giomo891
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venerdì 16 settembre 2022
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delon poeta di una notte senza sogni giomo891
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Giannini/Delon nel crepuscolare film di Zurlini-1972-girato a Rimini. Alla critica non è molto piaciuto, ma, a parte la tormentata storia d'amore, e un personaggio, distante anni luce da quelli "abituali" interpretati da Alain, troppo profondo ed erudito, un ruolo non abituale in cui appare in evidente disagio, come nel cappotto (si dice) prestatogli dal regista; la pellicola ha il pregio descrittivo di un certo ambiente di "vitelloni" (mi scusi Fellini) tipico di certe nostre province di mare, nel pericoloso letargo invernale, fatto di serate balorde, di chi cerca di svernare con i giochi con le carte, orge male organizzate e...qualche volta di amori "sfortunati" come quello del professor Dominici, tra poesia e solitudine, dove la realtà si confonde, ed i sogni di un futuro meno triste si perdono nella nebbia delle angosce esistenziali.
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Giannini/Delon nel crepuscolare film di Zurlini-1972-girato a Rimini. Alla critica non è molto piaciuto, ma, a parte la tormentata storia d'amore, e un personaggio, distante anni luce da quelli "abituali" interpretati da Alain, troppo profondo ed erudito, un ruolo non abituale in cui appare in evidente disagio, come nel cappotto (si dice) prestatogli dal regista; la pellicola ha il pregio descrittivo di un certo ambiente di "vitelloni" (mi scusi Fellini) tipico di certe nostre province di mare, nel pericoloso letargo invernale, fatto di serate balorde, di chi cerca di svernare con i giochi con le carte, orge male organizzate e...qualche volta di amori "sfortunati" come quello del professor Dominici, tra poesia e solitudine, dove la realtà si confonde, ed i sogni di un futuro meno triste si perdono nella nebbia delle angosce esistenziali.
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Delon come Marylin condannati bellezza Giomo891 Valutazione 1 stelle su cinque
di Giomo891
Feedback: 1491 | altri commenti e recensioni di Giomo891
giovedì 15 settembre 2022
Delon produttore di "se stesso", negli ultimi film, per questa opera, di notevole spessore, si avvalse del grande Joseph Losey (qualcuno sostiene che contribuì alla sceneggiatura anche Costa-Gravas) e si aspettava di trarne quel successo da tanto tempo atteso...un riconoscimento della critica e relativa consacrazione nella settima arte, non solo come "il bello che tutti amavano"; quello stesso successo ottenuto in altre opere, confezionategli su misura, da altri grandi registi (da Clement a Visconti da Melville a Deray , a Zurlini ecc.), dove gli si chiedeva soprattutto di essere, semplicemente, sé stesso, un personaggio introverso, duro, cupo ma semplice, facendo ricorso, come diceva Clement, al suo istinto animalesco ed al suo fisico più che un'interpretazione troppo complessa e un po' artefatta.
Per questa volta, no: era un' interpretazione studiata, mediata dal copione.
Forse ci riuscì, ma il suo pubblico non lo apprezzo', al pari dell'interpretazione di Un Amore di Swann.
Alain non accettò questa sua sconfitta e fu l'inizio del maturare della decisione di chiudere la sua carriera.
Robert Klein, un alsaziano di agiata famiglia, approfitta delle vessazioni operate dalla Francia collaborazionista di Petain contro gli Ebrei, per aumentare il proprio patrimonio di quadri ed altre opere d'arte. Una mattina si vede recapitare il giornale della comunità Ebraica, che reca sulla fascetta la stampigliatura del suo nome. Informa la Prefettura e viene così a conoscere l'esistenza di un suo omonimo, ricercato dalla polizia perchè semita, di cui si è persa negli ultimi tempi ogni traccia. Robert riesce a scoprire la stanza, che egli aveva prima in affitto. Intanto però i sospetti della prefettura cadono proprio su di lui. Gli si chiede di provare che nessuno dei suoi antenati era Ebreo. Il suo avvocato Pierre trova un acquirente di tutti i suoi beni e gli consegna un passaporto, con il quale possa tranquillamente emigrare. Proprio partendo, Robert individua la donna, che, per anni era stata compagna del suo omonimo. Ella si era fatta passare sotto vari nomi, Katye, Françoise, Isabelle... Da lei riesce a sapere che il suo amico Ebreo, in realtà, è sempre restato allo stesso indirizzo, sotto la complicità della portiera. Proprio nel momento in cui il suo avvocato ha in mano tutti i documenti per allontanare da lui ogni sospetto, il protagonista si trova accanto all'altro Robert Klein ed altri semiti, nello stesso vagone piombato in partenza verso la Germania.
