Titolo internazionale | Plot 35 |
Anno | 2017 |
Genere | Documentario |
Produzione | Francia |
Durata | 67 minuti |
Regia di | Éric Caravaca |
Attori | Angela Caravaca, Gilberto Caravaca, Olivier Caravaca, Baltasar Caravaca Jean-François Mondéjar, Claudia Pacanari. |
MYmonetro | 2,50 su 1 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento lunedì 22 maggio 2017
Un'indagine dolorosa sulle tracce di una sorellina scomparsa all'età di tre anni che la famiglia del regista ha tentato invano di dimenticare.
CONSIGLIATO NÌ
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Christine è il nome di una bambina dai boccoli biondi. Ha tre anni e un problema fisico. Forse al cuore, forse alla testa, forse il problema non è neanche suo ma solo nello sguardo di chi fatica ad accettare la sua nascita. E la sua morte improvvisa. Un lutto che non viene mai elaborato veramente, ma subito cancellato da una coppia di genitori che continua a credere nella famiglia, a fare figli. Ne fa due, senza pero' mai parlare loro di Christine. Resta soltanto un nome sopra una tomba, per giunta senza foto: le sue immagini sono state bruciate. Tutte, nessuna esclusa. Come pure ogni filmato riguardante lei. Che ne è stato di Christine? Che ne è di tutte quelle esistenze cancellate per troppo dolore?
L'attore e fotografo Eric Caravaca firma da regista un film che pesca direttamente dal suo vissuto.
Christine, avverte fin dalla prima scena con una misurata voice over, è sua sorella, la sorella che mai immaginava di avere. Utilizza, e non potrebbe fare diversamente, uno stile fortemente documentaristico, che non risparmia primi piani sui propri genitori del tutto inconsapevoli delle domande a cui vengono sottoposti. Un interrogatorio familiare, come tale pieno di dolore e di menzogne, di silenzi e mezze verità. Lo scopo dichiarato è arrivare a fare luce sul passato, scoprire chi era davvero Christine, come mai è morta, perché la sua storia è stata per anni nascosta e forzatamente spinta nell'oblio.
Presentato fuori concorso alla 70ma edizione del Festival di Cannes, Plot 35 trae il suo nome da un posto spettrale, quello dove Christine è sepolta. Nel silenzio generale di una famiglia stravolta dal dolore e dalla vergogna, perché Christine non è una bambina "normale" - per quanto significato possa avere tale aggettivo - e viene nascosta agli occhi di tutti, trasportata da un Paese all'altro per sfuggire agli occhi indiscreti e giudiziosi della gente. Caravaca racconta il tutto con un approccio molto personale, nel tentativo costante di contestualizzare la sua piccola grande storia familiare nel quadro più complesso della Storia universale. Utilizza pertanto materiale di repertorio per raccontare accadimenti storici, ma sono le scene di racconto di vita personale quelle che restano più impresse.
Da un punto di vista di operazione artistica, è indubbiamente interessante il tentativo cinematografico di disseppellimento di un segreto familiare, di condivisione del più proprio, di esposizione totale della propria intimità. Per le intenzioni, e solo nella parte di disvelamento della storia familiare, può ricordare Sangue di Pippo del Bono. Visivamente notevole, Plot 35 rischia tuttavia di accartocciarsi proprio sul suo punto di forza e restare una testimonianza solispistica, una traccia isolata di un passaggio - quello della piccola Christine - senza avere tuttavia mai la forza di farsi racconto più universale e coinvolgente per chi lo guarda.