La prima notte di quiete

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Un film di Valerio Zurlini. Con Giancarlo Giannini, Alain Delon, Lea Massari, Alida Valli, Renato Salvatori.
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Drammatico, durata 132 min. - Italia 1972. MYMONETRO La prima notte di quiete * * * 1/2 - valutazione media: 3,51 su -1 recensioni di critica, pubblico e dizionari. Acquista »
   
   
   
giovanni morandi lunedì 9 ottobre 2023
la prima notte di alain Valutazione 5 stelle su cinque
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Mia recensione di "La Prima Notte di Quiete"-1972 di V.Zurlini-gia' assistente alla regia con F.Fellini- autore de "!Il Deserto dei Tartari"  (sceneggiatore insieme a Medioli).
 
Una Rimini invernale, sferzata dalla pioggia e dalla nebbia; un uomo affondato in un cappotto di cammello marrone (prestato all'attore dal regista), l’aria dimessa e trasandata, la barba incolta, che cammina da solo lungo il molo, avvolto dalla foschia, mentre scorrono i titoli di testa. Queste prime scene riassumono i temi di questo film cult, diretto da un maestro come Valerio Zurlini (1926-1982) nel 1972. Il protagonista è un uomo dall’esistenza sospesa, che non sembra voler più nulla dalla vita, che non spera nulla e che si lascia vivere mollemente, annegato in una caligine indistinta nella quale sfumano i contorni delle case, dei sentimenti, delle persone. [+]

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giomo891 venerdì 16 settembre 2022
delon poeta di una notte senza sogni giomo891 Valutazione 5 stelle su cinque
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 Giannini/Delon nel crepuscolare film di Zurlini-1972-girato a Rimini. Alla critica non è molto piaciuto, ma, a parte la tormentata storia d'amore, e un personaggio, distante anni luce da quelli "abituali" interpretati da Alain, troppo profondo ed erudito, un ruolo non abituale in cui appare in evidente disagio, come nel cappotto (si dice)  prestatogli dal regista; la pellicola ha il pregio descrittivo di un certo ambiente di "vitelloni" (mi scusi Fellini) tipico di certe nostre province di mare, nel pericoloso letargo invernale, fatto di serate balorde, di chi cerca di svernare con i giochi con le carte, orge male organizzate e...qualche volta di amori "sfortunati" come quello del professor Dominici, tra poesia e solitudine, dove la realtà si confonde, ed i sogni di un futuro meno triste si perdono nella nebbia delle angosce esistenziali. [+]

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pigi51 sabato 12 marzo 2022
il mare d''inverno Valutazione 0 stelle su cinque
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Ho visto questo bellissimo film del 1972 quando avevo 20 anni e ricordo di aver apprezzato allora solo il cappottone cammello di Alain Delon, correndo in negozio per comprarne uno uguale. Ora , rivisto in HD , remasterizzato, mi ha fatto capire quanto fosse apprezzabile la cinematografia di allora, fatta da veri professionisti con cast di grande spessore. Non ho potuto fare a meno di accostarlo a "ULTIMO TANGO A PARIGI" con i due protagonisti,Delon e M.Brando infagottatti in due sdruciti cappotti a coltivare la solitudine e la poesia della morte, che rappresenta la conclusione attesa di due storie parallele. Due "belli e dannati" emarginati da una  società in cui cercano di sopravvivere, aggrappandosi ad una donna molto più giovane di loro che rappresenta solo una soluzione temporanea ad una vita devastata. [+]

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stefano capasso venerdì 16 ottobre 2020
il freddo interiore Valutazione 3 stelle su cinque
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Daniele Dominici arriva a Rimini per svolgere una supplenza di qualche mese al liceo locale. Con i ragazzi mette subito in chiaro il rapporto che instaurerà con loro, del tutto anticonvenzionale. In questa non convenzionalità c’è posto per il manifestare il suo interesse per Vanina, ragazza dagli occhi, e dal passato, tormentati. Entrato nel giro di frequentazioni tra droga, feste e sesso, Daniele ha la possibilità di avvicinarsi a Vanina, che è fidanzata con uno del gruppo. Il tormentato passato di Daniele, come quello di Vanina, rendono le cose maledettamente difficili.
Valerio Zurlini ambienta il suo film in una Rimini uggiosa, battuta da piogge, venti e forte mareggiate; un clima che rispecchia fedelmente quello dei protagonisti, soli, come vuote sono le strade della cittadina; visto oggi è anche un interessante specchio della cultura giovanile degli anni ’70. [+]

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macroci domenica 11 febbraio 2018
risolvete il rebus! Valutazione 5 stelle su cinque
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Un unico consiglio: Capire prima il "Don Giovanni" di Casanova e Mozart! Ma ci sono altri rifacimenti. Cito quelli che conosco: "Andrea Chenier"; "Il  posto delle fragole"; "American beauty"; "Pretty Woman". Per risolvere il rebus leggete almeno una sintesi della vita del veneziano, con particolare attenzione alla sua attività di spia ed al suo grande amore per una puttana sedicenne di nome Marianna, morta di sifilide. Auguri!