Non basta l'esperienza del grande Losey, Alain, come Marylin condannati dalla loro eccessiva bellezza.
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pigi51
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sabato 12 marzo 2022
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il mare d''inverno
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Ho visto questo bellissimo film del 1972 quando avevo 20 anni e ricordo di aver apprezzato allora solo il cappottone cammello di Alain Delon, correndo in negozio per comprarne uno uguale. Ora , rivisto in HD , remasterizzato, mi ha fatto capire quanto fosse apprezzabile la cinematografia di allora, fatta da veri professionisti con cast di grande spessore. Non ho potuto fare a meno di accostarlo a "ULTIMO TANGO A PARIGI" con i due protagonisti,Delon e M.Brando infagottatti in due sdruciti cappotti a coltivare la solitudine e la poesia della morte, che rappresenta la conclusione attesa di due storie parallele. Due "belli e dannati" emarginati da una società in cui cercano di sopravvivere, aggrappandosi ad una donna molto più giovane di loro che rappresenta solo una soluzione temporanea ad una vita devastata.
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Ho visto questo bellissimo film del 1972 quando avevo 20 anni e ricordo di aver apprezzato allora solo il cappottone cammello di Alain Delon, correndo in negozio per comprarne uno uguale. Ora , rivisto in HD , remasterizzato, mi ha fatto capire quanto fosse apprezzabile la cinematografia di allora, fatta da veri professionisti con cast di grande spessore. Non ho potuto fare a meno di accostarlo a "ULTIMO TANGO A PARIGI" con i due protagonisti,Delon e M.Brando infagottatti in due sdruciti cappotti a coltivare la solitudine e la poesia della morte, che rappresenta la conclusione attesa di due storie parallele. Due "belli e dannati" emarginati da una società in cui cercano di sopravvivere, aggrappandosi ad una donna molto più giovane di loro che rappresenta solo una soluzione temporanea ad una vita devastata. La bellezza del "mare d'inverno" è rappresentata da valerio Zurlini con una Rimini nebbiosa, solitaria, metafisica accompagnata dalla tromba di Maynard Ferguson , e dalle lunghe passeggiate di Delon, con il suo cappottone , sul molo battuto dalle onde, molto lontano dal clichè conosciuto delle vacanze in Versilia. Il professore 35enne che si innamora della sua allieva (Sonia Petrova, ma quanto era bella?) è un perdente, uno squattrinato che si lascia trascinare dalla squallida vita di provincia a rimorchio di facoltosi "vitelloni" che lo usano per le loro serate vuote piene di alcool e donne disposte a concedersi senza chiedere niente in cambio, ma in questa pellicola nessuno vince, e, alla fine è la morte che chiude il cerchio di un'esistenza ormai inutile.
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stefano capasso
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venerdì 16 ottobre 2020
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il freddo interiore
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Daniele Dominici arriva a Rimini per svolgere una supplenza di qualche mese al liceo locale. Con i ragazzi mette subito in chiaro il rapporto che instaurerà con loro, del tutto anticonvenzionale. In questa non convenzionalità c’è posto per il manifestare il suo interesse per Vanina, ragazza dagli occhi, e dal passato, tormentati. Entrato nel giro di frequentazioni tra droga, feste e sesso, Daniele ha la possibilità di avvicinarsi a Vanina, che è fidanzata con uno del gruppo. Il tormentato passato di Daniele, come quello di Vanina, rendono le cose maledettamente difficili.
