writer58
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lunedì 18 settembre 2017
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la guerra degli elementi
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Come in una tesi di Eraclito, il film di Nolan è basato sugli elementi essenziali che compongono l'universo: terra, aria, acqua, fuoco. A terra, sulle spiagge di Dunkerque, vi sono 400.000 soldati inglesi in attesa di tornare a casa, dopo la disfatta degli eserciti alleati davanti alla travolgente avanzata tedesca nel giugno del 1940. In aria, si svolge una battaglia tra gli Spitfire e i bombardieri tedeschi intorno alle forze navali che dovranno riportare in patria l'esercito inglese. L'acqua è l'elemento che divide le coste della Normandia dalle scogliere di Dover, quell'Inghilterra che si riesce quasi a scorgere dal molo di Dunkerque, un braccio di mare che sarà attraversato più da piccole imbarcazioni civili che da unità della marina militare.
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Come in una tesi di Eraclito, il film di Nolan è basato sugli elementi essenziali che compongono l'universo: terra, aria, acqua, fuoco. A terra, sulle spiagge di Dunkerque, vi sono 400.000 soldati inglesi in attesa di tornare a casa, dopo la disfatta degli eserciti alleati davanti alla travolgente avanzata tedesca nel giugno del 1940. In aria, si svolge una battaglia tra gli Spitfire e i bombardieri tedeschi intorno alle forze navali che dovranno riportare in patria l'esercito inglese. L'acqua è l'elemento che divide le coste della Normandia dalle scogliere di Dover, quell'Inghilterra che si riesce quasi a scorgere dal molo di Dunkerque, un braccio di mare che sarà attraversato più da piccole imbarcazioni civili che da unità della marina militare. Il fuoco è devastante e continuo: sulla superficie del mare, sulla spiaggia dove i soldati sono concentrati in lunghe file ordinate, un bersaglio perfetto per le incursioni dell'artiglieria e dei sommergibili nazisti, in cielo dove gli aerei colpiti si avvitano in traiettorie discendenti.
Sembra quasi che gli elementi abbiano deciso di combattere tra di loro, di condurre una guerra per la supremazia, con il risultato di spargere rovina e distruzione a piene mani, di mietere migliaia di morti, decine di migliaia di feriti, di istillare terrore nelle menti di centinaia di migliaia di giovani soldati, impegnati in una durissima lotta per la sopravvivenza.
Il film di Nolan è ambientato in uno scenario di guerra, ma non è propriamente un film di guerra: è un esercizio che tratta della vita e della morte in condizioni estreme, che vede soldati aggrappati sul bordo di navi rovesciate su un fianco, corpi dilaniati dalle bombe dei caccia, moli divelti da una pioggia di proiettili e ricostruiti in modo precario, tratti di mare trasformati in roghi dove bruciano decine di giovani.
Nolan costruisce un affresco grandioso ed emozionante, che assume a volte l'intensità emotiva di un thriller, condensando il tempo mediante una lettura sincronica degli eventi. La battaglia in terra, per mare, per aria viene proposta senza soluzione di continuità, con accostamenti fulminei (come nella sequenza del pilota e dei soldati che lottano per sfuggire all’annegamento dentro un aereo che affonda e una nave che minaccia di inabissarsi). La prospettiva nel film è ampia, dilatata (le scene sulla spiaggia, le battaglie aeree), a volte coreografica (lunghissime file di soldati con le uniformi scure sulla spiaggia bianca) poi improvvisamente si restringe, inquadra volti, corpi dilaniati, movimenti frenetici di chi cerca di salvarsi dai colpi che esplodono incessanti.
Il nemico è invisibile, si vedono solo i suoi strumenti di morte. L’aria è satura di rumore, di urla, di esplosioni, il tempo assomiglia a un conteggio alla rovescia prossimo allo zero, dove lo zero indica il momento della morte.
