Anno | 2014 |
Genere | Drammatico |
Produzione | Gran Bretagna |
Durata | 101 minuti |
Regia di | Kit Monkman, Marcus Romer |
Attori | Jack McMullen, Reece Dinsdale, Jamie Shelton, Oliver Lee, Charles Mnene Rosie Goddard, Andrew Ellis, Reece Douglas, Kerron Darby, Haruka Abe, Richard Crehan, Alfie Stewart, Josh Benson, Andrew Dunn (II), Natalie Gavin, Katherine Dow Blyton, Sarah Baxendale, Josh Brown, Andrina Carroll, Tom Collins (II), Tom Cottam, Fine Time Fontayne, Grace Meurisse Francis, Coco Hoyle-Ansett, Ash Matthews, Sara Poyzer, Millie Romer. |
MYmonetro | 3,00 su 1 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento martedì 23 settembre 2014
Il film è basato sul best seller di Anthony McGowan.
CONSIGLIATO SÌ
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Cosa succede quando moriamo? Con questa domanda Paul Varderman inizia a riavvolgere il nastro dei propri ricordi, trasportandoci agli inizi di una storia che cambierà la sua vita. Paul è un adolescente inglese che, dopo la tragica morte della madre, è costretto a trasferirsi nella città natale del padre. Nuova città, nuova scuola e nuovi amici, ma Paul non sembra pronto per tutti questi cambiamenti. In poco tempo si ritrova tra due fuochi: da una parte Maddy e Shane, che lo accolgono benevolmente nel loro gruppo di "freaks" emarginati; dall'altra Roth, il bullo della scuola che lo prende in simpatia e lo nella sua gang. E tra queste due strade si gioca il destino di Paul, un destino che appare già scritto, perché "non puoi cambiare il corso delle cose". Tutto ruota intorno ad un coltello, un regalo di Roth: il coltello che ha ucciso Paul, come inaspettatamente ci svela lui stesso all'inizio del film. Ma quell'arma ha una lama profonda, tanto profonda da segnare non solo la sorte di Paul, ma quella di tutte le persone a lui vicine.
The Knife That Killed Me è il primo lungometraggio dei due inglesi Kit Monkman, regista di video musicali e fondatore del KMA, e Marcus Romer, autore di teatro. Tratto dall'omonimo romanzo di Anthony McGowan, è un thriller dalle tinte scurissime che, attraverso un'analisi del fenomeno del bullismo, si interroga sui temi della violenza e della morte in maniera originale ed atipica. Fondendo cinema e teatro, i due registi inglesi creano scenografie surreali in cui ciò che circonda i protagonisti, dai muri di una scuola a quelli spaventosamente simili del carcere, sembra fluttuare in aria, avvolgendo tutto come una nube fatta di abbandono e decadenza, in un'oscurità che imprigiona l'uomo e non lascia spazio a luce e speranza.
E non esiste salvezza, perché "gli dei crudeli sono più forti di quelli buoni" e l'essere umano è vittima inerme di un destino quasi mitologico.