greyhound
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domenica 22 ottobre 2017
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la resistenza di un popolo
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Parlare di Dunkirk significa innanzitutto confrontarsi non con un film di guerra condito di sparatorie, offensive e qualsiasi altro elemento caratteristico di pellicole del genere, ma piuttosto descrivere ciò che è in realtà: un film che racconta la guerra. Nolan, soffermandosi su di un episodio rilevante ma tradizionalmente trascurato all’interno del secondo conflitto mondiale (si ricordi quanto spazio è stato dedicato alla Normandia o a Stalingrado), mette in scena la narrazione di un medesimo atto attraverso tre punti di vista: terrestre, marino e aereo; ognuno a propria volta aventi un orizzonte temporale difforme. Ovviamente lo spazio maggiore è dedicato ai soldati in attesa di essere ricondotti in quell’Inghilterra apparentemente vicina, ma che a causa dei bombardamenti aerei nemici diventa incredibilmente lontana.
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Parlare di Dunkirk significa innanzitutto confrontarsi non con un film di guerra condito di sparatorie, offensive e qualsiasi altro elemento caratteristico di pellicole del genere, ma piuttosto descrivere ciò che è in realtà: un film che racconta la guerra. Nolan, soffermandosi su di un episodio rilevante ma tradizionalmente trascurato all’interno del secondo conflitto mondiale (si ricordi quanto spazio è stato dedicato alla Normandia o a Stalingrado), mette in scena la narrazione di un medesimo atto attraverso tre punti di vista: terrestre, marino e aereo; ognuno a propria volta aventi un orizzonte temporale difforme. Ovviamente lo spazio maggiore è dedicato ai soldati in attesa di essere ricondotti in quell’Inghilterra apparentemente vicina, ma che a causa dei bombardamenti aerei nemici diventa incredibilmente lontana. E qui, sulle spiagge francesi, si assiste ai comportamenti umani più diversi, andando dalla solidarietà estrema alla crudeltà verso colui il quale, seppur alleato, potrebbe divenire l’ostacolo ultimo verso la salvezza (il soldato francese). Ma probabilmente è nella visione “dal mare” e “dall’aria” che il regista da il meglio di sé, in special modo mostrando come nel momento della massima urgenza un intero popolo seppe reagire nonostante il pericolo (i marinai civili e le barche da diporto) o come nonostante il pericolo di non tornare alla base, i piloti decisero di scegliere la via più difficile pur di aiutare i proprio compagni. In ogni caso sono i quindici minuti finali a conferire a questo film la capacità di svettare sopra gli altri. E ciò può avvenire solamente grazie alla mirabile fotografia e all’interpretazione di Tom Hardy. La prima in particolare quando mostra il volo, anzi, la planata dello Spitfire della Raf che quasi miracolosamente abbatte il caccia nemico, prima di sorvolare le truppe inglesi e dirigersi verso le vuote spiagge francesi. Il secondo, invece, mette in scena un’interpretazione superba, superiore a qualsiasi altra da lui offerta, interpretando un pilota quasi senza volto e senza parole, e nonostante ciò in grado di dimostrare tutta la risolutezza, la fermezza e il coraggio necessari a sfidare il nemico e compiere una missione bigger than life (più grande della propria esistenza, come direbbero gli anglosassoni), andando verso un futuro incerto che potrebbe anche non ricondurlo più a casa. Da non dimenticare infine le commoventi scene finali dell’accoglienza dei sopravvissuti in Inghilterra, trattati come eroi proprio in virtù del loro ritorno, e le parole incitanti alla resistenza pronunciate da Winston Churchill. Sicuramente una pellicola da vedere e da conservare, anche solo per ricordare e comprendere ciò che riuscì a compiere l’Inghilterra, sola in quel momento, di fronte a quello che al tempo era un nemico soverchiante. Giustamente mai mostrato, proprio per aumentare psicologicamente il senso d’assedio.
