macchiette a Central Park non del tutto riuscite. Negli USA Elia Suleiman interroga anche un medium per sapere a se ci sarà o meno uno Stato palestinese un giorno che risponderà in mldo evasisvo e poco convincente. Il regista è un osservatore, fagocita il reale attraverso lo sguardo, fino a diventare un voyer. L’assurdo non ha confini.
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