Un ragionevole dubbio

Film 2014 | Thriller, 91 min.

Regia di Peter Howitt. Un film con Dominic Cooper, Gloria Reuben, Ryan Robbins, Erin Karpluk, Dylan Taylor, Samuel L. Jackson. Cast completo Titolo originale: Reasonable Doubt. Genere Thriller, - USA, 2014, durata 91 minuti. Uscita cinema giovedì 6 marzo 2014 distribuito da Adler Entertainment. - MYmonetro 1,69 su 4 recensioni tra critica, pubblico e dizionari.

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Ultimo aggiornamento venerdì 7 marzo 2014

Un legal thriller ricco di suspence e colpi di scena per i due popolari attori reduci dai successi Marvel. In Italia al Box Office Un ragionevole dubbio ha incassato 137 mila euro .

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Consigliato assolutamente no!
1,69/5
MYMOVIES 1,00
CRITICA 1,50
PUBBLICO 2,56
CONSIGLIATO NO
Un legal thriller prevedibile risollevato dall'inventiva di alcune sequenze e da qualche exploit interpretativo.
Recensione di Emanuele Sacchi
Recensione di Emanuele Sacchi

Mitch è un procuratore distrettuale infallibile, che non ha mai perso una causa. Una sera si concede un po' di baldoria con i colleghi, ma decide comunque di tornare a casa in auto; terrorizzato dalla polizia finisce per investire un uomo, ridotto in fin di vita, e lo abbandona dopo aver chiamato un'ambulanza. Venuto a sapere della morte dello stesso e dell'arresto di un presunto omicida, fa di tutto per ottenere il caso e scagionare l'imputato, un meccanico di nome Clinton Davis. Capita sempre più di rado di assistere all'esplicito disconoscimento di un'opera, come all'epoca dei film firmati Alan Smithee, ma Peter Howitt, regista di Sliding Doors, adatta ai giorni nostri l'antica usanza, scegliendo di firmare con lo pseudonimo di Peter P. Croudins.
Basta poco per comprenderne le ragioni. Dopo decenni di legal thriller che hanno invaso piccoli e grandi schermi, è sempre più arduo affrontare il genere e aggirarne i cliché: specie senza essere sorretti da una sceneggiatura di sostanza, forte di colpi di scena credibili, e con l'aggravante di una colonna sonora che enfatizza con un crescendo insistito ogni sequenza, spesso a prescindere dal contesto filmico. Una volta esisteva il cinema di serie B, che faceva di necessità virtù, concentrando gli sforzi su script anche sensazionalisti, per ottemperare alle manchevolezze della produzione. Oggi che lo scenario è profondamente mutato e la serie B è stata in parte rimpiazzata dalle serie Tv e dal loro boom, al cinema si chiede altro; ma niente di questo altro rientra in quel che Un ragionevole dubbio è in grado di dare.
È facile intuire come procederà la parabola dell'avvocato che non perde una causa e che ha sviluppato una corazza di egotico cinismo, costretto a sprofondare e a vivere il peggiore dei contrappassi per poter ritrovare se stesso. Un percorso prevedibile, destinato a essere risollevato dall'inventiva di alcune sequenze o da qualche exploit interpretativo, elementi che purtroppo latitano. È il volto stesso degli attori coinvolti a denunciare una sensazione che pare di sconforto generale: Samuel Jackson non è nuovo a ruoli su commissione, ma mai come in Un ragionevole dubbio sembra ingabbiato in un personaggio bidimensionale, incapace (o semplicemente privo della volontà, dello stimolo) di infilare uno dei suoi guizzi, di donare il colore che manca a un'opera esangue. La breve durata, infine, evidentemente costretta sotto gli 80 minuti da ragioni extradiegetiche, porta a un'accelerazione forzata e innaturale del ritmo, verso l'ovvia risoluzione. Quel che partiva con un ragionevole dubbio si è trasformato in una desolante certezza.

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PUBBLICO
RECENSIONI DALLA PARTE DEL PUBBLICO
lunedì 10 marzo 2014
Flyanto

 Film in cui si racconta di un giovane avvocato, padre di famiglia, che al ritorno da una serata di festeggiamenti, essendo un pò brillo, investe un uomo con la macchina e non gli presta alcun soccorso. Da questo momento per il protagonista accadrà una serie di avvenimenti che gli renderanno la propria esistenza non più tranquilla, dal processo ad un uomo di colore accusato [...] Vai alla recensione »

mercoledì 26 marzo 2014
ultimoboyscout

La carriera del brillante procuratore distrettuale Mitch Brockden (che ha la faccia non proprio simaptica di Dominic Cooper) sembra sul punto di fermarsi bruscamente quando dopo una serata di bisboccia, sulla strada ghiacciata, travolge un pedone. Il giovane uomo di legge chiama i soccorsi e scappa ma si prende a cuore le sorti dell'accusato al suo posto, visto anche che l'investito muore. Vai alla recensione »

venerdì 7 marzo 2014
brian77

Piccolo thriller basato su situazioni convenzionali, ma che si vede benone, anche se non ha invenzioni e qua e là dimostra anche qualche banalità maldestra. E il regista è quello di Sliding Doors, un inglese frigidino, non appartiene certo alla tradizione del cinema B americano. Però lo spirito è quello per cui si va al cinema.