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lupus
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venerdì 1 settembre 2017
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deludente
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Audio di prima qualità e alcune scene formidabili dal punto di vista strettamente visivo, ma sono ragioni sufficienti per parlare di un buon film o addirittura di un capolavoro? Non credo proprio. Sono andato al cinema ben disposto, con la grande voglia e curiosità di vedere in che modo il regista di alcuni gran bei film avesse potuto trattare e proporre il tema della guerra. Ebbene il film da questo punto di vista è di una banalità senza pari, quasi al limite della propaganda e dell'apologia, attraverso la messa in scena dei soliti "valori" della guerra: patria, eroismo, cameratismo, superiorità morale di qualcuno rispetto a qualcun altro, divisione del mondo e dell'umanità in buoni e cattivi (noi, il noi del regista, naturalmente buoni), e via di questo passo, ma per favore! Da qualcuno che fa arte, posto che vogliamo definire il regista un artista, perdonatemi ma non mi aspetto che cada in queste trappole da quattro soldi.
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Audio di prima qualità e alcune scene formidabili dal punto di vista strettamente visivo, ma sono ragioni sufficienti per parlare di un buon film o addirittura di un capolavoro? Non credo proprio. Sono andato al cinema ben disposto, con la grande voglia e curiosità di vedere in che modo il regista di alcuni gran bei film avesse potuto trattare e proporre il tema della guerra. Ebbene il film da questo punto di vista è di una banalità senza pari, quasi al limite della propaganda e dell'apologia, attraverso la messa in scena dei soliti "valori" della guerra: patria, eroismo, cameratismo, superiorità morale di qualcuno rispetto a qualcun altro, divisione del mondo e dell'umanità in buoni e cattivi (noi, il noi del regista, naturalmente buoni), e via di questo passo, ma per favore! Da qualcuno che fa arte, posto che vogliamo definire il regista un artista, perdonatemi ma non mi aspetto che cada in queste trappole da quattro soldi. La guerra non è quella cosa descritta da Nolan, non è un esplosione di "buoni sentimenti", la guerra è morte del corpo e dello spirito e come tale andrebbe descritta, altro che patrie ed eroi! Sì sì... belle inquadrature... Sì sì... bello l'audio... che delusione!
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lucavon95
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venerdì 1 settembre 2017
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capolavoro di emozioni, un ritorno al cinema puro.
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DUNKIRK di Christopher Nolan.
Ritorno al cinema PURO, fatto di immagini ed emozioni, trama nel contesto bellico ZERO solo eventi veri e crudi ,gli attori non interpretano personaggi ma "persone" spaventate in cerca di salvezza , lato tecnico mostruoso quanto quello emotivo, gli Stuka vi faranno abbassare la testa in sala come i soldati, colonna sonora di Hans Zimmer da OSCAR.
PREGI: cinema emozione puro - la regia di Nolan - Tom Hardy - Hans Zimmer - eccellente lavoro su sonoro e fotografia.
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DUNKIRK di Christopher Nolan.
Ritorno al cinema PURO, fatto di immagini ed emozioni, trama nel contesto bellico ZERO solo eventi veri e crudi ,gli attori non interpretano personaggi ma "persone" spaventate in cerca di salvezza , lato tecnico mostruoso quanto quello emotivo, gli Stuka vi faranno abbassare la testa in sala come i soldati, colonna sonora di Hans Zimmer da OSCAR.
PREGI: cinema emozione puro - la regia di Nolan - Tom Hardy - Hans Zimmer - eccellente lavoro su sonoro e fotografia.
DIFETTI: era necessario Harry Styles degli One Direction?! (ops spoiler) - alcuni momenti un pò confusionari.
CONSIGLIATO: Assolutamente SI! e guardatelo al cinema ve lo godrete di più!
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albe23htt
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lunedì 4 settembre 2017
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il gioiello di nolan
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Con Dunkirk, un ormai maturo Nolan ci fa immergere immediatamente e inesorabilmente nello spazio narrativo rappresentato dalla rigida terra del nord della Francia. Tre sono in realtà gli spazi della storia, la terra, statica, aperta ai pericoli ma allo stesso tempo soffocante, e traboccante di vite umane; il mare, placido, ma allo stesso tempo indomabile nel destino e l'aria, veloce, tagliente e difficile da padroneggiare. Tre sono anche i tempi del racconto, che si intrecciano e convergono in un finale magistrale, ma compatto e laconico allo stesso tempo. Il tempo, inesorabile, come la colonna sonora essenziale, come del resto tutto il film, di Hans Zimmer ci aiuta a comprendere, ma disperatamente lento, come l'occhio di Van Hoytema ci schiaffa davanti ai nostri occhi.
