lupus
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venerdì 1 settembre 2017
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deludente
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Audio di prima qualità e alcune scene formidabili dal punto di vista strettamente visivo, ma sono ragioni sufficienti per parlare di un buon film o addirittura di un capolavoro? Non credo proprio. Sono andato al cinema ben disposto, con la grande voglia e curiosità di vedere in che modo il regista di alcuni gran bei film avesse potuto trattare e proporre il tema della guerra. Ebbene il film da questo punto di vista è di una banalità senza pari, quasi al limite della propaganda e dell'apologia, attraverso la messa in scena dei soliti "valori" della guerra: patria, eroismo, cameratismo, superiorità morale di qualcuno rispetto a qualcun altro, divisione del mondo e dell'umanità in buoni e cattivi (noi, il noi del regista, naturalmente buoni), e via di questo passo, ma per favore! Da qualcuno che fa arte, posto che vogliamo definire il regista un artista, perdonatemi ma non mi aspetto che cada in queste trappole da quattro soldi.
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Audio di prima qualità e alcune scene formidabili dal punto di vista strettamente visivo, ma sono ragioni sufficienti per parlare di un buon film o addirittura di un capolavoro? Non credo proprio. Sono andato al cinema ben disposto, con la grande voglia e curiosità di vedere in che modo il regista di alcuni gran bei film avesse potuto trattare e proporre il tema della guerra. Ebbene il film da questo punto di vista è di una banalità senza pari, quasi al limite della propaganda e dell'apologia, attraverso la messa in scena dei soliti "valori" della guerra: patria, eroismo, cameratismo, superiorità morale di qualcuno rispetto a qualcun altro, divisione del mondo e dell'umanità in buoni e cattivi (noi, il noi del regista, naturalmente buoni), e via di questo passo, ma per favore! Da qualcuno che fa arte, posto che vogliamo definire il regista un artista, perdonatemi ma non mi aspetto che cada in queste trappole da quattro soldi. La guerra non è quella cosa descritta da Nolan, non è un esplosione di "buoni sentimenti", la guerra è morte del corpo e dello spirito e come tale andrebbe descritta, altro che patrie ed eroi! Sì sì... belle inquadrature... Sì sì... bello l'audio... che delusione!
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maurizio.meres
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venerdì 1 settembre 2017
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il miracolo di dunkirk
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Film ad altissimo contenuto emotivo e spettacolare,far rivivere un periodo storico così infausto per l'essere umano, come Nolan lo rappresenta è sicuramente un esperienza senz'altro positiva da un punto di vista storico ed entusiasmante cinematograficamente parlando,perché questo è un capolavoro.
I tre elementi della natura rappresentano i vari stati emotivi,la terra punto d'incontro tra la speranza e la disperazione di non uscirne vivi,il mare dove tutto non è perduto ma la morte diventa parte integrante nel pensiero dei soldati,il cielo diventa per chi cerca di salvare gli altri, un atto eroico in uno stato emotivo di assoluto altruismo.
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Film ad altissimo contenuto emotivo e spettacolare,far rivivere un periodo storico così infausto per l'essere umano, come Nolan lo rappresenta è sicuramente un esperienza senz'altro positiva da un punto di vista storico ed entusiasmante cinematograficamente parlando,perché questo è un capolavoro.
I tre elementi della natura rappresentano i vari stati emotivi,la terra punto d'incontro tra la speranza e la disperazione di non uscirne vivi,il mare dove tutto non è perduto ma la morte diventa parte integrante nel pensiero dei soldati,il cielo diventa per chi cerca di salvare gli altri, un atto eroico in uno stato emotivo di assoluto altruismo.
Il film strutturalmente è perfetto,il montaggio che ritengo sublime attraverso spettacolari scene non lascia un attimo di tregua allo spettatore,intersecandosi tra gli elementi nei tre attori che gli rappresentano,riprese intense in contesto di guerra dove gli sguardi in situazioni di grande disperazione danno il vero senso del dramma,senza bisogno di parlare ma accompagnati da una colonna sonora che detta i tempi , intensa,si fonde con i rumori della guerra,diventando protagonista,come suo solito il regista cura in maniera maniacale le colonne sonore dei suoi film in perfetta simbiosi con il maestro Zimmer.
