anaesthetix
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venerdì 15 settembre 2017
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pura emozione e paura
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Sto leggendo molte recenzioni non troppo positive, ma mi astengo da esse, avendo ritenuto Dunkirk un vero capolavoro di Nolan. Il finale non è paragonabile a quello di Inception, ma il film lo trovo talmente ben girato che ho passato l'80% della visione con i brividi sul corpo. Nolan è riuscito a mostrarci la nuda e cruda verità: okay, forse lo state giudicando negativamente in quanto ormai siamo abituati a guardare film per lo più inventati, surreali, che quasi ci sembrano veri. Potessi farlo di persona, mi complimenterei personalmente con Nolan per esser riuscito a creare un film talmente ben fatto da mettere i brividi, e riuscendo a far rimanere il mio pensiero ancora fisso lì, a Dunkirk.
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Sto leggendo molte recenzioni non troppo positive, ma mi astengo da esse, avendo ritenuto Dunkirk un vero capolavoro di Nolan. Il finale non è paragonabile a quello di Inception, ma il film lo trovo talmente ben girato che ho passato l'80% della visione con i brividi sul corpo. Nolan è riuscito a mostrarci la nuda e cruda verità: okay, forse lo state giudicando negativamente in quanto ormai siamo abituati a guardare film per lo più inventati, surreali, che quasi ci sembrano veri. Potessi farlo di persona, mi complimenterei personalmente con Nolan per esser riuscito a creare un film talmente ben fatto da mettere i brividi, e riuscendo a far rimanere il mio pensiero ancora fisso lì, a Dunkirk. Ormai nel cinema, con tutte le attrezzature che si hanno a disposizione, troppoi è semplice girare un film "finto" (mi riferisco agli argomenti), mostrare la semplicità, la realtà è diventato sempre più difficile, ma Nolan ci è riuscito.
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[+] ah
(di contrammiraglio)
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lorenzoferraro
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giovedì 31 agosto 2017
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grande nolan, anche se talvolta caotico e confuso
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Il film, ambientato durante la seconda guerra mondiale, racconta l'evaquazione di Dankerque dal punto di vista di Nolan. Grandemente publicizzato e attesissimo nelle sale cinematografiche, presentato come "Il più bel film dell'anno" e su Mymovies premiato con ben 5 stelle, finalmente arriva pure a noi. Ma non soddisfa al 100%. Per vari motivi:
1. caotico: l'intreccio dei vari piani è difficile da seguire e certe volte quasi incomprensibile (il primo tempo mette a dura prova lo spettatore);
2. troppa colonna sonora: siamo tutti d'accordo che le colonne sonore di Hans Zimmer siano capolavori da ascoltare e riascoltare; ma questo non mi pare un buon pretesto per inzupparci dentro tutto il film, dall'inizio alla fine.
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Il film, ambientato durante la seconda guerra mondiale, racconta l'evaquazione di Dankerque dal punto di vista di Nolan. Grandemente publicizzato e attesissimo nelle sale cinematografiche, presentato come "Il più bel film dell'anno" e su Mymovies premiato con ben 5 stelle, finalmente arriva pure a noi. Ma non soddisfa al 100%. Per vari motivi:
1. caotico: l'intreccio dei vari piani è difficile da seguire e certe volte quasi incomprensibile (il primo tempo mette a dura prova lo spettatore);
2. troppa colonna sonora: siamo tutti d'accordo che le colonne sonore di Hans Zimmer siano capolavori da ascoltare e riascoltare; ma questo non mi pare un buon pretesto per inzupparci dentro tutto il film, dall'inizio alla fine. Magari usate con più moderazione potevano essere anche apprezzate maggiormente;
3. attori sacrificati: tolto per il ruolo interpretato da Harry Styles (dal mio punto di vista, pienamente a suo agio nel personaggio), gli attori di grandissimo calibro che popolano la pellicola (vedi Mark Rylance o Kenneth Branagh) sono notevolmente sacrificati (Tom Hardy dove sei?).