Non mancano in Dunkirk scene emozionanti e commoventi: l’arrivo di decine, centinaia di imbarcazioni civili accolte dal tripudio dei soldati bersagliati da giorni dal fuoco nemico; l’accoglienza trionfale in patria dei sopravvissuti come se fossero reduci da una grande vittoria e non da una disfatta; il sacrificio dei piloti impegnati nel difendere le proprie navi; la determinazione di Mr. Dawson (interpretato da un eccellente Mark Rylance) nel partire con la sua barca verso le coste francesi e nel recuperare decine e decine di soldati dispersi in mare.
La proposta di Nolan mi è parsa avvincente, colma di momenti cinematograficamente “alti”. Un film dal ritmo eccezionale, che non indulge in dettagli splatter e che calamita l’attenzione dello spettatore nella concatenazione rapida degli eventi.
Un ottimo film, una delle proposte migliori di questo 2017.
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vanessa zarastro
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martedì 5 settembre 2017
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sopravvivere è l’obiettivo
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Dunkirk è un film che ha avuto una lunga gestazione nella testa del regista e che ci ha lavorato per più di un ventennio. Partendo da un fatto storico realmente avvenuto, il regista costruisce un film su come si può sopravvivere in guerra in una situazione disperata, cercando la via di fuga nel mare, ma braccati da terra e attaccati dal cielo. Molti war movies sono stati fatti sul trionfale sbarco in Normandia, ma uno solo, negli anni ‘50 è stato girato sulla disfatta, l’assedio e la ritirata di Dunkerque. Questi non sono certo temi molto popolari.
Molto bello è l’escamotage del montaggio in tempi paralleli, che dilatano percettivamente la durata delle vicende: mentre la storia a terra dei vari tentativi di rimpatriare via mare, dura una settimana, quella di padre e figlio sulla propria barca che cercano di salvare i superstiti, una giornata, e quella dei piloti degli Spitfire - i famosi caccia monoposti della RAF - solo poco più di un’ora.
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Dunkirk è un film che ha avuto una lunga gestazione nella testa del regista e che ci ha lavorato per più di un ventennio. Partendo da un fatto storico realmente avvenuto, il regista costruisce un film su come si può sopravvivere in guerra in una situazione disperata, cercando la via di fuga nel mare, ma braccati da terra e attaccati dal cielo. Molti war movies sono stati fatti sul trionfale sbarco in Normandia, ma uno solo, negli anni ‘50 è stato girato sulla disfatta, l’assedio e la ritirata di Dunkerque. Questi non sono certo temi molto popolari.
Molto bello è l’escamotage del montaggio in tempi paralleli, che dilatano percettivamente la durata delle vicende: mentre la storia a terra dei vari tentativi di rimpatriare via mare, dura una settimana, quella di padre e figlio sulla propria barca che cercano di salvare i superstiti, una giornata, e quella dei piloti degli Spitfire - i famosi caccia monoposti della RAF - solo poco più di un’ora. In un unico flusso narrativo sincopato. Siamo a Dunkerque, una città portuale francese a 10 km dal confine con il Belgio, nel 1940 durante la Seconda Guerra Mondiale. La battaglia disastrosa ha fatto sì che gli inglesi dovessero evacuare e tornare in patria per difenderla dai futuri attacchi tedeschi e 400.000 soldati sono riusciti ad arrivare lì sulla spiaggia, dove “si può quasi vedere casa”. Ne saranno portati in salvo 335.000 grazie anche alle centinaia di barche private dei cittadini inglesi arrivate in soccorso. Grande prova di unione e solidarietà tra civili e militari.
Dunkirk è un film con pochissimi dialoghi – più che dialoghi è meglio dire frasi – con la musica ritmata di Hans Zimmer che accompagna tutto il film. È molto presente la fortissima angoscia della guerra senza che ci siano scene di violenza né si vede mai il nemico. Il vero soggetto del film è proprio lei, osservata da varie angolazioni e punti di vista. Nolan con la sua pellicola a 70 mm. e 106 minuti di intensità emotiva, ci tiene tutti con il fiato sospeso.
