Youth - La giovinezza |
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Un film di Paolo Sorrentino.
Con Michael Caine, Harvey Keitel, Rachel Weisz, Paul Dano.
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Titolo originale Youth.
Drammatico,
Ratings: Kids+13,
durata 118 min.
- Italia, Francia, Svizzera, Gran Bretagna 2015.
- Medusa
uscita mercoledì 20 maggio 2015.
MYMONETRO
Youth - La giovinezza
valutazione media:
3,65
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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Youth - Inno alla giovinezzadi redroseFeedback: 1655 | altri commenti e recensioni di redrose |
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giovedì 11 giugno 2015 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Premesso che tutti i film di Sorrentino necessitano, a mio avviso, di lungo processo di metabolizzazione e di successive e approfondite visioni, per godere a pieno di tutte le sfumature e per ascoltare con attenzione gli apparentemente vacui ed esigui dialoghi, anche questa volta si esce dalla sala costernati, come quando ci si sveglia bruscamente da un sogno popolato da personaggi eccentrici, la cui esistenza sembrerebbe giustamente insignificante. “Le emozioni sono sopravvalutate” afferma il protagonista, e lo sono così tanto da farle fuori dalla propria vita…ma è davvero così? Fred Ballinger (interpretato dal bravo e longevo Michael Caine) è apatico e annoiato quanto Jep Gambardella: direttore d’orchestra in pensione, è un uomo che non ha più interesse per nulla, guarda indietro nel passato ma nello stesso tempo lo rifiuta; non ha voglia di tornare a dirigere, respinge ogni proposta di scrivere un libro, non ha un bel rapporto con la figlia (un simpaticone insomma). Dall’altra parte della barricata invece, il caro “vecchio” amico di sempre Mick Boyle (Harvey Keitel), un anziano regista ancora in cerca di consacrazione, aggrappato saldamente al passato, forse anche troppo. E poi tanti personaggi che si ritrovano in un lussuoso albergo di budapestiana memoria ai piedi delle Alpi, a vivere il proprio tempo con leggerezza, la stessa leggerezza, che in fondo, si farà mal di vivere e perversione. Gli ospiti che abitano questo set onirico sono lì proprio per restituirci il senso e il valore delle emozioni: il potere del desiderio che permette al monaco tibetano di liberare la sua testa dalle leggi della fisica, la nostalgia per il passato del più grande calciatore della storia (un finto e se possibile ancor più sfatto Diego Armando Maradona); un intenso Paul Dano nei panni del tormentato Jimmy Tree, il divo di supereroi che viene screditato con parole sapienti da una stupenda e infinitamente giovane Madalina Ghenea (Miss Universo); una figlia impegnativa, Lena, interpretata da una sensuale e matura Rachel Weisz che, come tutte le donne ferite dall’amore, non aspetta altro che di lasciarsi andare nelle braccia di un campione di free climbing. Insomma ognuno cerca a suo modo uno spiraglio di felicità. Youth è un film sulla la sacralità della giovinezza perché elogia la vecchiaia come un tempo maturo, un omaggio scomodo alla nostalgia che ogni tanto ti viene a cercare e ti obbliga a riflettere, sul tuo passato e su quel che resta del futuro. Anche in questa pellicola lo stile sorrentiniano è inconfondibile: onirico, visionario, barocco, irrimediabilmente lento e alla fine ineluttabilmente triste. O lo ami o lo odi, non ci sono vie di mezzo. I suoi frame sono quadri, o ti struggono e lasciano il segno o ti lasciano indifferente, è inutile discutere sulla mancanza di trama e sulla debolezza del soggetto. Non è questo il punto. Il punto è che la musica irrompe sulle scene, quasi quanto è dirompente la fotografia. E che un padre e una figlia riescono a dirsi quello che non si sono mai detti. Il punto è che il talento visivo del regista è indiscutibilmente suggestivo. “Tutto dipende da come metti il cannocchiale. Da che lente usi per guardare il mondo”. Lo stesso vale per questo film, usate tutti i vostri sensi e lasciatevi guidare. Vi piacerà.
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