Abituati ai grandissimo capolavori di Nolan infatti, questo film inizialmente spiazza, avendo un taglio quasi documentaristico (con la quasi totale assenza di dialoghi); ma il talento del regista britannico viene fuori in scene (quasi sprazzi) di rara bellezza: tutti i soldati in fila sul pontile che si riparano dal bombardamento, la nave presa come bersaglio con i soldati alleati nascosti all'interno, i combattimenti aerei, per citarne solamente alcuni (e non spoilerare troppo). Altre note di merito, oltre alla colonna sonora, sono gli effetti sonori (quanto ci fanno apprezzare i combattimenti), le scenografie ed i costumi che calano perfettamente lo spettatore in un clima da seconda guerra mondiale.
Per chiudere, Nolan firma una pellicola dove non siamo mai al riparo, sempre sull'orlo della disperazione e dove l'uomo è rappresentato in tutta la sua fragilità; ma che è (la pellicola) pesso caotica e confusa. Mi aspettavo un qualcosa in più
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max821966
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sabato 2 settembre 2017
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nolan il genio
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Saltiamo a piè pari la narrazione storica, si spera che chi vedrà il film, sappia perlomeno a grandi linee l'epico salvataggio di 330.000 inglesi e ca 100.000 francesi dal 27/5/40 al 4/6/40.....la cosidetta operazione Dynamo.
Nolan nel suo 10° lungometraggio, girato in pellicola (meno male) e che io ho avuto la fortuna di vedere nella xferzione del 70 mm all'Arcadioa di melzo, sala Energia , senza alcun dubbio la miglior sala cinematografica al mondo (anche se il premio l'ha vinto solo per l'Europa), ci regala ancora un capolavoro al quale non ho dato 5 stelle per un solo motivo: il film + che una cruda cronaca degli accadimenti racconta in parallelo tre vicende, per farlo, utilizza un misto di tecnica alla Memento, Inception.
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Saltiamo a piè pari la narrazione storica, si spera che chi vedrà il film, sappia perlomeno a grandi linee l'epico salvataggio di 330.000 inglesi e ca 100.000 francesi dal 27/5/40 al 4/6/40.....la cosidetta operazione Dynamo.
Nolan nel suo 10° lungometraggio, girato in pellicola (meno male) e che io ho avuto la fortuna di vedere nella xferzione del 70 mm all'Arcadioa di melzo, sala Energia , senza alcun dubbio la miglior sala cinematografica al mondo (anche se il premio l'ha vinto solo per l'Europa), ci regala ancora un capolavoro al quale non ho dato 5 stelle per un solo motivo: il film + che una cruda cronaca degli accadimenti racconta in parallelo tre vicende, per farlo, utilizza un misto di tecnica alla Memento, Inception.......cosa che gli riesce benissimo e sarà sicuramente il motivo x cui farà incetta di premi.....dicevo l'unico difetto: secondo me questo era un film da 140/160 min di durata, 106 sono troppo pochi, le vicende umane sono ben raccontate ,ma esigevano qulche decina di minuto in + a testa, le scene meravigliose della battaglia aerea idem e per rendere + drammatica la mattanza dei soldati sulla spiaggia ci voleva un po' + di crudezza (x esempio come nei fantastici primi 20 min di Saving private Ryan).........mi spiego, la gente è abituata a vedere la guerra e le sue stragi filtrate dai media che nascondono l'orrore della guerra......Nolan, anche per il periodo storico che stiamo vivendo, avrebbe dovuto sbattere in faccia allo spettatore, soprattutto a noi occidentali , cosa vuol dire essere completamente indifesi dai bombardamenti.......i morti vengono straziati, se colpiti in pieno ,non rimane praticamente nulla.....il mesaggio mancante , secondo me, è che siamo tutti carne da macello alla merce' dei potenti ben lungi da rischiare la propria vita, ma anzi se c'è da guadagnarci, sono i primi fomentatori di odio tra nazioni, etnie (Salvini docet) etc.
La parte tecnica è talmente xfetta che non ho nulla da aggiungere, gli aerei e tutti i mezzi militari sono autenticie ; la scelta di girare il film nel luogo esatto dove tutto è accaduto e in condizioni metereologiche proibitive, la musica incalzante Zimmer, la recitazione degli attori fanno di questo film una pietra miliare della 7a arte.