Valerio Zurlini ambienta il suo film in una Rimini uggiosa, battuta da piogge, venti e forte mareggiate; un clima che rispecchia fedelmente quello dei protagonisti, soli, come vuote sono le strade della cittadina; visto oggi è anche un interessante specchio della cultura giovanile degli anni ’70.
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Daniele Dominici arriva a Rimini per svolgere una supplenza di qualche mese al liceo locale. Con i ragazzi mette subito in chiaro il rapporto che instaurerà con loro, del tutto anticonvenzionale. In questa non convenzionalità c’è posto per il manifestare il suo interesse per Vanina, ragazza dagli occhi, e dal passato, tormentati. Entrato nel giro di frequentazioni tra droga, feste e sesso, Daniele ha la possibilità di avvicinarsi a Vanina, che è fidanzata con uno del gruppo. Il tormentato passato di Daniele, come quello di Vanina, rendono le cose maledettamente difficili.
Valerio Zurlini ambienta il suo film in una Rimini uggiosa, battuta da piogge, venti e forte mareggiate; un clima che rispecchia fedelmente quello dei protagonisti, soli, come vuote sono le strade della cittadina; visto oggi è anche un interessante specchio della cultura giovanile degli anni ’70. La parabola dei due amanti che cercano di salvarsi a vicenda non si completa perché entrambi hanno un fardello troppo grande di cose irrisolte. L’atmosfera generale del film, malinconica e pregna di un sentimento di ineluttabilità è evidente una proiezione del regista che copre con un cappotto il protagonista in ogni singola scena. Un cappotto che serve a proteggerlo, e a proteggersi, dal freddo interiore.
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macroci
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domenica 11 febbraio 2018
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risolvete il rebus!
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Un unico consiglio: Capire prima il "Don Giovanni" di Casanova e Mozart! Ma ci sono altri rifacimenti. Cito quelli che conosco: "Andrea Chenier"; "Il posto delle fragole"; "American beauty"; "Pretty Woman". Per risolvere il rebus leggete almeno una sintesi della vita del veneziano, con particolare attenzione alla sua attività di spia ed al suo grande amore per una puttana sedicenne di nome Marianna, morta di sifilide. Auguri!
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xantoflores
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lunedì 22 maggio 2017
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tempus fugit
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Ho rivisto ieri il film dopo la bellezza di 45 anni! Mi è piaciuto adesso come mi piacque allora quando lo vidi in sala. Una bella storia d'amore di due disperati che cercano l'una tra le braccia dell'altro, un rifugio ai propri fallimenti. La vita è stata dura per entrambi, entrambi non sono certo stinchi di santi, ma la solitudine che hanno dentro è come una calamita che inesorabilmente li tiene legati nonostante tutto e tutti congiurino contro la loro relazione.
Zurlini è sicuramente riuscito a mostrare la faccia nascosta della luna, ambientando il suo film in una RImini invernale e nebbiosa, con un mare costantemente agitato e grigio. Una Rimini ben diversa dalla città chiassosa e ridanciana, capitale del divertimento estivo.
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Ho rivisto ieri il film dopo la bellezza di 45 anni! Mi è piaciuto adesso come mi piacque allora quando lo vidi in sala. Una bella storia d'amore di due disperati che cercano l'una tra le braccia dell'altro, un rifugio ai propri fallimenti. La vita è stata dura per entrambi, entrambi non sono certo stinchi di santi, ma la solitudine che hanno dentro è come una calamita che inesorabilmente li tiene legati nonostante tutto e tutti congiurino contro la loro relazione.
Zurlini è sicuramente riuscito a mostrare la faccia nascosta della luna, ambientando il suo film in una RImini invernale e nebbiosa, con un mare costantemente agitato e grigio. Una Rimini ben diversa dalla città chiassosa e ridanciana, capitale del divertimento estivo. Una città fredda e crudele dove i vizi dei nuovi vitelloni, cercano di vincere la noia della provincia. L'amore "improbabile" tra Vanina e Daniele potrebbe portare per entrambi un nuovo sogno, un riscatto, la speranza di un futuro, lontano dai ricatti e dalle falsità.