Dunkirk è il decimo film di Christopher Nolan che sul fattore “Tempo” ha già girato almeno un paio di film (Inception del 2010e Memento del 2000).
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kronos
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lunedì 15 gennaio 2018
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docu-kolossal patriottico
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Molto diverso rispetto ai precedenti esperimenti fantalabirintici di Nolan, "Dunkirk" naviga a metà strada tra il documentario storico e il kolossal hollywoodiano.
La confezione smagliante giustifica da sola il prezzo del biglietto, anche se un'eccessiva frammentazione narrativa e la difficoltà d'identificazione coi personaggi, volutamente (troppo) anonimi, suscitano perplessità.
Il soggetto, inevitabilmente patriottico sul versante british, non è per tutti: i veri classici del cinema bellico parlano a vinti e vincitori.
Voto reale: Due stelline e mezzo
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brunopepi
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giovedì 1 ottobre 2020
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kolossal del cinema di un tempo
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Un avvenimento storico dietro al film di Nolan, su quei nove giorni di quel maggio del 1940, infernali, interminabili, con il solo obiettivo, per quattrocentomila soldati inglesi e in minoranza francesi, di tornare salvi a casa. L'accuratezza con cui l'osannato regista britannico ripropone l'evento documentato conosciuto come "il miracolo di Dunkerque" si tinge di spettacolarità ed apprensione conducendoci dal primo all'ultimo minuto, tramite sequenze altamente drammatiche ed avvincenti, ad una certa trepidazione senza dover ricorrere a scene di spargimenti di sangue.
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Un avvenimento storico dietro al film di Nolan, su quei nove giorni di quel maggio del 1940, infernali, interminabili, con il solo obiettivo, per quattrocentomila soldati inglesi e in minoranza francesi, di tornare salvi a casa. L'accuratezza con cui l'osannato regista britannico ripropone l'evento documentato conosciuto come "il miracolo di Dunkerque" si tinge di spettacolarità ed apprensione conducendoci dal primo all'ultimo minuto, tramite sequenze altamente drammatiche ed avvincenti, ad una certa trepidazione senza dover ricorrere a scene di spargimenti di sangue.
Attraverso un meticoloso lavoro di studio e realizzazione, i costumi del film sono riproposti con accurata bravura. Il cast corale permette di elargire a tutti il ruolo di protagonista laddove ogni attore ha gli stessi spazi di tempo e d'importanza, inoltre le comparse utilizzate provengono proprio da Dunkirk e dalle aree circostanti per espressa volontà della produzione nel voler coinvolgere gli stessi cittadini della regione.
La colonna sonora di Hans Zimmer con un incessante ticchettio d'orologio che scandisce l'inesorabile scorrere del tempo, rende ancor di più elettrizzante ed esasperante l'attesa del pubblico verso la prossima sequenza.
Impeccabile l'effetto circondante del sonoro che si riproduce nella sala attraverso un notevole montaggio che ci fa sentire sempre più partecipi fino alla fine della storia. Tra i migliori film di guerra in assoluto nonché capolavoro di Nolan.
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fedeslevin
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mercoledì 28 febbraio 2018
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il valore della vita si vede quando non è scontata
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Seconda Guerra Mondiale. Le truppe naziste si diffondono a macchia d'olio. L'intero esercito britannico, schiacciato sulla spiaggia di Dunkirk, è prossimo alla disfatta. Se dovesse essere annientato, dopo la caduta di Francia e Olanda, toccherà alla Gran Bretagna. Le ore sono interminabili, la tensione è altissima. Si spera nel miracolo.