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Con Dunkirk, un ormai maturo Nolan ci fa immergere immediatamente e inesorabilmente nello spazio narrativo rappresentato dalla rigida terra del nord della Francia. Tre sono in realtà gli spazi della storia, la terra, statica, aperta ai pericoli ma allo stesso tempo soffocante, e traboccante di vite umane; il mare, placido, ma allo stesso tempo indomabile nel destino e l'aria, veloce, tagliente e difficile da padroneggiare. Tre sono anche i tempi del racconto, che si intrecciano e convergono in un finale magistrale, ma compatto e laconico allo stesso tempo. Il tempo, inesorabile, come la colonna sonora essenziale, come del resto tutto il film, di Hans Zimmer ci aiuta a comprendere, ma disperatamente lento, come l'occhio di Van Hoytema ci schiaffa davanti ai nostri occhi. Accompagnati da un comparto audio sublime, i soldati, i più veri che negli ultimi tempo ci abbia regalato, freddi ma intensi e maledettamente umani, vivranno e noi insieme a loro la bestialità della guerra.
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kleber
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martedì 12 settembre 2017
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in principio fu la brexit
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E' fin troppo evidente la costruzione di un'epica della Brexit, nel bel film di Nolan.
i BRITANNICI sono in difficoltà ma rigorosamente "queue up" ai moli, si mettono ordinatamente in fila per passare di nuovo quel fatale braccio di mare che frettolosamente e per troppa generosità passarono, e tornare in Patria, così vicina ma irraggiungibile, per "ricominciare" la guerra che sta andando male. I TEDESCHI non sono mai nominati; sono semplicemente "il nemico", cieco e bestiale, capace solo di cecchinaggio su scala industriale, ai danni di soldati inermi e navi della Croce Rossa.
I FRANCESI, alleati infidi e neghittosi, meglio perderli che trovarli; si insinuano nelle file di soldati britannici per scappare di là anche loro, ed appesantire la barca britannica con un coté di soldati neri coloniali con elmetto adrian.
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E' fin troppo evidente la costruzione di un'epica della Brexit, nel bel film di Nolan.
i BRITANNICI sono in difficoltà ma rigorosamente "queue up" ai moli, si mettono ordinatamente in fila per passare di nuovo quel fatale braccio di mare che frettolosamente e per troppa generosità passarono, e tornare in Patria, così vicina ma irraggiungibile, per "ricominciare" la guerra che sta andando male. I TEDESCHI non sono mai nominati; sono semplicemente "il nemico", cieco e bestiale, capace solo di cecchinaggio su scala industriale, ai danni di soldati inermi e navi della Croce Rossa.
I FRANCESI, alleati infidi e neghittosi, meglio perderli che trovarli; si insinuano nelle file di soldati britannici per scappare di là anche loro, ed appesantire la barca britannica con un coté di soldati neri coloniali con elmetto adrian.
E' giunto il momento, per la Gran Bratagna, di seppellire l' EUROPA di YALTA e rifondare l'Europa di Dunkirk. Quella Dunkirk / Brexit che ai soldatini britannici pareva una sconfitta ma vennero celebrati in Patria come i precursori della futura Vittoria.
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[+] non credo che fosse l'idea di nolan
(di l''uomodellasala)
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domenicomaria
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martedì 12 settembre 2017
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la casa inghilterra
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Ho visto 4 volte questa pellicola. Vedo opinioni diverse, spesso contrastanti;vedo giudizi molto ricchi di contrasti. Dico subito che secondo me,non siamo al capolavoro assoluto, ma non ci siamo lontani.Diverse scene mi sono rimaste impresse, e certamente i contenuti pur se non originalissimi in quanto tali, sono esposti certo in una forma molto originale, ermetica, verrebbe da dire in senso letterario.Dialoghi stringati ma ad alto "peso specifico",grandi attori che scolpiscono con intensità il proprio personaggio e comparse,non meno memorabil(il vecchio cieco a fine film, che, dando la coperta al soldato, in fondo siamo solo riusciti a sopravvivere, "e hai detto niente!"), E' un film "nudo", senza un milligrammo di retorica, in senso stretto,assoluto.
