Titolo originale | Les meutes |
Anno | 2023 |
Genere | Drammatico, Thriller, |
Produzione | Francia, Marocco, Belgio, Qatar |
Durata | 94 minuti |
Al cinema | 1 sala cinematografica |
Regia di | Kamal Lazraq |
Attori | Abdelatif El Mansouri, Ayoub Elaid . |
Uscita | giovedì 6 giugno 2024 |
Distribuzione | ExitMedia |
MYmonetro | Valutazione: 3,00 Stelle, sulla base di 2 recensioni. |
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Ultimo aggiornamento venerdì 31 maggio 2024
Un racconto notturno, teso e avvincente, in bilico tra cinema di genere e dramma esistenziale. Il film ha ottenuto 1 candidatura a Lumiere Awards,
CONSIGLIATO SÌ
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Il capoclan Dib in una lotta tra cani si è visto umiliare da un avversario. Assolda quindi Hassan, che ha bisogno di denaro, affinché sequestri a titolo dimostrativo il braccio destro del rivale. L'uomo chiede collaborazione al figlio che si procura da vivere grazie a lavori occasionali. Nulla andrà come previsto e i due si troveranno ad attraversare una notte densa di pericoli in cui cercare di trovare una soluzione al loro problema.
Un'opera prima in cui si mettono alla prova sia gli interpreti non professionisti sia le doti tecniche della crew.
Kamal Lazraq (1984) diplomato a La Fémis, ha esordito nel lungometraggio trovando immediata accoglienza a Un Certain Regard 2023 a Cannes conseguendovi il Premio della Giuria. Si tratta di un'opera prima che sulla carta affronta un tema già visto innumerevoli volte al cinema: qualcuno accetta un incarico pericoloso che poi gli sfugge di mano mettendolo seriamente nei guai. Sceneggiature dei generi più diversi (dal thriller al comico) lo hanno affrontato. Dove sta allora l'originalità di questo film che ha spinto la giuria ad assegnargli un premio prestigioso per il contesto festivaliero in cui è stato deciso?
Innanzitutto l'avere scelto due assoluti esordienti sul grande schermo (Abdellatif Masstouri nel ruolo del padre e Ayoub Elaid in quello del figlio) che sanno entrambi offrire una assoluta e disarmante autenticità a due personaggi che si trovano dinanzi alla messa in atto di un reato non previsto mettendo in gioco la propria esistenza e, in una certa misura, il loro rapporto parentale. Non ci sono donne in questo film, tranne la madre/nonna che assumerà ad un certo punto una funzione rituale. Ci sono solo uomini che fanno scontrare i loro cani (magari dopo averli dopati) che poi hanno bisogno di manovalanza per regolare i propri conti.
I due protagonisti passano da una situazione all'altra nella vana ricerca di una soluzione che permetta loro di occultare quanto accaduto finendo ogni volta per precipitare sempre più verso l'abisso che sembra attenderli.
Non ci si deve però attendere la violenza che potremmo aspettarci, ad esempio, da una vicenda analoga in un film del sudest asiatico. Qui l'atto violento, quando c'è, avviene fuori campo e tutto è comunque pervaso da una presenza della religione che altrove non potremmo trovare. Il richiamo dell'inferno, la necessità di un certo tipo di purificazione sono sempre presenti e segnano l'agire dei protagonisti.
A ciò si aggiunge la predominante immersione nella notte che deve aver creato non poche difficoltà a una troupe alla prima prova con un lungometraggio ma che, al contempo, immerge l'intera vicenda in una dimensione già di per sé simbolicamente significativa. È una notte delle coscienze quella in cui i due protagonisti si immergono progressivamente cercando in qualche modo di conservare qualche tratto di umanità.
Periferia di Casablanca: Hassan e Issam, padre e figlio, vivacchiano trafficando con la malavita locale. Fino a quando non hanno il compito di rapire un uomo che, malauguratamente, muore soffocato nel bagagliaio dell'auto: problema tutto loro, da risolvere alla svelta. Opera prima interpretata da attori non professionisti, il film è un tutto-in-una-notte non privo di ironia (anzi) che mescola il realismo [...] Vai alla recensione »