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florentin
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giovedì 7 settembre 2017
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nolan non è spielberg.
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Film tecnicamente perfetto (nella fotografia soprattutto, per i particolari della uniforme dei piloti degli Spifire, e per l'inquadratura dei natanti civili accorsi a soccorrere i connazionali in balia di bombe, bombardieri e U-Boat tedeschi) con pochissimo parlato (visto in originale con sottotitoli in italiano, alcuni non chiari tuttavia), e forse eccessivo negli effetti sonori, ma ciò può essere dipeso dal surround della sala in cui l'ho visto (Odeon- Firenze, peccato per la galleria chiusa anche se le poltrone in platea, ormai un po' consunte, siano peraltro comode). La tragedia di quel Maggio 1940 la conosciamo tutti ( invero non tutti, i giovani -e non solo i millennial- non sanno nemmeno cosa sia stata la 2^ Guerra Mondiale, e tantomeno questa dei 100.
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Film tecnicamente perfetto (nella fotografia soprattutto, per i particolari della uniforme dei piloti degli Spifire, e per l'inquadratura dei natanti civili accorsi a soccorrere i connazionali in balia di bombe, bombardieri e U-Boat tedeschi) con pochissimo parlato (visto in originale con sottotitoli in italiano, alcuni non chiari tuttavia), e forse eccessivo negli effetti sonori, ma ciò può essere dipeso dal surround della sala in cui l'ho visto (Odeon- Firenze, peccato per la galleria chiusa anche se le poltrone in platea, ormai un po' consunte, siano peraltro comode). La tragedia di quel Maggio 1940 la conosciamo tutti ( invero non tutti, i giovani -e non solo i millennial- non sanno nemmeno cosa sia stata la 2^ Guerra Mondiale, e tantomeno questa dei 100.000 soldati inglesi morti su oltre 400.000 in evacuazione verso 'casa' attraverso il Canale della Manica dopo una terribile disfatta alleata in terra francese diventata ormai interamnete tedesco-nazista come gran parte dell'Europa), e questa ne è stata la ricostruzione cinematografica di Christopher Nolan. Perfetta, dicevo, dal punto di vista cinematografico. Ma algida. Senza patho, tantos da sembrarmi un videogioco. C'è stata più emozione e senso della realtà tremenda della guerra in una sola scena di "Salvate il soldato Ryan" (1998) -quando il Capitano (Tom Hanks) ferito alla fine muore svuotando il caricatore della sua pistola contro il nemico, che in tutto questo film. E per la cronaca, sebbene qui vi siano attori di buona caratura, ho avvertito una qualità più aderente alla realtà in altri film di guerra (o meglio sulla guerra) in certi film del passato che non in Dunkirk ricca di moderna tecnolgie che allora erano sconosciute: come in "The D Day" per esempio, di oltre 50'anni fa, e "Midway" ,quest'ultimo forte anche di grandissimi attori di carisma e talento irraggiungibili). Senza andare indietro a "Obiettivo Burma" (1945) in un magnifico bianco e nero. Ma questo dipende in genere dall'eccessivo uso degli effetti speciali (come in "Pearl Harbour", e non qui, dove il regista s'è affidato alla pellicola) alla straripante digitalizzazione e pixellizzazione. Roba fredda, appunto. Senz'anima. A parte la tragedia dei morti veri, naturalmente. E della guerra, come sempre una follia. Ps Nei titoli di coda si legge di un ringraziamento a "Sir Michael Caine": chissà per quale motivo.
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[+] non andrebbe fatto nemmeno il paragone
(di l''uomodellasala)
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ziosam
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venerdì 29 settembre 2017
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delicatamente epico
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Bello. Molto. Innanzitutto è uno di quei film da vedere assolutamente al cinema. Poi, è realistico come un documentario in presa diretta ma allo stesso tempo mai fastidioso e quasi garbato. Le immagini, la fotografia, le luci e il montaggio parlano da soli, tanto che i dialoghi non sono necessari ed infatti sono ridotti all'essenziale (così come d'altra parte si può immaginare fossero i veri dialoghi di quei momenti). Onore al merito agli attori, ma il personaggio probabilmente più interessante di tutti è la eccezionale colonna sonora di Zimmer, che recita anch'essa come fosse una voce narrante, utilizzando la scala Shepard per raccontarci una storia parallela a quella che vediamo con gli occhi e costituendo un perfetto trait d'union fra i tanti flashback e flashforward.