Ritengo bellissime le scene in cui le imbarcazioni civili portano in salvo i soldati,anzi i loro figli,in un patriottismo non esaltante ma puro di vero amore,così come la scena finale,dove il pilota seppur consapevole di essere stato catturato,è allo stesso tempo appagato con la sua coscienza.
Questa è la storia,che fortunatamente il cinema ricorda con questo film,diventando oggi una delle pochissime fonti per far conoscere la storia alle nuove generazioni sempre più assenti e soprattutto ignare di quello che tutta la storia dell'umanità può dare alla crescita sociale e culturale.
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ruger357mgm
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sabato 2 settembre 2017
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cartoline da lampedusa
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Potrebbe intitolarsi anche così la difficile opera di C. Nolan. Un'opera registica, prim'ancora che fotografica, dove è la fotografia, non certo la sceneggiatura o la musica a farla da padrona, nonostante si siano scomodati mostri sacri del calibro di Kenneth Branagh e Hans Zimmer per nobilitarla. La percezione del chiuso delle stive, della puzza dei corpi, del piscio, del vomito e del sangue, le sentine, la paura, la vita appesa a un salvagente. Così si sente chi arriva, via mare da un teatro di guerra su mezzi di fortuna.La sensazione più forte,incontenibile, del film è questa che, involontariamente a mio avviso, ci scarica addosso quello che nella realtà vive ogni giorno chi sbarca sulle nostre coste.
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Potrebbe intitolarsi anche così la difficile opera di C. Nolan. Un'opera registica, prim'ancora che fotografica, dove è la fotografia, non certo la sceneggiatura o la musica a farla da padrona, nonostante si siano scomodati mostri sacri del calibro di Kenneth Branagh e Hans Zimmer per nobilitarla. La percezione del chiuso delle stive, della puzza dei corpi, del piscio, del vomito e del sangue, le sentine, la paura, la vita appesa a un salvagente. Così si sente chi arriva, via mare da un teatro di guerra su mezzi di fortuna.La sensazione più forte,incontenibile, del film è questa che, involontariamente a mio avviso, ci scarica addosso quello che nella realtà vive ogni giorno chi sbarca sulle nostre coste. Dispiegamento di comparse e di costumi, effetti speciali misurati e verosimili, grande formato dell'immagine e campi lunghi memorabili , sebbene ampiamente attinti da quel "Giorno più lungo" che rimane ancora, peri impianto narrativo, epica e personaggi, il miglior film sulla seconda guerra mondiale mai realizzato.Lo sforzo del regista si vede e si sente. La recitazione degli attori, perchè i protagonisti sono la spiaggia, il cielo e il mare, è trascurabile mentre sono le scene d'azione che si impongono sulla struttura del racconto, nonostante i piani paralleli su cui la regia lo fa dipanare, in un tentativo, già visto, di plot sovrapponibile e incrociato che non sorprende lo spettatore o il lettore più smaliziato.Non griderei al capolavoro, sebbene la critica lo abbia già osannato in abbondanza.Un buon film di genere, poco parlato e molto mostrato, inneggiante allo sforzo patriottico, vero, sostenuto dall'Inghilterra accorsa a riportare a casa il suo esercito, sconfitto in Francia nel 1940, e a dare l'abbrivio alla leggendaria battaglia che, subito dopo Dunquerque, si combattè nei cieli britannici e che determinò la supremazia aeronautica anglo americana , fattore principale della successiva sconfitta nazista.Per appassionati.
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alesimoni
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lunedì 4 settembre 2017
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la stagione inizia col...botto!