Dunkirk passa l'esame (di coscienza) col massimo dei voti. Nolan sfrutta un fatto storico per raccontare una vicenda bellica, ma non si ferma qui, si costruisce il pretesto per rispolverare il (ormai inusuale) concetto di "eroe". Nessun superpotere, solo il coraggio di seguire la coscienza (per chi riesce a sentirla) e fare la cosa giusta, anche quando si ha tutto da perdere perchè non c'è un lieto fine assicurato per chi segue la strada dell'altruismo, nessun intervento divino, nessun Paradiso dopo la morte.
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Seconda Guerra Mondiale. Le truppe naziste si diffondono a macchia d'olio. L'intero esercito britannico, schiacciato sulla spiaggia di Dunkirk, è prossimo alla disfatta. Se dovesse essere annientato, dopo la caduta di Francia e Olanda, toccherà alla Gran Bretagna. Le ore sono interminabili, la tensione è altissima. Si spera nel miracolo.
Dunkirk passa l'esame (di coscienza) col massimo dei voti. Nolan sfrutta un fatto storico per raccontare una vicenda bellica, ma non si ferma qui, si costruisce il pretesto per rispolverare il (ormai inusuale) concetto di "eroe". Nessun superpotere, solo il coraggio di seguire la coscienza (per chi riesce a sentirla) e fare la cosa giusta, anche quando si ha tutto da perdere perchè non c'è un lieto fine assicurato per chi segue la strada dell'altruismo, nessun intervento divino, nessun Paradiso dopo la morte. Soltanto il libero arbitrio, la possibilità di scegliere quando la posta è altissima. E non c'è niente di meglio del campo di battaglia per tirare fuori gli istinti primordiali. Nolan porta l'uomo alla condizione di bestia, gli fa sentire la paura della morte e gli dà la facoltà di decidere, mettendo a nudo le varie sfaccettature dell'animo umano. Allo stesso modo, lo spettatore viene catapultato magistralmente in un'Europa che soffre, tra i fischi dei proiettili che fendono l'aria all'improvviso nel silenzio delle strade deserte, sotto l'assordante rumore dei bombardieri che arrivano in picchiata sulla spiaggia o nell'abitacolo di un caccia rimasto a secco di carburante, che plana come un angelo verso il proprio destino. Il tutto è condito da una colonna sonora monumentale (il solito Hans Zimmer), dal ritmo frenetico e serrato che colpisce allo stomaco lo spettatore creando un'appropriata atmosfera di ansia continua. Insomma, in poche parole, il regista riesce a ricreare lo stato d'animo di un uomo che sa dare il giusto valore ad ogni attimo di vita guadagnato. Ma c'è un altro grande protagonista nella storia : la Patria. Quella che sul molo di Dunkirk veniva definita "la nostra Terra" dal capitano della Marina nelle prime sequenze, si trasforma in "Patria" per opera della stessa bocca, quando la flotta civile porta, in un'unica potentissima scena, tutto quel senso di appartenenza, di solidarietà e di Popolo (con la P maiuscola) che regala speranza, forza ed entusiasmo ad un esercito disperato. Questo unico momento di tregua viene sottolineato dalla comparsa del sole in un cielo prima plumbeo e una musica finalmente distesa, come i nervi di chi vede la luce nel buio. Consiglio fortemente di vedere a seguire " l'Ora più buia ".
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gabriella
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giovedì 18 gennaio 2018
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nolan spirit
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Dunkirk è una sinfonia, magistralmente diretta da un direttore d'orchestra in vena di sperimentazioni. I suoni secchi, nervosi, il ritmo incalzante accompagnano lo spettatore all'inferno su una spiaggia francese sulla riva della Manica, durante la seconda guerra mondiale, dove più di 300.000 ragazzi aspettano , tremanti e impauriti di essere tratti in salvo , mentre dal cielo l'offensiva nemica non smette di bersagliarli, contrastati dagli aerei britannici che cercano in tutti i modi di aiutare i loro compagni.E' una settimana d' attesa, lunga, angosciante che ritrae i volti smarriti che fissano l'orizzonte in un crescendo ansiogeno di sguardi pietrificati, circondati dal nemico in un triangolo assurdo, tra cielo, terra e mare, quest'ultimo che si rivela anche l'unica via d'uscita,quella che è conosciuta come l'operazione Dynamo prevede infatti l'uso di tutte le imbarcazioni anche civili per trarre in salvo i soldati.