Purtroppo il destino barbaro e crudele, poi si intromette per distruggere questo bel sogno e come in Romeo e Giulietta, la tragedia è nascosta dietro l'angolo.
So che in Francia, Delon ha smontato e rimontato il film che sicuramente è un pò lunghetto nella versione originale, tuttavia a distanza di tanti anni, ha mantenuto il suo fascino grazie anche all'apporto di ottimi attori. Dal un giovane Giannini a una ancora bella Alida Valli passando per una sensuale e bravissima Lea Massari,
Un grazie a Raiplay, che mi ha dato modo di rivederlo.
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parsifal
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lunedì 10 aprile 2017
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esistenzialismo e furore
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Diretto da Valerio Zurlini e scritto dallo stesso con Valerio Medioli, il film , girato in una Rimini atipica,fuori dai clamori dell' alta stagione con le sue vacuità, narra le vicende del Prof. Daniele Dominici, amante della letteratura e del gioco d'azzardo. Al suo ingresso nella scuola in cui insegnerà , sino alla fine dell' anno scolastico, viene accolto da un preside torvo ed autoritario, interpretato da Salvo Randone , doppiato da Corrado Gaipa. Mentre incontra i suoi allievi per la prima volta, rimane colpito dalla grazia e dal distacco di Vanina, apparentemente fredda e disinteressata a tutto. Ella convive con un boss locale, arrogante e violento, interpretato da Adalberto Maria Merli, che si circonda di una corte d'amici dediti al gioco , all'alcool ed alle feste dove tutto può accadere.
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Diretto da Valerio Zurlini e scritto dallo stesso con Valerio Medioli, il film , girato in una Rimini atipica,fuori dai clamori dell' alta stagione con le sue vacuità, narra le vicende del Prof. Daniele Dominici, amante della letteratura e del gioco d'azzardo. Al suo ingresso nella scuola in cui insegnerà , sino alla fine dell' anno scolastico, viene accolto da un preside torvo ed autoritario, interpretato da Salvo Randone , doppiato da Corrado Gaipa. Mentre incontra i suoi allievi per la prima volta, rimane colpito dalla grazia e dal distacco di Vanina, apparentemente fredda e disinteressata a tutto. Ella convive con un boss locale, arrogante e violento, interpretato da Adalberto Maria Merli, che si circonda di una corte d'amici dediti al gioco , all'alcool ed alle feste dove tutto può accadere. Daniele vive un rapporto ormai al termine con la moglie ( Lea MAssari) che tenta invano di riconquistarlo. IL suo pensiero va sempre alla giovane allieva, ma strada facendo , scoprirà che il suo candore è solo una facciata che nasconde ben altro. Determinato più che mai, vuole fuggire con lei , dimenticando tutto e tutti. Si giunge così ad un epilogo tragico e senza speranza alcuna, reso ancor più drammatico dalle note acute e dissonanti di Mario Nascimbene e dal paesaggio nuvolo e plumbeo. LA prima notte di quiete è una frase di Goethe e durante il fim Daniele specifica che si tratta della Morte, poichè si dorme senza sogni. Esistenzialismo cinematografico allo stato puro. Venne rimontato da Delon e portato in Francia con il titolo di " Le Professeur".
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faucau
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giovedì 1 dicembre 2016
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presunta serietà
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Delon ce la mette tutta, pure troppo, ma Zurlini è irritante. Le storie estreme fanno sempre fatica a stare in piedi e non basta, non serve sciorinare qualche frasetta filosofeggiante per riscattartte un film che non rivedrei mai una seconda volta, che si trascina a fatica nell'incredibilità di fatti e personaggi. Monotono nello scenario, la rappresentazione della scuola è pressocchè cimiteriale. Il tema del professore che si mette con una allieva transita inosservato... Avrebbe potuto fornire qualche utile e realistico spunto di inquietitudine...nulla di nuulla. Tutto prevedibile e scontato. Falsi innamoramenti o quantomeno poco credibili, false rappresentazioni di festini e balere, si sciviola sul sesso estremo per poi costruirci siopra (contro?) facili giudizi, e condannarne la vacuità.