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Sensazionale,emozionante,coinvolgente,entusiasmante,agghiacciante,ansiogeno. Non sono sufficienti tutti questi aggettivi per definire il capolavoro di Nolan. Ancora una volta il genio londinese si conferma ai più alti livelli (il migliore in assoluto?) del cinema contemporaneo mondiale, e dimostra di essere giunto a un livello di perfezione tecnica elevatissimo. Chi può deve assolutamente vederlo nel formato originale in IMAX, perché è un'esperienza visiva incredibile, ma soprattutto sonora. Infatti nel film ci sono pochissimi dialoghi: è la musica di Hans Zimmer a descrivere tutte le scene e tenere, costantemente, in ansia lo spettatore. A un certo punto sono riuscito, per una frazione di secondo, a distogliere lo sguardo dallo schermo e intoro a me avevano tutti un'espressione attonita, trattenevano il fiato portandosi le mani alla bocca.
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Sensazionale,emozionante,coinvolgente,entusiasmante,agghiacciante,ansiogeno. Non sono sufficienti tutti questi aggettivi per definire il capolavoro di Nolan. Ancora una volta il genio londinese si conferma ai più alti livelli (il migliore in assoluto?) del cinema contemporaneo mondiale, e dimostra di essere giunto a un livello di perfezione tecnica elevatissimo. Chi può deve assolutamente vederlo nel formato originale in IMAX, perché è un'esperienza visiva incredibile, ma soprattutto sonora. Infatti nel film ci sono pochissimi dialoghi: è la musica di Hans Zimmer a descrivere tutte le scene e tenere, costantemente, in ansia lo spettatore. A un certo punto sono riuscito, per una frazione di secondo, a distogliere lo sguardo dallo schermo e intoro a me avevano tutti un'espressione attonita, trattenevano il fiato portandosi le mani alla bocca. Fotografia abbagliante....insomma tecnicamente forse uno dei migliori film mai realizzati. Ma al cinema questo non basta: devi saper emozionare raccontando una storia, anche spezzentandola tutta e giocando con le unità di luogo e di tempo: Nolan riesce anche in questo arrivando al climax finale senza alcuna retorica patriottistica in stile americano, anche se a un film del genere non si può chiedere di raggiungere un coivolgimento emotivo come Interstellar o il cavaliere oscuro. Infatti l'unica cosa che può mancare in questo stupendo film è proprio il saper rappresentare le emozioni dell'animo umano e l'unico modo per farlo è la parola, il dialogo enfatizzato e reso reale, percepibile a noi, grazie alla performance attoriale. Un film grandioso, sarà il migliore dell'anno: ma per me non da 5 stelle.
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boffese
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lunedì 4 settembre 2017
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nolan ' s war
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Dunkirk di Christopher Nolan , racconta di come l'Inghilterra ha provato il salvataggio dei suoi militari intappolati sulla costa francese. Ho visto tutta la filmografia del regista britanico, mi piace e molto ,ma non sono un suo fan, ma dopo Dunkirk lo sono diventato. Nolan firma un capolavoro , un film di guerra diverso dal solito , ma alla Nolan. La storia e' raccontata da tre punti di vista diversi : TERRA, dove i soldati sono al molo pronti per salire sulle navi e qui la fa da padrone Kenneth Branagh nel ruolo del comandante Bolton . ACQUA , con il mare che separa Dunkirk dalla costa inglese , tramite i cacciatorpedinieri e le semplici imbarcazioni del popolo , con un occhio di riguardo all imbarcazione " capitanata " dal bravissimo Mark Rylance nelle vesti di Dawcett.