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Ho visto 4 volte questa pellicola. Vedo opinioni diverse, spesso contrastanti;vedo giudizi molto ricchi di contrasti. Dico subito che secondo me,non siamo al capolavoro assoluto, ma non ci siamo lontani.Diverse scene mi sono rimaste impresse, e certamente i contenuti pur se non originalissimi in quanto tali, sono esposti certo in una forma molto originale, ermetica, verrebbe da dire in senso letterario.Dialoghi stringati ma ad alto "peso specifico",grandi attori che scolpiscono con intensità il proprio personaggio e comparse,non meno memorabil(il vecchio cieco a fine film, che, dando la coperta al soldato, in fondo siamo solo riusciti a sopravvivere, "e hai detto niente!"), E' un film "nudo", senza un milligrammo di retorica, in senso stretto,assoluto.Non direi proprio che i Tedeschi siano becchini che si avventano su impotenti.I soldati sono armati; è vero che sia francesi e inglesi non avevano ancora assaggiato in presa diretta lo strapotere della Wehrmacht, che, proprio in questo primo anno di guerra(ma si potrebbe arrivare ancora fino a El Alamein Ottobre '42), ha una forza propulsiva terribile(sempre grazie a quel deficente mentecatto di Clemenceau che a Versailles nel 19 ottenne di umiliare e mettere alla fame la Germania, nonostanti i borbottii inglesi, le nobili tesi di Wilson e una Italia assai mal rappresentata: forse anche con un vecchio Giolitti avremmo evitato il Fascismo: metti un individuo dotato di carisma, pur se ultrareazionario e razzista, che a un popolo 2 volte messo alla fame nera propone e propina sogni di domino quantomeno continentale, ci cascarono quasi tutti, vedi Jasper e i 6 gradi della colpa, uomo della strada compreso e primo responsabile,pur se involontario.)Questo è eccellente nella pellicola. La consapevolezza di aver avuto un primo contatto devastante.Si poteva immaginare che i tadeschi si erano molto riarmati, erano molto carichi ecc. e tutti i pipponi di ipotesi e notizie filtrate,della serie sono brutte bestiacce ma ce la faremo...un cavolo!Ritravolgono i Francesi,i Belgi gli Olandesi e stanno per farsi il boccone più grosso, l'Esercito Inglese.Storia vera, questo mi esalta e mi appassiona, storia vera. IL coraggio di raccontare un crollo . Ma, diciamolo pure,meraviglioso l'arrivo della flotta da diporto, appunto, "La Patria". Il senso del dovere,la accoglienza,la assistenza,l'aiuto,il senso di corpo e di sacrificio, che in un momento così nero,splende oltre il nero. Da Dunkirk l'Inghilterra riparte,sola per ora,con prospettive di molte batoste, appunto fino a El Alamein,ma con la certezza che l'ideale del mondo libero deve poter soffocare l'istinto della caverna e della preda.E su tutto e tutti il simbolo dello Spitfire "Gli Angeli Protettori" con un gioiello in mano(e che motore!Rolls Royce Merlin).Anche per questo, non può mancare fede e fiducia. Temibilissimi gli Stuka e i Messerschmidt,chi lo nega, ma la successiva Battaglia di Inghilterra è la consacrazione di una arma che è simbolo, oltre che strumento.(ricordo il vecchio film 1968 "La Battaglia di Inghilterra":a un disgustato Goring,risponde un pilota tedesco, come fare per conquistare l'Inghilterra?"Datemi uno Spitfire") A Dunkirk il simbolo diciamo che entra in scena per la prova generale;e scatena ovazioni.Da inoculare ai giovani.Il miglior sentimento di appartenenza, che dà dignità e spessore a un popolo, non solo ai giovani, in dosi massicce.
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[+] un videogioco.