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Dunkirk è una sinfonia, magistralmente diretta da un direttore d'orchestra in vena di sperimentazioni. I suoni secchi, nervosi, il ritmo incalzante accompagnano lo spettatore all'inferno su una spiaggia francese sulla riva della Manica, durante la seconda guerra mondiale, dove più di 300.000 ragazzi aspettano , tremanti e impauriti di essere tratti in salvo , mentre dal cielo l'offensiva nemica non smette di bersagliarli, contrastati dagli aerei britannici che cercano in tutti i modi di aiutare i loro compagni.E' una settimana d' attesa, lunga, angosciante che ritrae i volti smarriti che fissano l'orizzonte in un crescendo ansiogeno di sguardi pietrificati, circondati dal nemico in un triangolo assurdo, tra cielo, terra e mare, quest'ultimo che si rivela anche l'unica via d'uscita,quella che è conosciuta come l'operazione Dynamo prevede infatti l'uso di tutte le imbarcazioni anche civili per trarre in salvo i soldati. Film dai grandi, illimitati spazi, eppure claustrofobico, profonfamente immersivo, non ci sono eroi, solo uomini, giovani uomini accumunati da una stessa sorte, da un non senso , dal buio e l'assurdità della guerra "si sta come d'autunno sugli alberi, le foglie".Così come non ci sono eroi, non ci sono dei veri protagonisti, nonostante interpreti ben noti al pubblico, la paura , il senso di solidarietà , la lotta per la sopravvivenza, la disperata corsa contro il tempo, questi sono i reali protagonisti, così come lo è l'assenza fisica del nemico, proprio per questo ancora più pericolosa e inquietante, perchè è ovunque e non sai dove, non sai come proteggerti. E' un film dalle fortissime emozioni che si frantumano e si infrangono in quella striscia di spiaggia bianca, in lotta con il tempo, c'è sempre quell'ossessivo ticchettio che aumenta d'intensità così come aumenta lo stato ansioso, la tensione sembra diventare insostenibile, finchè si scorgono le imbarcazioni inglesi giunte a portarli finalmente al sicuro. Spettacolare, eppure sobrio, Nolan rifugge dal mostrare scene di eccessiva violenza, bastano gli sguardi attoniti, traumatizzati per descriverne la brutalità, i dialoghi stessi sono stringati all'essenziale, l'unica cosa che conta è portare a casa la pelle. Dunkirk dal punto di vista storico è una ritirata, una disfatta, però il successo dell'evacuazione è chiamato il miracolo di Dunkirk, questo interessa al regista, questo è ciò che vuole mostrarci, un pezzetto di storia nella quale si viene immersi, sommersi nelle due ore scarse che sembrano interminabili, sempre con il fiato corto, in una scala ascendente di emozione pura.
Grande cinema, obbligatorio il grande schermo.
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renatoc.
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venerdì 23 febbraio 2018
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favoloso!
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Questa volta Christopher Nolan ha superato se stesso! Era un po' che mettevo cinque stelle ad una recensione, ma questo film penso proprio che li meriti!
Film di guerra in cui non si vede mai il nemico, salvo qualche aereo, ma che nonostante questo tiene in tensione continua e fa vedere come in certe situazioni ci si perde anche la testa! Vedi quello salvato per miracolo che, anche se lo ha fatto inconsciamente causa, con una manovra forzata, la morte di quel giovane ragazzo sul motoscafo! Tensione per quel pilota che stava annegando nell'aereo che affondava! Per tutti quei ragazzi chiusi nella stiva di una nave che imbarcava acqua contunuamente! Inoltre c'è da dire che, oltre alla grande spettacolarità c'è molto spazio per descrivere il la
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Questa volta Christopher Nolan ha superato se stesso! Era un po' che mettevo cinque stelle ad una recensione, ma questo film penso proprio che li meriti!