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Dunkirk di Christopher Nolan , racconta di come l'Inghilterra ha provato il salvataggio dei suoi militari intappolati sulla costa francese. Ho visto tutta la filmografia del regista britanico, mi piace e molto ,ma non sono un suo fan, ma dopo Dunkirk lo sono diventato. Nolan firma un capolavoro , un film di guerra diverso dal solito , ma alla Nolan. La storia e' raccontata da tre punti di vista diversi : TERRA, dove i soldati sono al molo pronti per salire sulle navi e qui la fa da padrone Kenneth Branagh nel ruolo del comandante Bolton . ACQUA , con il mare che separa Dunkirk dalla costa inglese , tramite i cacciatorpedinieri e le semplici imbarcazioni del popolo , con un occhio di riguardo all imbarcazione " capitanata " dal bravissimo Mark Rylance nelle vesti di Dawcett. ARIA , gira tutto attorno al fenomenale Tom Hardy nei panni del pilota Farrier , unica difesa aerea a protezione delle truppe inglesi. Il cast lavora alla perfezione , senza aver troppo bisogno dei dialoghi , e' nello sguardo e negli occhi spesso l'arma vincente. Oltre ai gia' citati , ci regalano grandi performance , l'attore feticcio Cillian Murphy e l'esordiente Harry Styles degli One direction. La regia di Nolan e' inquietante e viene associata ad una grande idea , cioe' quella di rendere invisibili le truppe tedesche , non vedrete gli avversari , mai. Sembra di essere sotto attaccato in ogni momento ,regala suspance e adrenalina ad ogni inquadratura. Il capolavoro nel capolavoro , e' il sonoro, gli spari , i motori , il rumore assordante dell acqua , qualcosa che ti entra dentro la testa dall 'nizio alla fine.Per completare l 'opera c'e' da aggiungere una colonna sonora irripetibile firmata Hans Zimmer. Sono uscito dal cinema soddisfatto ed emozionato come mai mi era capitato nella mia vita di semplice appassionato cinematografico e il mio primo pensiero , e' andato a chi non ama il cinema , a chi gira al largo dalla sala cinematografica. Si , il primo pensiero e' andato a loro , perche' non riescono a capire che cosa si saranno persi.
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silvanobersani
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martedì 5 settembre 2017
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la maturità di nolan
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Cinque stelle con un po' di esitazione, perchè il film arriva sugli schermi accompagnato da un'operazione di marketing scientificamente pervasiva. Del resto non sono mai stato tenero verso l'ultima produzione di Nolan, che ho sempre sentito come un tradimento a servizio del botteghino, dopo il primo Memento che mi aveva veramente entusiasmato.
Ma dopo due minuti di proiezione mi ero già arreso. Questo è veramente un bel film, un film di grande respiro epico, con immagini e regia veramente di potente espressività. Nolan fa la pace col suo protagonista di sempre, il tempo (propriamente nel senso della estetica aristotelica). Rifuggendo la narrazione cronologica, ma dipingendo un grandioso affresco che trova compimento nell'intrecciarsi di tre scansioni temporali.
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Cinque stelle con un po' di esitazione, perchè il film arriva sugli schermi accompagnato da un'operazione di marketing scientificamente pervasiva. Del resto non sono mai stato tenero verso l'ultima produzione di Nolan, che ho sempre sentito come un tradimento a servizio del botteghino, dopo il primo Memento che mi aveva veramente entusiasmato.
Ma dopo due minuti di proiezione mi ero già arreso. Questo è veramente un bel film, un film di grande respiro epico, con immagini e regia veramente di potente espressività. Nolan fa la pace col suo protagonista di sempre, il tempo (propriamente nel senso della estetica aristotelica). Rifuggendo la narrazione cronologica, ma dipingendo un grandioso affresco che trova compimento nell'intrecciarsi di tre scansioni temporali. Bravo e convincente. Anche in virtù del fatto che pareva che dopo Spielberg nessuno potesse più fare un film di guerra. Nolan compie una attenta operazione storico_filologica che gli consente di dare una impronta di assoluta originalità alla sua opera. Bravi gli interpreti, tutti britannici, tra cui spiccano Fionn Whitehead, Cillian Murphy, che deve sopportare il peso del ruolo forse più impegnativo, e l'eterno Kenneth Branagh, sempre nel ruolo anche se gli fai leggere la bolletta del gas. Bravo, ma è una conferma, Hans Zimmer, che riveste le immagini di musiche adeguate. E veramente bravo Hoyte Van Hoytema, direttore della fotografia che mette al servizio del film immagini di forte contrasto, quasi violento, ma sullo sfondo di paesaggi lattiginosi e rarefatti.
Non perdetelo, veramente forse il film più bello della stagione.
