Anno | 2023 |
Genere | Thriller, |
Produzione | Corea del sud |
Durata | 133 minuti |
Regia di | Lee Hae Young |
Attori | Park Hae-soo, Lee Hanee, Sul Kyoung-gu, Park So-dam . |
Distribuzione | Lucky Red |
MYmonetro | Valutazione: 2,50 Stelle, sulla base di 3 recensioni. |
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Ultimo aggiornamento lunedì 24 aprile 2023
Cinque persone sospettatate dal governo giapponese di essere delle spie vegono rinchiuse in un remoto hotel su una scogliera.
CONSIGLIATO NÌ
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Corea, 1933. Sotto l'occupazione giapponese serpeggiano intrighi e messaggi cifrati del Circolo delle Ombre, gruppo armato della resistenza coreana. In particolare i partigiani hanno infiltrato un loro membro, il cosiddetto "Fantasma", nell'apparato degli invasori. Dopo l'ennesimo attentato contro il Vice Governatore, il capo della sicurezza delle forze militari giapponesi Kaito scatena una caccia all'uomo per svelare l'identità del Fantasma e fare della sua esecuzione un esempio per il resto della popolazione. A questo fine riunisce cinque sospettati - Park Cha-kyung, funzionaria nelle comunicazioni di polizia; Yuriko, segretaria del Vice Governatore; Baek-ho, giovane collega di Cha-kyung; Cheon, timido e complessato decrittatore di messaggi; Junji Murayama, ufficiale di polizia che ha il problema di essere un mezzosangue nippocoreano - in un albergo presidiato militarmente, per torturarli e rivelare con ogni mezzo l'identità del Fantasma.
La cura estetica riservata dal cinema di genere sudcoreano alle ricostruzioni storiche non è una novità e Phantom non fa eccezione da questo punto di vista.
Alle prese con il remake di un film cinese del decennio precedente - The Message (2009) con Zhou Xun, a sua volta tratto dal romanzo Sound of the Wind di Mai Jia - il regista Lee Hae-young (Believer) sfoggia tutto l'armamentario estetico su cui la produzione ha investito, ma la direzione a cui mira non è mai quella dell'attendibilità o della verosimiglianza.
Phantom è un adattamento molto libero ed evidentemente influenzato da istanze della contemporaneità: la scelta di un cast particolarmente attento al lato glamour - Lee Ha-nee, ex Miss Corea, e Park So-dam, lanciata dall'interpretazione in Parasite - si accompagna a tematiche inconsuete per una spy story d'epoca.
La solidarietà che si instaura tra i personaggi femminili e le relazioni tra loro, esplicite o implicite, fanno immediatamente pensare al #MeToo e alle recenti campagne di sensibilizzazione sui residui di maschilismo e omofobia insiti nella società, con svolte narrative difficili da concepire per gli anni 30. Meglio abbandonare da subito ogni velleità di ricostruzione fedele, cancellata dalle mosse "marziali" delle spie e dai ritocchi di chirurgia estetica della protagonista, difficilmente compatibili con l'epoca storica.
Le eroine si dimostrano capaci di sgominare da sole un plotone di soldati giapponesi, con climax che potrebbero appartenere a un cinecomic: prendere o lasciare, se si accetta il gioco di Lee si può godere di due ore di puro intrattenimento. Su questo piano il regista raramente toglie il piede dall'acceleratore, in una escalation di sangue e piombo che si interrompe solo per lasciare spazio all'intrigo e alle menzogne dei vari sospettati, ognuno con un segreto da nascondere.
Prima che l'azione diventi claustrofobica e confinata all'hotel in riva all'oceano, il luogo di ritrovo dei cospiratori è un cinema, che proietta Shanghai Express di Josef von Sternberg e palesa il rimando al fascino di Marlene Dietrich, a cui si rifanno le nerovestite e affascinanti spie coreane.
L'approdo del lato più "giallo" del whodunit rimane piuttosto prevedibile per lo spettatore più smaliziato e si sottomette al lato action e agli eccessi tipici della sua interpretazione sudcoreana. Un processo familiare per gli amanti del genere, ma che potrebbe spazientire i meno avvezzi.
Rimane negli occhi lo scintillio del rossetto sulle labbra illuminate dai fiammiferi, ripensando a Phantom. Rimangono i ralenti notturni delle protagoniste avvolte negli impermeabili che si incontrano per strada come femmes fatales sotto la pioggia, rimangono i dettagli delle gocce che scendono come lacrime dalle stecche e dalla cupola dell'ombrello, rimane il leggero flicker del magnetismo in prima [...] Vai alla recensione »
Pochi generi come lo spy thriller transitano senza soluzione di continuità dalla micro-storia (cioè quella dei personaggi) ai grandi eventi del passato - ovvero la cornice storica "oggettiva" in cui agiscono i protagonisti. Gli intrecci, sempre più votati a sovrapporre le "verità" fittizie del racconto a quelle "reali" della Storia, permettono così di indagare le pieghe del passato, scandagliandone [...] Vai alla recensione »