lunedì 30 marzo 2015
Jessepinkman

ma siete sempre critici e negativi! ho letto prima le recensioni prima di guardare il film, era meglio non vi leggevo.. sono parito prevenuto negativamente invece mi è piaciuto molto. sono altri film brutti non di certo questo. e poi c'è samuel jacson quindi non puo essere negativo

domenica 7 dicembre 2014
Liuk

Colpo di scena svelato dopo mezz'ora! incredibile ma vero. Con un montaggio diverso ed una timeline modificata, poteva anche essere un buon film. Così è solamente noioso e scontato.

lunedì 27 ottobre 2014
albertocapece

Francamente mi sfugge il motivo per cui un prodotto di routine, in mezzo a tanti altri, incappi nella severità delle critiche, tanto da meritarsi meno stelle di qualche film assolutamente invedibile e pieno di trucchetti per simulare l'originalità che manca. D'accordo che non sia un capolavoro, ma insomma tirare fuori l'abbondanza di cliché sui quali del resto vive alla grande il cinema americano o [...] Vai alla recensione »

venerdì 21 febbraio 2014
GIUSEPPESIZA

Ho trovato il film ben interpretato. La suspance mantiene interessante il film fino quasi al termine, il finale è stato banalizzato dal regista.

venerdì 3 aprile 2015
stefano bruzzone

 Peccato, perchè il film è partito bene. Buona sceneggiatura per una storia apparentemente accattivante e originale. Buona anche la regia e l'interpretazione del cast. Man mano che il film si sviluppa cade nel banale perdendo di interesse e rendendolo fiacco e prevedibile. Finale già scritto Voto: 5

lunedì 30 marzo 2015
elgatoloco

Da un film come questo, francamente, c'è poco da aspettarsi, poco da sperare. Tutto è abbastanza scontato, fin dall'inizio, anche senza voler osservare tutto troppo(o molto)attentamente. Poca roba, si diceva: non c'è molto"swing", in questo film, dall'ambientazione para-natalizia (non sviluppata),  con un procuratore"pseudo-colpevole"(e [...] Vai alla recensione »

martedì 27 maggio 2014
criticopolis

Giudizio analitico: un avvocato rampante investe un tizio e scappa senza soccorrerlo, perche' l'incidente potrebbe rovinargli la carriera. Per redimersi farà il difensore dell'uomo di colore che viene incriminato per l'omicidio dell'investito, in apparenza ingiustamente, in realtà accidenti è proprio lui il maniaco assassino. Zero emozioni, zero dialoghi, zero di tutto.

STAMPA
RECENSIONI DELLA CRITICA
Massimo Bertarelli
Il Giornale

Abominevole giallo, che, dopo una discreta partenza, barcolla paurosamente tra aule di tribunali, sensi di colpa e false piste. A Chicago l'ambizioso avvocato Dominic Cooper travolge un pedone col Suv. Terrorizzato, chiama un'ambulanza da un telefono pubblico e scappa. L'indomani apprende che l'uomo è morto e che il pirata, il meccanico Samuel T. Jackson, è già stato arrestato.

Roberto Nepoti
La Repubblica

A Chicago il procuratore distrettuale Mitch è avviato a una brillante carriera quando compie un passo falso: dopo festeggiamenti troppo alcolici si mette al volante e investe un pedone, con risultati mortali. Del fatto è accusato Clinton, un uomo dalla vita spezzata. Poiché l'avvocato opera per coprire le proprie responsabilità, Clinton la prende .comprensibilmente - male; e si rivela molto pericoloso. [...] Vai alla recensione »

Valerio Caprara
Il Mattino

Il pubblico, si sa, ama sempre molto i thriller, ma bisogna anche che i thriller si facciano amare dal pubblico. Prendiamo «Un ragionevole dubbio», che non a caso ha registrato gravi divergenze tra il regista (ricorso a uno pseudonimo) e la produzione: già lo spunto appare anche ai profani alquanto zoppicante; poi, man mano che la suspense cerca di fare capolino tra le tessere del puzzle, le lacune [...] Vai alla recensione »

SHOWTIME
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