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seby
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mercoledì 6 settembre 2017
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a dunkirk mare, cielo e terra sparano su di te
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Un ottimo film. Nolan crea un'atmosfera angosciata e angosciante fin dai primi istanti; ci si sente, come i protagonisti, sospesi in una gigantesca trappola dal quale (probabilmente) non si può uscire, ma che ad ogni minimo passo falso ti uccide, con la morte che arriva dall'esterno, quasi che non fossero uomini a sparare ma il terreno, il mare e il cielo stessi: i tedeschi come esseri umani si intravedono solo alla fine, e solo come ombre sfocate. Nessuna storia prevale, ma 3-4-6 storie di altrettante vite, che quell'evento ha interrotte, si ingarbugliano a Dunkirk (Dunkerque per i francesi) in una matassa spaziale e temporale, implodendo fino alla catars[+]
Un ottimo film. Nolan crea un'atmosfera angosciata e angosciante fin dai primi istanti; ci si sente, come i protagonisti, sospesi in una gigantesca trappola dal quale (probabilmente) non si può uscire, ma che ad ogni minimo passo falso ti uccide, con la morte che arriva dall'esterno, quasi che non fossero uomini a sparare ma il terreno, il mare e il cielo stessi: i tedeschi come esseri umani si intravedono solo alla fine, e solo come ombre sfocate. Nessuna storia prevale, ma 3-4-6 storie di altrettante vite, che quell'evento ha interrotte, si ingarbugliano a Dunkirk (Dunkerque per i francesi) in una matassa spaziale e temporale, implodendo fino alla catarsi finale. Ottimi gli effetti speciali, le atmosfere, la regia, la fotografia, come forse mai si è visto per la Seconda guerra mondiale, superando anche "Salvate il soldato Ryan". Perfettamente riprodotte situazioni e abbigliamenti, navi e aerei, con accenni quasi spavaldi nelle battute ai molti studi fatti - io ho molto apprezzato per esempio il discorso sul motore Rolls Royce Merlin. Uniche note "negative" le storie troppo emblematiche di singoli situazioni possibili, però più che giustificabili, e gli accenni patriottici, che comunque sono perfettamente coerenti con lo spirito di quel momento. Creare un simile impatto visivo e sonoro, coinvolgere lo spettatore nei sentimenti di quelle persone così bene, miscelare eventi che avvengono in tre tempi diversi (un'ora, un giorno e una settimana) senza strizzare troppo l'occhio agli effetti o creare una storia strappalacrime di sfondo (vedi "Pearl Harbour") è bravura pura, così come farti rimanere col fiato sospeso anche se in fondo sai già come andrà a finire, essendo un episodio storico. Non raggiunge per me le 5 stelle anche se ci va vicino: manca giusto un personaggio alla colonnello Kurtz (Apocalypse Now), infatti ad esempio il colonnello inglese del film è solo un manichino con radio incorporata, sintonizzato su "Radio Londra". L'atmosfera sognante dei personaggi de "La sottile linea rossa" c'è; però, quasi, i loro corrispettivi non ne hanno la profondità psicologica.
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cristian
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lunedì 11 settembre 2017
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nolan non delude, mai!
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Christopher Nolan non riesce proprio a deludere la platea perché, come pochi registi al mondo, le sue esigenze e quelle del pubblico collimano. Nolan è insieme l’attrazione principale e il pubblico in trepidazione, la risposta alle richieste emotive e visive più profonde. Il regista britannico, con Dunkirk, realizza un film che è al di sopra della mera etichettatura di genere e che si manifesta come esperienza totalmente immersiva e ansiogena, che fa del tempo e degli elementi naturali i vessilli di un ennesimo successo destinato a durare e a resistere all’inesorabile trascorrere degli anni.
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Christopher Nolan non riesce proprio a deludere la platea perché, come pochi registi al mondo, le sue esigenze e quelle del pubblico collimano. Nolan è insieme l’attrazione principale e il pubblico in trepidazione, la risposta alle richieste emotive e visive più profonde. Il regista britannico, con Dunkirk, realizza un film che è al di sopra della mera etichettatura di genere e che si manifesta come esperienza totalmente immersiva e ansiogena, che fa del tempo e degli elementi naturali i vessilli di un ennesimo successo destinato a durare e a resistere all’inesorabile trascorrere degli anni.
