Revenant - Redivivo |
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Un film di Alejandro G. Iñárritu.
Con Leonardo DiCaprio, Tom Hardy, Domhnall Gleeson, Will Poulter, Forrest Goodluck.
continua»
Titolo originale The Revenant.
Avventura,
Ratings: Kids+16,
durata 156 min.
- USA 2015.
- 20th Century Fox Italia
uscita sabato 16 gennaio 2016.
MYMONETRO
Revenant - Redivivo
valutazione media:
3,93
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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una ragione per sopravvivere ad ogni costodi ZararFeedback: 13464 | altri commenti e recensioni di Zarar |
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lunedì 18 gennaio 2016 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Sostiene Iñárritu che il percorso interiore di un individuo gli interessa di più di ogni realismo. E non è la prima volta che il regista ricostruisce un percorso interiore doloroso, che comincia con una disperazione, qualcosa che avverti come un’ingiustizia radicale, che diventa un’ossessione divorante fino a portarti in una dimensione altra, dove puoi l’impossibile, e diventi tutt’uno con il tuo obiettivo: pareggiare i conti, rivendicare la giustizia che ti è stata negata. Era già in ‘Birdman’, assume una dimensione titanica in questo ‘The Revenant’. La vicenda è ispirata a una storia vera, quella dell’esploratore e cacciatore di pelli Hugh Glass che, nel 1823, durante una spedizione commerciale nell’alta valle del Missouri, fu abbandonato morente per l’aggressione di un’orsa da due compagni lasciati a custodirlo e riuscì incredibilmente a sopravvivere, a percorrere quasi 400 km, a raggiungere il luogo dove pensava di trovare chi lo aveva abbandonato. Frustrato più volte nel suo tentativo di vendicarsi, accettò alla fine un’ingente risarcimento in denaro. La fiction esaspera il dramma in questa storia straordinaria, romanzata da M. Punke nel 2002: si immagina che Glass abbia avuto, da una moglie indiana amata e perduta, un figlio che lo segue nelle sue peregrinazioni. Quando è abbandonato moribondo in mezzo al nulla, gli uccidono anche il figlio, che ha tentato di fermare i fuggitivi. Colpito a morte due volte, nel corpo e negli affetti, il personaggio impegna se stesso in una lotta sovrumana, al di là di ogni realismo o verosimiglianza, per sopravvivere alle ferite, alla fame e a mille insidie e tornare alla base, e così vendicare se stesso ma soprattutto il figlio perduto. Ce la farà. E quando chi l’ha tradito sarà morto, la visione della moglie serena finalmente scioglierà l’enorme fardello, il nodo di tensione violenta che l’ha tenuto in piedi; tutto è finito, e sulla sua faccia spossata leggeremo che vita o morte a quel punto sono del tutto indifferenti. Il teatro forniva lo scenario – reale e metaforico - al dramma di Birdman; lo squallore grigio e minaccioso, alla Eisenstein, di un desolato paesaggio invernale riporta alle radici dell’esistenza e assolutizza l’odissea del Revenant. Liberatosi dal simbolismo insistito e teatrale di Birdman, Iñárritu disegna un mondo gelido e feroce, in cui alla violenza inconsapevole della natura si aggiunge quella consapevole degli uomini, appena rischiarata qua e là da barlumi di umanità. Non c’è fine alla guerra di tutti contro tutti, americani e francesi, soldati e civili, indiani di diverse tribù, sotto un cielo indifferente che appare lontanissimo tra le cime degli alberi, irraggiungibile. Di fronte a questo c’è – rappresentato da un grande Di Caprio - il titanismo di chi ha una forte sostanza umana e non si arrende finché ha un attimo di respiro, per vivere, se ha ragioni per vivere, per rivendicare la giustizia, l’umanità e l’amore violati anche quando non ha più ragioni per vivere. E’ questo – non tanto la vendetta in sé - che dà un senso all’impresa sovrumana di Glass e alle più sfumate ma non meno importanti storie parallele dei pochissimi che lo aiutano. Non è un caso che alla fine il protagonista, dopo aver sopraffatto l’avversario, deleghi la vendetta a un’altra mano, dopo aver superato l’impensabile proprio per arrivare a quel momento. Film da vedere, anche se la violenza delle immagini è quasi intollerabile e se una maggiore brevità avrebbe giovato.
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