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Bello. Molto. Innanzitutto è uno di quei film da vedere assolutamente al cinema. Poi, è realistico come un documentario in presa diretta ma allo stesso tempo mai fastidioso e quasi garbato. Le immagini, la fotografia, le luci e il montaggio parlano da soli, tanto che i dialoghi non sono necessari ed infatti sono ridotti all'essenziale (così come d'altra parte si può immaginare fossero i veri dialoghi di quei momenti). Onore al merito agli attori, ma il personaggio probabilmente più interessante di tutti è la eccezionale colonna sonora di Zimmer, che recita anch'essa come fosse una voce narrante, utilizzando la scala Shepard per raccontarci una storia parallela a quella che vediamo con gli occhi e costituendo un perfetto trait d'union fra i tanti flashback e flashforward. Incollati alla poltrona dal primo all'ultimo momento. Bravo, Christopher Nolan! Voto 10.
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tmpsvita
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mercoledì 4 ottobre 2017
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dunkirk: un'emozione implacabile
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Christopher Nolan torna sul grande schermo, dopo quel, a parer mio, capolavoro di Interstellar, con un film appartenente ad un genere che ancora non aveva affrontato, ovvero il war movie ma lo fa in maniera del tutto nuova, personale, anticonvenzionale.
A detta di molti, si tratta del suo miglior film.
Nonostante ciò, avevo molto timore di vederlo perché, dopo aver visto Interstellar, uno dei miei film preferiti, sapevo che difficilmente Nolan sarebbe riuscito a raggiungere dei livelli così alti di qualità visiva, tecnica ma soprattutto emozionale.
Ma, ormai devo impararlo, Nolan non delude mai e realizza un film tecnicamente ineccepibile, con una fotografia tendente al blu che rende le varie sequenze visivamente suggestive, una regia impressionante, un uso molto variegato delle varie cineprese: si passa da un carrello ad una camera a mano, da una camera fissa (su un aereo o un'imbarcazione) a dei movimenti di macchina impressionanti ed in ogni inquadratura Nolan cattura delle immagini splendide, dalla maniacale e spasmodica precisione geometrica di un chirurgo del cinema che lui riesce sempre ad essere.
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Christopher Nolan torna sul grande schermo, dopo quel, a parer mio, capolavoro di Interstellar, con un film appartenente ad un genere che ancora non aveva affrontato, ovvero il war movie ma lo fa in maniera del tutto nuova, personale, anticonvenzionale.
A detta di molti, si tratta del suo miglior film.
Nonostante ciò, avevo molto timore di vederlo perché, dopo aver visto Interstellar, uno dei miei film preferiti, sapevo che difficilmente Nolan sarebbe riuscito a raggiungere dei livelli così alti di qualità visiva, tecnica ma soprattutto emozionale.
Ma, ormai devo impararlo, Nolan non delude mai e realizza un film tecnicamente ineccepibile, con una fotografia tendente al blu che rende le varie sequenze visivamente suggestive, una regia impressionante, un uso molto variegato delle varie cineprese: si passa da un carrello ad una camera a mano, da una camera fissa (su un aereo o un'imbarcazione) a dei movimenti di macchina impressionanti ed in ogni inquadratura Nolan cattura delle immagini splendide, dalla maniacale e spasmodica precisione geometrica di un chirurgo del cinema che lui riesce sempre ad essere.
Poi, a curare la colonna sonora ritroviamo il grande maestro Hans Zimmer che, come è suo solito fare (soprattutto in un film di Nolan), svolge un lavoro esemplare: ritroviamo quel ticchettio, già presente in Interstellar, quasi persistente e continuo che, con il suo aumentare e diminuire di intensità, contribuisce a rendere le sequenze più angoscianti e strazianti.