Film di guerra in cui non si vede mai il nemico, salvo qualche aereo, ma che nonostante questo tiene in tensione continua e fa vedere come in certe situazioni ci si perde anche la testa! Vedi quello salvato per miracolo che, anche se lo ha fatto inconsciamente causa, con una manovra forzata, la morte di quel giovane ragazzo sul motoscafo! Tensione per quel pilota che stava annegando nell'aereo che affondava! Per tutti quei ragazzi chiusi nella stiva di una nave che imbarcava acqua contunuamente! Inoltre c'è da dire che, oltre alla grande spettacolarità c'è molto spazio per descrivere il lato umano dei protagonisti! Da vedere!
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belliteam
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giovedì 27 agosto 2020
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il coraggio della gente comune
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1940: ci troviamo a Dunkirk con le truppe anglo-francesi intrappolate, e facili bersagli per le avanzate da terra e cielo dell'armata tedesca.
Christopher Nolan con questo film ha voluto dare allo spettatore la sensazione della guerra vera e propria (le immagini degli scontri aerei con gli spitfire sono delle autentiche gemme cinematografiche, cosi' come gli affondamenti delle navi), ma non solo, ha messo in risalto il coraggio di un popolo, quello britannico, fatto di brava gente, che sara' determinante poi nel portare a termine la "resa".
"Difenderemo la nostra isola a qualunque costo", ed il pilota che sacrifica se' stesso x portare a termine la missione.
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1940: ci troviamo a Dunkirk con le truppe anglo-francesi intrappolate, e facili bersagli per le avanzate da terra e cielo dell'armata tedesca.
Christopher Nolan con questo film ha voluto dare allo spettatore la sensazione della guerra vera e propria (le immagini degli scontri aerei con gli spitfire sono delle autentiche gemme cinematografiche, cosi' come gli affondamenti delle navi), ma non solo, ha messo in risalto il coraggio di un popolo, quello britannico, fatto di brava gente, che sara' determinante poi nel portare a termine la "resa".
"Difenderemo la nostra isola a qualunque costo", ed il pilota che sacrifica se' stesso x portare a termine la missione... sono tutti esempi di cio' che Nolan ha voluto rimarcare in modo palese, ed in alcune scene anche in maniera un po' troppo forzata, scelta che ha fatto perdere un po' di mordente al film, che resta comunque un ottimo prodotto cinematografico, e testimonianza di un evento storico della seconda guerra mondiale.
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roberto
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lunedì 19 febbraio 2018
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cronaca cinematografica della battaglia svoltasi tra inglese-francesi e tedeschi nel 1940
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Regia: Cristopher Nolan Cast: Fionn Whitehead, Aunerin Barnard, Mark Rylance, Tom Hardy Genere: Guerra Durata: 106 min.
Quando si va a scrivere un proprio parere riguardo ad un lungometraggio di Cristopher Nolan, bisogna essere, a mio avviso, molto cauti e cercare di non dare affermazioni troppo affrettate, per non incombere ad errori dovuti alle molteplici indicazioni pseudo nascoste, lasciate dal regista nel corso della pellicola, che a molti spettatori, può risultare pesante. La visione, rappresenta il suo punto di vista su ciò che successe durante la battaglia svoltasi nella manica di Dunkirk, avvenuta tra il maggio ed il luglio del 1940 tra le truppe britanniche e francesi contrastanti a quelle tedesche.
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Regia: Cristopher Nolan Cast: Fionn Whitehead, Aunerin Barnard, Mark Rylance, Tom Hardy Genere: Guerra Durata: 106 min.