Dunkerque, Francia, maggio 1940. L’esercito tedesco ha ormai accerchiato quello inglese, costretto con 400 mila uomini sulla spiaggia della cittadina e pronto a evacuare. L’operazione di recupero prevede anche l’utilizzo di imbarcazioni civili mentre l’unica arma a disposizione dell’esercito sono gli aerei Spitfire. Il resto è storia.
Tra terra, acqua e aria … domina il tempo
La tensione nel nuovo film di Nolan, Dunkirk, è palpabile sin dai primi fotogrammi che vedono protagonista il giovane personaggio di Fionn Whitehead (Tommy) che scappa all’interno della deserta cittadina, in preda al fuoco nemico. Inglesi e Francesi, alleati, provano a difendersi dal nemico tedesco che di fatto è invisibile, mai mostrato, una presenza che, come una imperscrutabile voce che echeggia all’interno di una caverna profonda, ti avvolge, ti circonda ma a cui non si riesce a dare un volto. Il concetto di accerchiamento viene concettualizzato da Nolan che affida le cause della disfatta ad una forza eterea, intoccabile e quindi, di fatto, invincibile. Bastano pochi minuti perché la cinepresa si affacci sullo spazio immenso della spiaggia di Dunkirk, dove quasi 400 mila anime inglesi attendono gli aiuti necessari per poter tornare in patria e scampare alla morte. Da questo momento la musica avvolgente di Hans Zimmer accompagna da co-protagonista i nostri personaggi. La colonna sonora pressoché incessante di Zimmer fa le veci dei dialoghi, sulla spiaggia pressoché assenti, e il costante e ritmico ticchettio di un orologio invisibile ma presente negli animi dei soldati che contano con ansia i minuti, le ore, i giorni che li separano da casa, fa prendere coscienza nello spettatore della precarietà della situazione. Tre sono le ambientazioni scelte dal regista, tutt’e tre rappresentano altrettanti elementi: terra, aria, acqua. Se sulla terra abbiamo dunque le truppe da salvare, in cielo ci sono tre Spitfire, fuoco di copertura della ritirata, mentre in mare si segue la vicenda di un peschereccio civile partito dalle coste britanniche, pronto a dare rifugio a quanti più soldati possibile. Tre le ambientazioni e altrettante sono le linee temporali di cui Nolan è sempre stato innamorato. Come in Inception (2008) e Interstellar (2014), Nolan si diverte a modellare il tempo come creta e quel che ne viene fuori è un insieme di ansia e coinvolgimento fuori dal comune, che solo un regista dal talento sconfinato e innamorato delle emozioni viscerali può creare. I tre tempi di narrazione mostrati attraverso il montaggio alternato sono destinati, ovviamente, ad incrociarsi e più si avvicinano tra loro maggiore è il grado di immersione dello spettatore nelle vicende dei personaggi di cui si cerca di far vivere, per quanto possibile, lo stato di tensione e paura che, in un’ultima analisi, stimolano una presa di coscienza personale degli eventi storici. Esemplare è il trattamento di alcune vicende viste da prospettive diverse che ingannano, sospendono il giudizio e infine chiariscono. Totalmente coinvolgenti sono le soggettive e semi soggettive dei piloti degli Spitfire e non da meno si dimostrano i giochi con la cinepresa immersa nelle acque marine con i poveri soldati in cerca di vie di fuga o, ancora, quando, sempre come i soldati, ballonzola a pelo d’acqua alla ricerca di ossigeno. In Dunkirk vincono le emozioni umane, quelle primordiali che scaturiscono da situazioni di panico e pericolo immediato: gesta altruistiche, e non, si alternano durante l’ora e tre quarti di spettacolo, persone comuni che cercano di salvare la propria vita a tutti i costi, contravvenendo, nel bene e nel male, alle futili regole scritte da chi se ne sta in poltrona a decidere del destino di giovani vite.
Il cast e i personaggi
I personaggi in Dunkirk, diversamente dal solito, mancano di un passato e di una caratterizzazione definita. Ciò che conta e che lega lo spettatore ad ogni potenziale sopravvissuto è la condizione presente, quanto mai vacillante e che da un momento all’altro può crollare.