La tensione, il fiato corto, le mani che sudano e che stringono la ruvida stoffa della poltroncina, gli occhi che si fanno umidi, il battito del cuore accelerato e degli inevitabili respiri profondi nei momenti più intensi, questo è quello che solo un regista come Christopher Nolan riesce a farmi sentire ed è questo che ho provato durante quasi tutto il film.
Un immersione praticamente totale all'interno del racconto tanto da provare delle emozioni e delle sensazioni uniche e che raramente riesco a provare nella vita di tutti i giorni.
Merito anche delle interpretazioni dei vari attori qui presenti, ovvero Kenneth Branagh (che interpreta il miglior personaggio e lo fa con grande maestria), Harry Styles (prima performance da attore che si traduce in una possibile carriera attoriale molto promettente), Cillian Murphy (semplicemente perfetto), Mark Rylance ( dopo Il Ponte delle Spie continua a sfornare interpretazioni magistrali), Fionn Whitehead (sorprendente, una giovane promessa) e Tom Hardy ( attore dalle capacità sbalorditive, con solo l'uso degli occhi riesce a trasmettere al pubblico tutte le parole necessarie).
In generale il film, come avrete ben capito, mi ha emozionato davvero moltissimo anche se mi aveva leggermente colpito di più il suo precedente lavoro.
Nolan, inoltre, torna a raccontare la storia in maniera molto complessa con una narrazione non lineare, come aveva già sperimentato in passato con Memento, e proprio questo tipo di esposizione rende il film più interessante e molto meno mainstream.
E, nonostante si tratti di un film molto particolare, soprattutto per il genere, è riuscito comunque ad avere un incredibile successo e a riscontrare dei pareri più che positivi da diversi e molti tipi di pubblico che hanno condiviso un'esperienza unica. Perché Nolan riesce, non solo a farti a apprezzare i suoi film, ma anche a farti amare il cinema come non solo fonte di intrattenimento fine a se stesso ma come pura e meravigliosa arte.
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marcobrenni
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sabato 2 settembre 2017
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capolavoro che per lo stile ricorda apocalypse now
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Non mi dilungo sulla descrizione del film che già è stata perfettamente esposta in ingresso. Un film di guerra insolito come lo fu "Apocalypse Now" di F. Ford Coppola - talmente insolito da lasciare un segno indelebile. La bravura di Nolan è tale da immergerti completamente nell'incredibile sovrumana tensione di chi sa che potrebbe morire da un momento all' altro e non davanti ad un fronte di guerra compatto, ma piuttosto a casaccio, a sopresa totale in un atmosfera sempre irreale. Il nemico può colpire ovunque: dall'alto, dal mare, da sott'acqua e persino da terra: infatti tutto è solo caos e disordine - truppe allo sbando in attesa di un'evacuazione improbabile con mezzi per lo più fortuti.
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Non mi dilungo sulla descrizione del film che già è stata perfettamente esposta in ingresso. Un film di guerra insolito come lo fu "Apocalypse Now" di F. Ford Coppola - talmente insolito da lasciare un segno indelebile. La bravura di Nolan è tale da immergerti completamente nell'incredibile sovrumana tensione di chi sa che potrebbe morire da un momento all' altro e non davanti ad un fronte di guerra compatto, ma piuttosto a casaccio, a sopresa totale in un atmosfera sempre irreale. Il nemico può colpire ovunque: dall'alto, dal mare, da sott'acqua e persino da terra: infatti tutto è solo caos e disordine - truppe allo sbando in attesa di un'evacuazione improbabile con mezzi per lo più fortuti. Impossibile infatti l'uso di grandi mezzi d'imbarco per via degli attacchi arei nazisti e dei sommergibili. Vengono quindi in soccorso eroici mezzi civili, partiti dall'Inghilterra e condotti con estremo coraggio da gente qualsiasi: pescatori, commercianti, navigatori da diporto anche a vela (!). Incredibile l'ardimento che riesce a sviluppare la gente comune quandi si tratta di salvare i propri soldati, tanto più indispensabili per poter difendere l'Inghilterra da un probabile futuro sbarco nazista. Se non fosse riuscita l'operazione "Dynamo" o fuga da Dunkerque, l'Inghilterra sarebbe rimasta praticamente senza esercito - un'ipotesi da tregenda. Lo spettatore viene totalmente immerso in un ambiente di guerra assurdo, inusuale perché il nemico è ovunque e da nessuna parte, esattamente come in molte scene di "Apocalypse Now". Le immagini, la regia abilissima e il suono eccezionale di Hans Zimmer, ne fanno un film-incubo che lascia il segno. Un degno ricordo in memoria di moltissimi atti eroici frammentati, ma che insieme fanno un'operazione di guerra eroica, anche se compiuta in ritirata con abbandono di tutto l'eqipaggiamento militare. Incredibile come l'Inghilterra abbia poi potuto ricostruirsi per organizzare più tardi assieme agli Usa il fatale D-Day o sbarco in Normandia fatle per i nazisti. Capolavoro a tutto tondo, da vedere assolutamente anche come memoria storica !