Quando si va a scrivere un proprio parere riguardo ad un lungometraggio di Cristopher Nolan, bisogna essere, a mio avviso, molto cauti e cercare di non dare affermazioni troppo affrettate, per non incombere ad errori dovuti alle molteplici indicazioni pseudo nascoste, lasciate dal regista nel corso della pellicola, che a molti spettatori, può risultare pesante. La visione, rappresenta il suo punto di vista su ciò che successe durante la battaglia svoltasi nella manica di Dunkirk, avvenuta tra il maggio ed il luglio del 1940 tra le truppe britanniche e francesi contrastanti a quelle tedesche. La lezione di storia, però fortunatamente, lasciamola da parte e concentriamoci su questa rappresentazione cinematografica. Il film, si suddivide in tre parti ben delineate, ovvero le battaglie svoltasi sulla spiaggia, sul mare e sul cielo. Durante la prima, in cui i soldati britannici organizzano un modo per evadere dalla manica, attraverso delle imbarcazioni, si avverte la vera sensazione di pericolo, rispetto alle altre due fasi, perché è in atto appunto, una ritirata che potrebbe senza alcun dubbio non andare a buon fine, visto l'avanzare instancabile dei tedeschi. Per quanto riguarda il mare, abbiamo un imbarcazione capitanata da un ottimo Mark Rylance, che viene inviata dalla Gran Bretagna, in modo da sostenere e sopratutto aiutare, qualunque forma di vita dispersa in mare della propria fazione. Ed è proprio ciò che avviene durante tutta la durata del film, senza purtroppo azzardare a qualsiasi tipo di interazione con lo spettatore, a mio avviso, non tanto la caratterizzazione dei personaggi, quanto la messa in scena, non è impeccabile e non si crea il legame necessario, con chi assiste alla pellicola. Ed ora, si passa, per quanto mi riguarda, alla nota dolente del lungometraggio, ovvero la parte svoltasi in cielo. Seppur impeccabile a livello tecnico, le parti del combattimento aereo, sono mera azione che durante la visione possono senza alcun dubbio, non trasmettere il minimo interesse allo spettatore. Con un Tom Hardy, nella parte del banalissimo eroe stermina tedeschi, in confronto i suoi compagni paiono piloti senza la minima esperienza, abbiamo una sezione di pura azione che intratterrà molto gli amanti di pellicole senza pretese in cui, le sparatorie sono al centro della trama. Il livello tecnico, come detto è molto alto, specialmente nella parte della spiaggia, con qualche chicca registica e nella sezione aerea diretta in modo sublime. La fotografia è impeccabile, perchè adatta ad ogni contesto, infatti la più cupa la troviamo nella spiaggia. Buon montaggio, suono meraviglioso, che verrà sicuramente premiato. La prova attoriale, senza escludere la prestazione citata in precedenza, brilla solamente per Cillian Murphy e Kenneth Branagah, anche se gli altri componenti, mettono in scena una prova comunque di buon livello. Hans Zimmer, come al solito, non delude, dando una colonna sonora versatile. Nel complesso, il maestro, riesce a fare calare lo spettatore nel film, emozionandolo e facendogli provare sensazioni discordie, che però non riescono del tutto a fare urlare al capolavoro, ma che entusiasmano e non poco confermando l'alto livello dell'opera.
Voto: 3,5/5
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lukaesh
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venerdì 21 dicembre 2018
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dunkirk: l’ultimo postulato del tempo di christopher nolan
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Quando si assiste ad un’opera di Nolan, è importante scordarsi del concetto di tempo come fenomeno lineare, abbiamo il dovere di lasciarci indietro l’idea che una storia sia costituita da un cronologico susseguirsi di eventi e dobbiamo farci trasportare in una dimensione all’interno della quale la struttura narrativa non segue un logico e regolare andamento ma è ben più complessa e articolata. Con Dunkirk, ultima pellicola del regista britannico, il tempo non ha solo una valenza “relativa” come l’einsteiniano termine suggerisce e come Nolan ci ha dato modo di analizzare in Interstellar (2014), capolavoro fantascientifico di grande successo, che tanto ha attinto da 2001: Odissea Nello Spazio di Kubrik, ma viene letteralmente destrutturato, scomposto, dilatato o compresso, a seconda dell’osservatore e fruitore di quei minuti, ore o giorni.
