Anno | 2014 |
Genere | Documentario, |
Produzione | Italia |
Durata | 70 minuti |
Regia di | Angelo Marotta |
Uscita | giovedì 22 gennaio 2015 |
Distribuzione | I Wonder Pictures |
Rating | Consigli per la visione di bambini e ragazzi: |
MYmonetro | 3,08 su 1 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento mercoledì 27 maggio 2015
25 settimane di gestazione. Questa è la soglia di sopravvivenza per i bambini nati prematuri. Se il piccolo viene al mondo prima, la felicità del neo-genitore resta sospesa.
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CONSIGLIATO SÌ
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TIN, acronimo di Terapia Intensiva Neonatale, è il reparto ospedaliero in cui si curano i nati prematuri. Vale a dire - secondo l'Organizzazione Mondiale della Sanità - quelli venuti alla luce sotto la soglia della trentasettesima settimana di gravidanza. Partendo da un'esperienza personale - ovvero la nascita prematura della figlia Rita, nata a 23 settimane di gestazione e vissuta per 4 mesi in incubatrice - Angelo Marotta si addentra in questo limbo terapeutico sconosciuto ai più, in cui neonati che pesano 500 grammi vengono monitorati all'interno di avanzatissimi gusci caldi - quasi piccole navicelle spaziali dotate di oblò per permettere il contatto tattile - che sostituiscono per mesi il ventre materno.
Grazie alla collaborazione della dirigenza e dello staff medico e infermieristico di diversi ospedali romani (San Camillo Forlanini, Sant'Eugenio, San Filippo Neri, San Pietro Fatebenefratelli) lo spettatore ha accesso ravvicinatissimo ad una dimensione incerta, fluttuante, liquida, in cui la possibilità di vita viene ridiscussa ogni giorno, e la speranza convive con la disperazione (come ricorda una delle madri intervistate). La macchina da presa avvicina questo micromondo di corpi fragilissimi, pelle trasparente, visi coperti dal respiratore, reazioni alle sollecitazioni e terapie. Una comunità di vite in potenza, a rischio di morte o malattia permanente. Oltre a Rita conosciamo Arianna (nata a 31 settimane), Aisha (25), Vittoria (24), Ascanio (27), Luca (23). Ma anche Manuel e Laura, che oggi hanno 15 e 18 anni: il primo, non vedente e aspirante musicista, cantante e fonico; la seconda, sorridente, consapevole, proiettata verso una maturità piena di speranze. Ognuno nella sua sorprendente unicità.
Innestando la tensione emotiva del drammatico e vitalissimo La guerra è dichiarata di Valerie Donzelli (2011) in uno stile piano e convenzionale vicino a Reparto maternità, serie di docu-reality trasmesso da Foxlife dal 2004, Piccoli così è un contributo misurato e ben delimitato su una sospensione destabilizzante per i genitori, una prova psicologica che ristabilisce priorità e crea una solidarietà inaspettata. Anche tra genitori e terapeuti, chiamati a sostenere i primi in un contesto d'impotente fragilità. Protagonisti a pari merito del documentario di Marotta sono queste coppie, insieme agli ex bambini, più o meno cresciuti, che con la loro determinazione a vivere danno un senso a tutto.
Tra un'intervista e l'altra ricorrono varie immagini acquatiche, forse a ricordare il liquido amniotico che è mancato ai loro figli. O forse proprio quello stallo tra il tempo in cui sono arrivati alla vita e quello in cui ci si aspettava arrivassero: una terra di mezzo incognita, studiata dalle macchine, monitorata dalla medicina ma indicibile, delicatissima, misteriosa.