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cammello
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lunedì 18 settembre 2017
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l'inganno di dunkirk
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Dunkirk è un film ingannevole. Nasconde infatti molto bene, grazie alla sua bellezza stilistica fatta di immagini ben costruite e - soprattutto - di musica avvolgente, le sue forti debolezze di sceneggiatura.
Le tre linee temporali - settimana giorno ora - che si intersecano durante lo svolgimento della storia richiedono un lavoro di fino che non riesce del tutto, risultando a volte fumoso.
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Dunkirk è un film ingannevole. Nasconde infatti molto bene, grazie alla sua bellezza stilistica fatta di immagini ben costruite e - soprattutto - di musica avvolgente, le sue forti debolezze di sceneggiatura.
Le tre linee temporali - settimana giorno ora - che si intersecano durante lo svolgimento della storia richiedono un lavoro di fino che non riesce del tutto, risultando a volte fumoso. Ad esempio quando, nella microstoria “giorno”, i tre protagonisti sembrano mettere in atto una “fuga di volontariato” per andare in prima persona in soccorso dei soldati, prima che la marina gli requisisca l’imbarcazione. Il viaggio dei tre personaggi risulta inoltre solitario. A fine film invece, i civili a bordo delle proprie bagnarole sono addirittura centinaia. Queste due immagini sono in contrasto e riducono la credibilità della sceneggiatura.
Nolan conferma la sua bravura dietro alla macchina da presa, senza però dare una ragione valida per dire qualcosa di più sulla sua prova. Niente di “speciale”, “inarrivabile” o “magico”.
Nel complesso il film è molto scorrevole e molto curato nei costumi, che permettono allo spettatore di calarsi nel contesto storico in cui è ambientata la pellicola donando un imprecisato sentimento di nostalgia.
L’emozione che più risulta dalla visione del film è comunque la tensione, alimentata con costanza dalle musiche di Hans Zimmer e da un ticchettio sempre più invadente. In generale Dunkirk è però quasi sterile, non in grado di regalare abbastanza empatia con i personaggi da permettere di condividerne forti emozioni.
Nel corso degli anni Christopher Nolan ha abituato il pubblico a film bellissimi, di massa. Ma dopo Inception - anche Interstellar per quanto strepitoso era in alcuni punti poco credibile - non è riuscito a fare quello stesso passo in più, se non uno ulteriore, verso la realizzazione di un masterpiece.
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pedu72
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giovedì 5 ottobre 2017
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epichetta pro england in tempo di brexit...
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Boh, va bene tutte le manfrine sulla dilatazione/contrazione del tempo, ok sulle tre sequenze belliche parallele e incrociate (noiosette, peraltro...), d'accordo sulla cromaticità grigio-ocra e il paesaggio desolato e sconfinato... Ma poi, tutte queste belle cose, a che cosa servono? (in fondo un film dovrebbe narrare una storia, trasmettere emozioni, costruire/decostruire un senso, offrire un'interpretazione...). A parte le solite sbrodolate sulla difesa eroica (da parte dei bravi inglesi, vecchietti compresi...) della libertà, della patria, del futuro, del mondo e dell'umanità (contro i prefidi nazi, qui - come al solito - manco degnati di un volto o di una voce), che cosa ci resta della per fortuna breve oretta e mezzo di proiezione? un filmetto di propaganda pro England, buono per le scuole medie in tempo di Brexit.