(di florentin)
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andrea golembiewski
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mercoledì 13 settembre 2017
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maestoso e originale
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un film di guerra ma originale come ti aspetti da nolan, con tutto il "mestiere", suo e di hans zimmer, per creare ritmo e tensione (penso al ticchettio di orologio ed altre malizie)...una prospettiva in prima persona sulla sopravvivenza su terra/aria/acqua, con le sensazioni di questi elementi. i primi piani e la parte delle navi civili inglesi rendono bene l'aspetto emotivo senza però scadere troppo nella retorica. il "nemico" è de-personalizzato, sembra essere parte della natura ostile, al pari delle onde - nemici non sono i tedeschi ma i veicoli, i proiettili da loro comandati. anche i protagonisti sembrano secondari rispetto alla maestosità del film stesso: questo è sia un punto a favore che a sfavore (resta un'impressione, una sensazione forte della guerra ma non ci si innamora di un personaggio in particolare.
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un film di guerra ma originale come ti aspetti da nolan, con tutto il "mestiere", suo e di hans zimmer, per creare ritmo e tensione (penso al ticchettio di orologio ed altre malizie)...una prospettiva in prima persona sulla sopravvivenza su terra/aria/acqua, con le sensazioni di questi elementi. i primi piani e la parte delle navi civili inglesi rendono bene l'aspetto emotivo senza però scadere troppo nella retorica. il "nemico" è de-personalizzato, sembra essere parte della natura ostile, al pari delle onde - nemici non sono i tedeschi ma i veicoli, i proiettili da loro comandati. anche i protagonisti sembrano secondari rispetto alla maestosità del film stesso: questo è sia un punto a favore che a sfavore (resta un'impressione, una sensazione forte della guerra ma non ci si innamora di un personaggio in particolare. peraltro uno degli attori è harry styles ex one direction). il "tempo" è come sempre la chiave dei film di nolan...il regista si muove lungo la linea del tempo per intrecciare le varie storie e punti di vista (che rendono il film scorrevole - di nuovo a differenza di altri film di guerra). non si può ignorare la regia, basti pensare solamente a cosa significa girare delle scene sopra degli aerei della WWII...piccola curiosità uno degli Spitfire è in realtà uno Yak-52, aereo sovietico a due posti adoperato per alloggiare la camera IMAX e riprendere le scene dell'abitacolo :-) Andrea Golembiewski
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visual_man
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giovedì 14 settembre 2017
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stilisticamente e tecnicamente un capolavoro
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Purtroppo Nolan fallisce quando è il momento di dispensare emozioni vere, anzi la sua intenzione pare sia stata quella di evitarle come la peste (intenzionalmente, vorrei a questo punto sperare, perché non credo a sviste del genere). Perché, quindi, seguire, dall'inizio alla fine del film, le vicende proprio di quel giovane soldato, se poi, alla fine, si rivela anonimo come la massa dei suoi commilitoni rimpatriati? Perché nascondere per quasi tutto il tempo dietro la maschera il viso dell'eroe senza macchia sullo Spitfire, come se Hardy fosse la versione positiva di Bane de "Il Cavaliere Oscuro"? Allo spettatore viene sostanzialmente impedita l'immedesimazione con i personaggi, a cui non resta solo che consolarsi con le maestose immagini ed il roboante sonoro.
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Purtroppo Nolan fallisce quando è il momento di dispensare emozioni vere, anzi la sua intenzione pare sia stata quella di evitarle come la peste (intenzionalmente, vorrei a questo punto sperare, perché non credo a sviste del genere). Perché, quindi, seguire, dall'inizio alla fine del film, le vicende proprio di quel giovane soldato, se poi, alla fine, si rivela anonimo come la massa dei suoi commilitoni rimpatriati? Perché nascondere per quasi tutto il tempo dietro la maschera il viso dell'eroe senza macchia sullo Spitfire, come se Hardy fosse la versione positiva di Bane de "Il Cavaliere Oscuro"? Allo spettatore viene sostanzialmente impedita l'immedesimazione con i personaggi, a cui non resta solo che consolarsi con le maestose immagini ed il roboante sonoro. Dio salvi la Regina.