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Delon ce la mette tutta, pure troppo, ma Zurlini è irritante. Le storie estreme fanno sempre fatica a stare in piedi e non basta, non serve sciorinare qualche frasetta filosofeggiante per riscattartte un film che non rivedrei mai una seconda volta, che si trascina a fatica nell'incredibilità di fatti e personaggi. Monotono nello scenario, la rappresentazione della scuola è pressocchè cimiteriale. Il tema del professore che si mette con una allieva transita inosservato... Avrebbe potuto fornire qualche utile e realistico spunto di inquietitudine...nulla di nuulla. Tutto prevedibile e scontato. Falsi innamoramenti o quantomeno poco credibili, false rappresentazioni di festini e balere, si sciviola sul sesso estremo per poi costruirci siopra (contro?) facili giudizi, e condannarne la vacuità. Avevo sentito parlare di questo film, ma oggi che l'ho visto, la delusione è grande. Lo salvano un Delon solo troppo sfruttato, un giovane e già capace Giannini, una bravissima Valli. La bella di turno è stucchevolmente bella, niente di più. Forse solo l'antipatico di turno finisce per essere reale.
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arnaco
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mercoledì 2 marzo 2016
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si invecchia
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Visto appena uscito mi aveva entusiasmato; rivisto adesso mi ha deluso. E' invecchiato o sono solo invecchiato io? Allora non me ne ero accorto, ma il leitmotiv del film (non alludo alla bella canzone della Vanoni) è l'adagio dal Concerto per flautino e orchestra di Vivaldi che il noto trombettista jezz Maynard Ferguson esegue con i tempi molto rallentati; così rimane la malinconia della sonnacchiosa laguna di Venezia, ma viene perso irrimediabilmente lo smalto di uno dei migliori gioielli della musica barocca. Ecco, è così un po' tutto il film. Attori bravissimi che entrano solo in parte nel ruolo (tranne la Massari), l'ambiente dei "vitelloni" di provincia che sembra una citazione di Fellini e poi Rimini che non è Rimini, è più Chioggia o Delta del Po.
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Visto appena uscito mi aveva entusiasmato; rivisto adesso mi ha deluso. E' invecchiato o sono solo invecchiato io? Allora non me ne ero accorto, ma il leitmotiv del film (non alludo alla bella canzone della Vanoni) è l'adagio dal Concerto per flautino e orchestra di Vivaldi che il noto trombettista jezz Maynard Ferguson esegue con i tempi molto rallentati; così rimane la malinconia della sonnacchiosa laguna di Venezia, ma viene perso irrimediabilmente lo smalto di uno dei migliori gioielli della musica barocca. Ecco, è così un po' tutto il film. Attori bravissimi che entrano solo in parte nel ruolo (tranne la Massari), l'ambiente dei "vitelloni" di provincia che sembra una citazione di Fellini e poi Rimini che non è Rimini, è più Chioggia o Delta del Po. Probabilmente il regista ha voluto trasferire sul paesaggio l'atmosfera cupa e torbida della vicenda, riuscendo a fare sembrare falsi entrambi.
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dario
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venerdì 23 ottobre 2015
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stiracchiato
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L'impegno è notevole, il risultato meno, causa un fondo intellettualoide che rende il tutto un mezzo pasticcio. Troppi squilli (di tromba) e troppe concessioni al patimento irrazionale. Zurlini altrove ("La ragazzo con la valigia", il suo capolavoro) sa fare cinema com pochi, qui invece si perde in compacimenti mentali. I personaggi sono di legno (tranne la Massari), Delon intellettuale macerato non regge.
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ratito-max
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martedì 18 agosto 2015
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film altamente deludente.
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Film altamente deludente. Non verosimili i personaggi. Gli attori, pur bravi, sono sprecati, non riescono ad entrare, ovviamente, nel personaggio. Non vera la città. Un messaggio decisamente inutile. Mi dispiace dirlo ma non mi piace non mi ha mai emozionato, non mi ha mai parlato.
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