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Boh, va bene tutte le manfrine sulla dilatazione/contrazione del tempo, ok sulle tre sequenze belliche parallele e incrociate (noiosette, peraltro...), d'accordo sulla cromaticità grigio-ocra e il paesaggio desolato e sconfinato... Ma poi, tutte queste belle cose, a che cosa servono? (in fondo un film dovrebbe narrare una storia, trasmettere emozioni, costruire/decostruire un senso, offrire un'interpretazione...). A parte le solite sbrodolate sulla difesa eroica (da parte dei bravi inglesi, vecchietti compresi...) della libertà, della patria, del futuro, del mondo e dell'umanità (contro i prefidi nazi, qui - come al solito - manco degnati di un volto o di una voce), che cosa ci resta della per fortuna breve oretta e mezzo di proiezione? un filmetto di propaganda pro England, buono per le scuole medie in tempo di Brexit... Alleluja! (a quando una produzione italica sulla ritirata di Russia? almeno potremmo identificarci nei fanti nella neve, palpitare per qualche nostro avo, avvertire un brivido patriottico... Dobbiamo per sempre guardare le altrui epopee, e pure goderne, eterni schiavi...?!)
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rumon
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venerdì 6 ottobre 2017
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occasione sprecata
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Ricordo la sequenza di un film su Dunkerque, che purtroppo non sono riuscita a ritrovare, di un'opera girata poco dopo la fine della guerra. I mezzi tecnici erano primitivi, in confronto a quelli attuali. Ma la scena del salvataggio dei soldati, ad opera di una flotta raccogliticcia di natanti di ogni dimensione e tipo, pur se sgranata, troppo scura, etc., era coinvolgente, emozionava; tanto che ho dimenticato gran parte del film, ma non quella scena. Nel resto di quel film, c'era anche la ricostruzione di ciò che avevano fatto i comandi dell'una e dell'altra parte, per arrivare alla situazione drammatica di Dunkerque, con un intero esercito bloccato, che rischiava l'annientamento.
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Ricordo la sequenza di un film su Dunkerque, che purtroppo non sono riuscita a ritrovare, di un'opera girata poco dopo la fine della guerra. I mezzi tecnici erano primitivi, in confronto a quelli attuali. Ma la scena del salvataggio dei soldati, ad opera di una flotta raccogliticcia di natanti di ogni dimensione e tipo, pur se sgranata, troppo scura, etc., era coinvolgente, emozionava; tanto che ho dimenticato gran parte del film, ma non quella scena. Nel resto di quel film, c'era anche la ricostruzione di ciò che avevano fatto i comandi dell'una e dell'altra parte, per arrivare alla situazione drammatica di Dunkerque, con un intero esercito bloccato, che rischiava l'annientamento. In questo film, si vedono solo gli inglesi. Non c'è alcuna ricostruzione del contesto della guerra e delle cause di quella situazione da vicolo cieco. Quindi è un film che non serve a chi è in cerca di un'opera che lo aiuti a capire la Storia, almeno quella della II Guerra Mondiale. Non c'è pathos. Le scene inziali sono confuse, non coinvolgono. I due unici personaggi non inglesi, il francese e l'olandese, sono attaccati alla sceneggiatura con la colla da post-it. La storia del ragazzino che scappa di casa per salpare in soccorso dei connazional è esageratamente sviluppata; in certi momenti sembra che il film non sia su Dunkerque, ma su un ragazzino che va a Dunkerque. I personaggi non sono scavati; sono figurine ritagliate. Nelle scene di salvataggio si vedono pochi natanti. Tutto questo contrasta con i mezzi tecnici attualmente disponibili, che avrebbero consentito di fare ben altro, e con la lunga lista di persone coinvolte, nei titoli di coda: la produzione coinvolge anche francesi e olandesi (e questo spiega le due figurine ritagliate da post-it) e addirittura l'associazione dei proprietari di natanti che parteciparono all'impresa di allora. Domanda fatidica: vale il prezzo del biglietto? No.
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[+] perfettamente d'accordo con te
(di dodix2013)
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