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paulnacci
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giovedì 28 settembre 2017
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teansione costante
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Dalla prima all'ultima scena si resta sotto la morsa di una tensione costante ,la costa del'inghilterra sembra irraggiunbile c'è sembra qualcosa e qualcuno che mette il bastone tra le ruote alla possibilità di raggiungere la salvezza.Una grande disfatta militare trasformata in un successo (vedi citazione dei due nemici con Alberto sordi) l'esercito sarà salvato quasi per intero contro ogni aspettativa.Belli gli sbalzi temporali e mi ha colpito molto anche il fatto che il nemico non si vede mai anche se la sua presenza è sempre tangibile.Ho letto molte critiche sul fatto che i personaggi non sono molto sviluppati ma credo che in questo contesto non fosse necessario.
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Dalla prima all'ultima scena si resta sotto la morsa di una tensione costante ,la costa del'inghilterra sembra irraggiunbile c'è sembra qualcosa e qualcuno che mette il bastone tra le ruote alla possibilità di raggiungere la salvezza.Una grande disfatta militare trasformata in un successo (vedi citazione dei due nemici con Alberto sordi) l'esercito sarà salvato quasi per intero contro ogni aspettativa.Belli gli sbalzi temporali e mi ha colpito molto anche il fatto che il nemico non si vede mai anche se la sua presenza è sempre tangibile.Ho letto molte critiche sul fatto che i personaggi non sono molto sviluppati ma credo che in questo contesto non fosse necessario.Molto bella la scena del sorvolo finale dello Spitfire rimasto senza carburante anche questa mi ha ricordato un altro film non di guerra (Giocando nei campi del signore).
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ninopellino
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mercoledì 6 settembre 2017
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film sulla sopravvivenza inglese nel 1940
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Il film racconta l'epica resistenza nell'anno 1940 da parte delle truppe inglesi sulla spiaggia di Dunkirk, le quali, accerchiate dall'esercito tedesco, tentarono una disperata via di fuga verso il mare. C'è tutto sommato da dire che anche coloro che riuscirono a salire sulle imbarcazioni, furono attaccati da navi e da fucilieri tedeschi e non tutti purtroppo riuscirono a salvarsi. Prendendo spunto dalle scene iniziali del film capolavoro "Salvate il soldato Ryan" diretto dal grande Spielberg quasi vent'anni fa, questo film si concentra a descriverci, ma soprattutto a mostrarci diverse immagini di duro impatto visivo aventi come protagonisti i soldati inglesi alle prese con la loro lotta alla sopravvivenza e spesso la pellicola ci mostra i loro volti in primo piano carichi di sofferenza, di stanchezza e di paura per l'incerto esito dei loro tentativi di sopravvivere.
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Il film racconta l'epica resistenza nell'anno 1940 da parte delle truppe inglesi sulla spiaggia di Dunkirk, le quali, accerchiate dall'esercito tedesco, tentarono una disperata via di fuga verso il mare. C'è tutto sommato da dire che anche coloro che riuscirono a salire sulle imbarcazioni, furono attaccati da navi e da fucilieri tedeschi e non tutti purtroppo riuscirono a salvarsi. Prendendo spunto dalle scene iniziali del film capolavoro "Salvate il soldato Ryan" diretto dal grande Spielberg quasi vent'anni fa, questo film si concentra a descriverci, ma soprattutto a mostrarci diverse immagini di duro impatto visivo aventi come protagonisti i soldati inglesi alle prese con la loro lotta alla sopravvivenza e spesso la pellicola ci mostra i loro volti in primo piano carichi di sofferenza, di stanchezza e di paura per l'incerto esito dei loro tentativi di sopravvivere. Difatti nel corso della loro fuga in mare, questo film trasmette una costante tensione, determinata dalla circostanza che il nemico tedesco fa delle improvvise e costanti comparse ed è sempre pronto a colpire o per via aerea o per terra, tramite i suoi bombardieri, affondando spesso le navi inglesi e causando la fuga in mare da parte di molti soldati di sua maestà. L'impressione che mi resta di questo film è sicuramente un'ottima regia da parte di Christopher Nolan, pur peccando tuttavia a tratti di un ripetitivo meccanismo claustrofobico e di una tensione giocata spesso sulle medesime scene. Pur considerando che la vicenda storica appare ovviamente inequivocabile, mi sarei aspettato una maggiore ampiezza di scenggiatura.
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