Anno | 2022 |
Genere | Documentario, Biografico |
Produzione | Italia |
Regia di | Alessio Di Cosimo |
Attori | Roberto Baggio, Pep Guardiola, Marco Materazzi, Carlo Mazzone, Andrea Pirlo Francesco Totti. |
MYmonetro | 2,75 su 2 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
|
Ultimo aggiornamento venerdì 4 novembre 2022
Carletto Mazzone, detto Er Sor Magara, classe 1937, che è a tutt'oggi detentore del record di panchine in Serie A, con ben 795 presenze ufficiali.
CONSIGLIATO SÌ
|
Carletto, Sor Carletto, Sor Magara. Ascoli Piceno, Fiorentina, Catanzaro, Bologna, Lecce, Cagliari, Roma, Perugia, Brescia. Roberto Baggio, Francesco Totti, Andrea Pirlo, Pep Guardiola, Giuseppe Giannini, Beppe Signori, Marco Materazzi, Gigi Di Biagio, Dario Hubner, Giovanni Galli, i gemelli Filippini. Claudio Ranieri. Il figlio Massimo, la nipote Iole. Non manca quasi nessuno, tra storici collaboratori, gregari e direttori sportivi - Enrico Nicolini, Roberto Muzzi, Fabio Petruzzi, Massimiliano Cappioli, Gianluca Nani. C'è il Sud, il Centro e il Nord. La seria A, la B e la C. E il ricordo, inscalfibile, di Vittorio Mero. Tutti qui, tutti in fila, per Carlo Mazzone.
Carletto Mazzone ha visto tutta l'Italia e tutte le sue genti, legandoli assieme grazie al calcio e alla sua vera, debordante, umanità
Alessio Di Cosimo è uno a cui piace lo sport. O meglio, le storie dello sport. Così ha costruito le parabole di ring e di vita in Tizzo, storia di un grande campione e Barber Ring, incontri che si svolgono sì dentro un palazzetto ma anche e soprattutto là fuori: in strada, tra gli attracchi delle navi di Civitavecchia e le periferie romane di Dragona e Acilia che scendono al mare, in un litorale laziale che deve fare a meno della città e forse è anche meglio così.
Ha lo sguardo attento per queste cose, Di Cosimo, tanto che posati i guantoni affronta di petto - di mento - l'abisso doloroso della pandemia con l'Alessandro Haber de L'Italia chiamò e assieme a Juan Diego Puerta Lopez scrive e dirige il corto sulla transfobia Trentacinque - Numero provvisorio. Così una volta conosciuta Iole Mazzone, giovane attrice ad inizio carriera, cosa può venire fuori se non un ritratto del nonno di lei, quel Carletto Mazzone che di storie ne ha così tante da raccontare da riempire tutti gli almanacchi e gli album delle figurine Panini?
Stavolta, però, l'orizzonte è un altro. Niente di più squarci metropolitani e urgenze sociali, ora tutto è rivolto all'interno, all'intimo, al singolo. C'è già tutto nel - bellissimo - titolo, Come un padre. Perché Carlo Mazzone è stato, è, questo. L'identificazione con i tifosi, la spinta di intere comunità, il collettivo di giocatori: tutto viene ridotto ai minimi termini perché alla fine l'unica cosa che contava e che è rimasta a chiunque abbia incrociato il cammino di Carletto da Trastevere è proprio questo, lo stare insieme, come un padre con i figli.
Nessuno può esimersi dal lasciare andare questa parola - padre -, non possono farlo l'esiliato Andrea Pirlo, il dimenticato Beppe Signori, il detestato Marco Materazzi, come si mettono in fila per declamarla il pacificato Roberto Baggio, la superstar Pep Guardiola e il figliol prodigo per eccellenza e provenienza, Francesco Totti - che lo dice meglio di tutti, ricordando che Carletto Mazzone è nato il 19 marzo, la festa del papà, e cosa vuoi aggiungere?
Tutti, ma proprio tutti, siano essi bresciani, leccesi o pisani, quando elencano la summa aneddotica mazzoniana lo fanno imitando la voce a strascico e la cadenza romanesca del Sor Magara, tra un "Difensore scivoloso, difensore pericoloso" e un "Vuoi essere il migliore amico mio? / Sì, mister / E allora gioca bene", ma una cosa è il racconto del friulano Dario Hubner e un'altra quello del romano di Ostia Massimiliano Cappioli. Però sta proprio in questo l'epica mazzoniana, l'aver unito sotto un unico sentimento genti e luoghi diversi in una sorta di racconto nazionalpopolare ottocentesco, almanacco nazionale che racconta le infinite vicissitudini di questo paese.
Tra un ricordo e un altro, infatti, si intravedono i sentieri di provincia battuti da Mazzone, cucendo assieme esperienze e provenienze diverse, con il mai troppo nascosto specchio del riscatto di ogni singola terra che ha riconosciuto in lui una guida emotiva - terre importanti ma ai margini, al sud come al nord, Catanzaro, Lecce, Cagliari, Brescia. Forse si potevano afferrare più scorci di questa epopea dimessa degna di Giovannino Guareschi e Ignazio Silone, perché quello che si avverte è che Carletto Mazzone non si è mai disunito, né con gli uomini per cui è stato un padre né per le genti di calcio di cui è stato rappresentate. Ma va bene così, perché come racconta Gigi Di Biagio di quello che gli ha detto Carletto nel suo ultimo giorno alla Roma nel 1996, "Ahó, n'avemo vinto niente, però ammazza 'e risate che se semo fatti".
Massimo Mazzone e la figlia Iole cercano di narrare chi sia stato per il nostro calcio il padre dell’uno e il nonno dell’altra. A dar loro una mano alcuni tra i calciatori più iconici del panorama calcistico di casa nostra. Iniziando da pezzi da 90 del calibro di Guardiola, Baggio, Pirlo, Totti, Giannini fino a solidi mestieranti dei campi di A e B come Nicolini, Cappioli, Petruzzi, [...] Vai alla recensione »
Se l'intento era quello di celebrare Carlo Mazzone, uno dei più iconici allenatori del calcio italiano, Come un padre raggiunge l'obiettivo con scioltezza. Non manca niente, al documentario di Alessio Di Cosimo, disponibile in esclusiva su Prime Video: i calciatori convocati in massa per dispensare aneddoti e omaggiare il mister, i pezzi di repertorio per punteggiare la narrazione, sporadiche scene [...] Vai alla recensione »