Fionn Whitehead: Tommy
Personaggio principale delle vicende legate alla spiaggia della cittadina francese, Tommy è uno dei milioni di giovanissimi coinvolti nel secondo conflitto mondiale. È dunque un ragazzo come tanti, che in una situazione di pericolo cerca di salvare a tutti i costi la propria vita non rinunciando all’umanità e ai propri sogni per un futuro lontano dal campo di battaglia e da vivere in pace. Voto: 7 e mezzo
Tom Hardy: Farrier
Espressivo anche con una maschera costantemente al volto (come il suo Bane ne Il cavaliere oscuro - Il ritorno), il Farrier di Tom Hardy è il pilota di uno dei tre Spifire destinati ad abbattere gli aerei nemici che cercano di raggiungere la spiaggia di Dunkirk per sterminare gli inglesi accerchiati. Farrier rappresenta perfettamente il soldato che adempie ai suoi compiti, che si sacrifica e mette a repentaglio la propria vita per salvarne numerose altre. Voto: 8
Mark Rylance: Mr. Dowson
Mr. Dowson incarna la figura del padre che va in soccorso dei suoi figli in pericolo. Il personaggio di Rylance, sprezzante del pericolo, decide di prendere il suo peschereccio e partire alla volta della guerra per trarre in salvo i suoi compatrioti. Un non velato senso di colpa affligge Mr. Dowson che fa parte di quella generazione che decide di mandare a morire dei ragazzi e quindi, seppur indirettamente, si sente responsabile nei confronti di quei poveri giovani uomini. Voto: 8
Dunkirk è un piacere per gli occhi e per i sentimenti. Il ritmo lento, poi frenetico e di nuovo lento è sempre, costantemente, coinvolgente grazie a musiche e riprese che creano un’atmosfera di pieno realismo. In molti attendevano Nolan al varco con questa che era considerata la sua prova del nove, il primo confronto con un tema storico. Non solo Nolan ha superato brillantemente il difficile compito ma ha consegnato al mondo, ancora una volta, un’opera imperdibile.
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mauro2067
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domenica 17 settembre 2017
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la voglia di vivere...
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Si sono accese le luci e mi ci è voluto qualche minuto per riprendermi. La storia di oltre 300.000 soldati salvati da morte e prigionia sicura sulle spiaggie francesi di Dunkirk (Dunkerque) ruota intorno a pochi personaggi e ad una sovrapposizione temporale degli avvenimenti vissuti dagli stessi protagonisti. Ne viene fuori un film che tiene lo spettatore, che rimbalza da una situazione all’altra, in ansia fino all’ultima scena, . Le immagini del mare, della spiaggia sconfinata con centinaia di soldati che aspettano di imbarcarsi fanno arrivare al cuore la tensione della guerra, la paura della morte. Non ci sono corpi martoriati dalle pallottole, sangue, arti orribilmente mutilati come nel “Salvate il soldato Ryan”, c’è solo l’espressione di giovani vite che vogliono tornare a casa, che vogliono vivere, sconfitte dalla paura e dalla vergogna di non essere state all’altezza, che combattono contro la propria viltà che li porterebbe a sacrificare un altro al proprio posto ma che sono capaci di atti di coraggio.
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Si sono accese le luci e mi ci è voluto qualche minuto per riprendermi. La storia di oltre 300.000 soldati salvati da morte e prigionia sicura sulle spiaggie francesi di Dunkirk (Dunkerque) ruota intorno a pochi personaggi e ad una sovrapposizione temporale degli avvenimenti vissuti dagli stessi protagonisti. Ne viene fuori un film che tiene lo spettatore, che rimbalza da una situazione all’altra, in ansia fino all’ultima scena, . Le immagini del mare, della spiaggia sconfinata con centinaia di soldati che aspettano di imbarcarsi fanno arrivare al cuore la tensione della guerra, la paura della morte. Non ci sono corpi martoriati dalle pallottole, sangue, arti orribilmente mutilati come nel “Salvate il soldato Ryan”, c’è solo l’espressione di giovani vite che vogliono tornare a casa, che vogliono vivere, sconfitte dalla paura e dalla vergogna di non essere state all’altezza, che combattono contro la propria viltà che li porterebbe a sacrificare un altro al proprio posto ma che sono capaci di atti di coraggio.Poi ci sono anche le azioni belle che riempiono il cuore e fanno dire evviva arrivano i nostri.