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xantoflores lunedì 22 maggio 2017
tempus fugit Valutazione 4 stelle su cinque
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Ho rivisto ieri il film dopo la bellezza di 45 anni! Mi è piaciuto adesso come mi piacque allora quando lo vidi in sala. Una bella storia d'amore di due disperati che cercano l'una tra le braccia dell'altro, un rifugio ai propri fallimenti. La vita è stata dura per entrambi, entrambi non sono certo stinchi di santi, ma la solitudine che hanno dentro è come una calamita che inesorabilmente li tiene legati nonostante tutto e tutti congiurino contro la loro relazione.
Zurlini è sicuramente riuscito a mostrare la faccia nascosta della luna, ambientando il suo film in una RImini invernale e nebbiosa, con un mare costantemente agitato e grigio. Una Rimini ben diversa dalla città chiassosa e ridanciana, capitale del divertimento estivo. [+]

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parsifal lunedì 10 aprile 2017
esistenzialismo e furore Valutazione 4 stelle su cinque
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Diretto da Valerio Zurlini e scritto dallo stesso con Valerio Medioli, il film , girato in una Rimini atipica,fuori dai clamori dell' alta stagione con le sue vacuità, narra le vicende del Prof. Daniele Dominici, amante della letteratura e del gioco d'azzardo. Al suo ingresso nella scuola in cui insegnerà , sino alla fine dell' anno scolastico, viene accolto da un preside torvo ed autoritario, interpretato da Salvo Randone , doppiato da Corrado Gaipa. Mentre incontra i suoi allievi per la prima volta, rimane colpito dalla grazia e dal distacco di Vanina, apparentemente fredda e disinteressata a tutto. Ella convive con un boss locale, arrogante e violento, interpretato da Adalberto Maria Merli, che si circonda di una corte d'amici dediti al gioco , all'alcool ed alle feste dove tutto può accadere. [+]

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faucau giovedì 1 dicembre 2016
presunta serietà Valutazione 1 stelle su cinque
50%
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Delon ce la mette tutta, pure troppo, ma Zurlini è irritante. Le storie estreme fanno sempre fatica a stare in piedi e non basta, non serve sciorinare qualche frasetta filosofeggiante per riscattartte un film che non rivedrei mai una seconda volta, che si trascina a fatica nell'incredibilità di fatti e personaggi. Monotono nello scenario, la rappresentazione della scuola è pressocchè cimiteriale. Il tema del professore che si mette con una allieva transita inosservato... Avrebbe potuto fornire qualche utile e realistico spunto di inquietitudine...nulla di nuulla. Tutto prevedibile e scontato. Falsi innamoramenti o quantomeno poco credibili, false rappresentazioni di festini e balere, si sciviola sul sesso estremo per poi costruirci siopra (contro?) facili giudizi, e condannarne la vacuità. [+]

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arnaco mercoledì 2 marzo 2016
si invecchia Valutazione 3 stelle su cinque
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Visto appena uscito mi aveva entusiasmato; rivisto adesso mi ha deluso. E' invecchiato o sono solo invecchiato io? Allora non me ne ero accorto, ma il leitmotiv del film (non alludo alla bella canzone della Vanoni) è l'adagio dal Concerto per flautino e orchestra di Vivaldi che il noto trombettista jezz Maynard Ferguson esegue con i tempi molto rallentati; così rimane la malinconia della sonnacchiosa laguna di Venezia, ma viene perso irrimediabilmente lo smalto di uno dei migliori gioielli della musica barocca. Ecco, è così un po' tutto il film. Attori bravissimi che entrano solo in parte nel ruolo (tranne la Massari), l'ambiente dei "vitelloni" di provincia che sembra una citazione di Fellini e poi Rimini che non è Rimini, è più Chioggia o Delta del Po. [+]

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dario venerdì 23 ottobre 2015
stiracchiato Valutazione 2 stelle su cinque
33%
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67%

L'impegno è notevole, il risultato meno, causa un fondo intellettualoide che rende il tutto un mezzo pasticcio. Troppi squilli (di tromba) e troppe concessioni al patimento irrazionale. Zurlini altrove ("La ragazzo con la valigia", il suo capolavoro) sa fare cinema com pochi, qui invece si perde in compacimenti mentali. I personaggi sono di legno (tranne la Massari), Delon intellettuale macerato non regge.

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