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Quando si assiste ad un’opera di Nolan, è importante scordarsi del concetto di tempo come fenomeno lineare, abbiamo il dovere di lasciarci indietro l’idea che una storia sia costituita da un cronologico susseguirsi di eventi e dobbiamo farci trasportare in una dimensione all’interno della quale la struttura narrativa non segue un logico e regolare andamento ma è ben più complessa e articolata. Con Dunkirk, ultima pellicola del regista britannico, il tempo non ha solo una valenza “relativa” come l’einsteiniano termine suggerisce e come Nolan ci ha dato modo di analizzare in Interstellar (2014), capolavoro fantascientifico di grande successo, che tanto ha attinto da 2001: Odissea Nello Spazio di Kubrik, ma viene letteralmente destrutturato, scomposto, dilatato o compresso, a seconda dell’osservatore e fruitore di quei minuti, ore o giorni. Lo spettatore è quindi inerme davanti alla tragicità dell’ineludibilità della guerra. Si perché di guerra si parla, in particolare della ritirata di quattrocentomila soldati inglesi messi alle strette dai tedeschi sulle coste francesi tra la fine di maggio e i primi di giugno del 1940. Terra, acqua, aria; sono gli elementi in cui Nolan suddivide questo drammatico episodio, spezzandolo letteralmente in tre capitoli: Il Molo, Il Mare, Il cielo. Il Molo, quindi la spiaggia. Un’intera settimana è la durata dell’esasperante attesa di migliaia di soldati, ragazzini spauriti e inermi, inesperte pedine di un gioco enorme, gigantesco, terribile. Non ci sono rifugi, sulla spiaggia non si combatte, sulla spiaggia si aspetta, si aspetta di morire o di essere salvati, si aspetta e basta, cercando piccoli angoli di sopravvivenza in quell’inferno forgiato dall’artiglieria nemica. Un giorno viene invece dedicato a Il Mare, ventiquattro ore, lente, lentissime. Winston Churchill, chiede aiuto ai civili: “salvateli! Con qualsiasi mezzo!” Come riportato nei libri di storia, centinaia di piccole imbarcazioni, pescherecci, scialuppe, partirono per percorrere la Manica attraverso un disperato “ultimo miglio” di navigazione, un’ultima carta da giocare l’ungo l’unica rotta possibile. In fine il Cielo: un’ora, una lunghissima ora di prodezze aeree. È un’ora enorme, un tempo infinito a cuore quasi fermo. Un pilota della RAF (Royal Air Force), da sostegno alle truppe dal cielo con il suo Spitfire. L’eroe, il paladino, un prodigioso cavaliere senza storia, un uomo comune che compie miracoli. In Dunkirk nessuno ha un background, le storie dei personaggi non servono, la sceneggiatura è sottile, sfuggente, è quasi inesistente, non c’è bisogno di protagonisti. Il protagonista è la guerra, la paura, l’angoscia. Christopher Nolan firma un capolavoro senza eguali nel genere e lo gira tutto su pellicola IMAX e pellicola a grande formato 65mm. Il realismo è accecante, utilizza mezzi dell’epoca, cimeli della Seconda Guerra Mondiale e sagome di cartone, fondendo vecchie tecniche con le tecnologie più all’avanguardia. Dunkirk è un film impattante, duro e struggente. Un episodio bellico raccontato attraverso gli occhi, non attraverso le parole, perché le parole non avrebbero reso lo stesso servizio.
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