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domenicomaria
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domenica 17 settembre 2017
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per marzia
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Ricordo la piccata e anche stimolante replica a quanto scrissi su "Carnage"; e forse, come è naturale che sia, in più occasioni i miei punti di vista saranno stati giustamente discutibili, nel senso lessicale e più corretto del termine.In un sito pubblico come questo, indubbiamente lo dò per naturale e conseguenziale. Ma in questo caso veramente, mi passi, cara Marzia, il gioco di parole, sta davvero montando un caso. Abbiamo una pellicola con uno share obbiettivamente molto alto, i numeri son numeri e le medie son medie, eppure un manipolo di persone davanti alle 4 o 5 stelle(e anche alle 3), sembra si sia dato la missione di, non potendo affossare tale risultato, quantomeno evidenziare quasi omnipresenti contestazioni, peraltro quasi mai motivate a parole.
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Ricordo la piccata e anche stimolante replica a quanto scrissi su "Carnage"; e forse, come è naturale che sia, in più occasioni i miei punti di vista saranno stati giustamente discutibili, nel senso lessicale e più corretto del termine.In un sito pubblico come questo, indubbiamente lo dò per naturale e conseguenziale. Ma in questo caso veramente, mi passi, cara Marzia, il gioco di parole, sta davvero montando un caso. Abbiamo una pellicola con uno share obbiettivamente molto alto, i numeri son numeri e le medie son medie, eppure un manipolo di persone davanti alle 4 o 5 stelle(e anche alle 3), sembra si sia dato la missione di, non potendo affossare tale risultato, quantomeno evidenziare quasi omnipresenti contestazioni, peraltro quasi mai motivate a parole. Tanto basta un click:leggo, 1 minuto, mi faccio una idea è giù col click/bazooka,la media resta sempre altissima, ma io, noi manipolo di contestatori dal timer al minutosecondo, non molliamo; continuate a mettere 4/5 stelle; vedrete le colonnine rosse crescere vorticosamente. Lei ha osato assegnare 5 stelle per questo bellissimo film; servono ulteriori commenti? Vede lei stessa cosa succede a chi sa apprezzare una cosa nuova, in una prospettiva nuova, forse radicale, spiazzante. Siamo fuori dal coro? Io me ne frego, ma questo profluvio di colonnine rosse per me e tanti altri appassionati, mettono mestizia:di fondo mi sento come i piloti degli Spitfire.poco più di 600 azzerarono il quadruplo di aerei tedeschi. A Dunquerque hanno addrizzato l'onore(perdoni il termine paleolitico!)di una nazione. Pochi mesi dopo la hanno salvata dall'Invasione. E, peggio del peggio, sono, in senso ironico ovviamente, un seminatore di discordia, poichè porterò molte classi a vedere questo film, che ritengo basilare per cominciare a ricostruire bene la storia, e farla amare. Forse, come Interstellar e Inception questi sono film per pochi. Ma la mia missione è semplificare il complesso: e dicono che lo so fare.C'è posto nel multicolore scenario del cinema per pellicole di questo genere? Secondo me ci deve essere. Coraggio a tutti noi, cerchiamo di uscire dalla gabbia del quotidiano o dell'incredibile.Ingrassare e arricchire un riconosciutissimo artista del panorama mondiale? Mi sta benissimo, da Dio,se ogni volta che esce una sua pellicola, c'è il marchio dell'arte e della profonda meditazione. Quanto di più antitetico della caccia alla facile cassetta e alle moltitudini accannate e plaudenti. Veda lei cosa fare di questo scritto, se lasciarne un seguito, pubblico o privato(conosce la mia Email).Comunque, sempre,grazie.
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