Anno | 2024 |
Genere | Documentario, |
Produzione | Italia |
Durata | 90 minuti |
Regia di | Herbert Simone Paragnani, Paolo Geremei |
Attori | Marcello Lippi, Gianluigi Buffon, Alessandro Del Piero, Francesco Totti Zinedine Zidane, Andrea Pirlo, Marco Materazzi, Ciro Ferrara. |
Uscita | lunedì 26 febbraio 2024 |
Tag | Da vedere 2024 |
Distribuzione | Lucky Red |
Rating | Consigli per la visione di bambini e ragazzi: |
MYmonetro | 4,00 su 3 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento lunedì 19 febbraio 2024
Marcello Lippi, campione del mondo, vincitore di scudetti e di Champions League, innovatore del calcio. Un racconto appassionato di un allenatore vincente e un uomo coraggioso.
ASSOLUTAMENTE SÌ
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Nel nostro calcio di figure mitologiche e affascinanti ce ne sono state molte, e tra queste quella di Marcello Lippi, tra gli allenatori più vincenti di sempre, occupa una posizione indubbiamente privilegiata. Il suo palmarès, che conta fra i tanti trofei vinti diversi campionati, una Champions League e un Mondiale, è quello di chi ha saputo vincere e lo ha saputo fare con le proprie idee, radicate nel Lippi uomo prima ancora di quello allenatore. Adesso vinco io, documentario diretto da Herbert Simone Paragnani e Paolo Geremei, ripercorre la storia di Marcello Lippi attraverso le conquiste sportive e i successi, ma contemplando, così come si fa per le grandi opere, anche l'essenza dietro la superficie, dunque l'uomo e il padre dietro quell'allenatore apparentemente imperturbabile.
Il documentario scava nel mondo di Marcello Lippi esaltandone la grandezza, i momenti difficili e quelli gloriosi, mettendo sempre al centro dell'inquadratura l'uomo prima ancora dell'allenatore.
L'uomo col sigaro, quella figura che non lascia nulla al caso e nulla lascia trasparire dal proprio sguardo, come un monumento grandioso che trasmette immediato rispetto e altrettanta soggezione; un uomo che ha inciso la propria immagine nella storia, un allenatore vincente e un padre: chi è davvero Marcello Lippi?
Giocatore devoto, poco vincente ma appassionato, trova rifugio in quello che gli è naturalmente familiare, il ruolo dell'allenatore, come se il destino avesse guidato i suoi piedi dal pallone al prato immediatamente vicino alla panchina. Il passo è breve e naturale: piccole piazze, idee che viaggiano nella mente e prendono lentamente forma, quella straordinaria forma che guiderà la sua mano sulle vittorie a venire. Ma è ancora presto. Dopo l'Atalanta c'è il Napoli, una città vedova del monumentale Maradona che conta e sceglie i colpevoli di quel doloroso divorzio. Piazza difficile, eppure lui guida la squadra con fermezza. Arriva la chiamata, quella che ogni allenatore aspetta, quella di un grande club: la Juventus chiama, Lippi risponde. Si sente pronto, spavaldo forse, ma la sua missione è chiara: entrare nella testa dei suoi uomini prima ancora che in quella dei suoi calciatori. La storia gli darà ragione.
Da quel momento la macchina Lippi non si ferma più, viaggia con spietata risolutezza verso i numerosi successi che lo collocano là in alto, tra i più grandi, dove il blu del cielo si mescola a quello della Nazionale, in un momento che ogni appassionato di calcio di questo Paese ha inciso nella propria memoria.
Ma se tutti hanno negli occhi quelle straordinarie conquiste, poco si sa dell'uomo che si cela dietro al fumo del suo iconico sigaro. Il documentario, pur privilegiando un approccio classico, trova in Lippi stesso il suo più grande virtuosismo tecnico. Non ci sono deviazioni lungo il viaggio, non esistono ricercatezze stilistiche o artifici narrativi: al centro c'è sempre il suo protagonista, e quanto basta a esaltarne la grandezza.
Questo approccio favorisce una certa disinvoltura che porta alla narrazione di un Lippi diverso, un allenatore che parla della propria famiglia, dei suoi figli, del suo rapporto con loro. In questo senso, il mosaico di voci e testimonianze, quelle di calciatori e collaboratori, si arricchisce delle parole di chi ha vissuto la dimensione privata dell'allenatore, dalla moglie ai figli Stefania e Davide. A emergere è una figura che si caratterizza per i continui contrasti e sfaccettature, un uomo deciso e risoluto ma mai indifferente, carismatico e mai arrogante, in quel chiaroscuro caratteriale che modella, come in ognuno, anche i difetti.
Adesso vinco io è un documentario affascinante che tratteggia il suo protagonista con esemplare genuinità, che racconta ed esamina l'uomo prima della sua immagine pubblica, esaltandone quella straordinaria dedizione che forse ne è la principale specialità. Una storia di successi e trofei, quella di Lippi, di viaggi in giro per il mondo che, come in tutte le narrazioni più avvincenti, finiscono dove tutto è iniziato: dal cielo blu di Berlino all'azzurro del mare, quello di Viareggio, dove la sua grande storia ha avuto origine.
Bellissimo documentario di una delle squadre e delle epoche d'oro del calcio italiano, molto bello il ricordo dei vari giocatori con aneddoti inediti
Adesso vinco io. Marcello Lippi racconta la vita e la carriera dell'allenatore di calcio che, con la sua intuitiva visione di gioco, ha stravolto la storia del calcio italiano, portando, tra le altro cose, la nazionale italiana alla vittoria della quarta Coppa del Mondo, nel 2006, in Germania. Prima di allora una scia di successi allenando la Juventus.
Essere grandi nelle vittorie, ma anche nelle sconfitte: non è da tutti. Solo i migliori ci riescono. Prendete Julio Velasco, che fece imbattibile l'Italia del volley. Quasi imbattibile, a dire il vero (l'Olimpiade è stata sempre la sua bestia nera). Nel calcio i nomi potrebbero essere diversi, però Marcello Lippi, il Paul Newman del calcio, lo è stato in modo particolare.