Anno | 2013 |
Genere | Documentario, Musicale |
Produzione | USA, Serbia |
Durata | 84 minuti |
Regia di | Meerkat Media Collective, Alison Brockhouse, Bryan Chang, Sara Huneke, Dara Messinger, Eric Phillips-Horst, Adam Pogoff, Zara Serabian-Arthur, Jay Arthur Sterrenberg, Jeffrey Sterrenberg, Karim Tabbaa |
Attori | Emerson Hawley, Dejan Petrovic . |
Rating | Consigli per la visione di bambini e ragazzi: |
MYmonetro |
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Ultimo aggiornamento martedì 20 ottobre 2015
Questo documentario ci offre un ritratto profondo e a tratti inquietante di come le speranza e le paure dei diversi personaggi sociali di questa storia collidano tra loro, mentre cercano un terreno comune di condivisione.
CONSIGLIATO N.D.
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Ogni anno, in un piccolo villaggio serbo, ha luogo il più grande festival di fanfare al mondo, giunto alla sua 50esima edizione, che richiama più di mezzo milione di appassionati da ogni angolo della Terra. Il palcoscenico di questo melting pot è Guča: i suoi abitanti si preprano così ad accogliere queste orde multi-etniche con un misto di orgoglio nazionale e nervosismo causato dalla diffidenza.
Le generazioni più vecchie vivono ancora nel ricordo del periodo socialista e col peso sulle spalle della guerra mondiale, della frammentazione nazionalista, della pulizia etnica e dei bombardamenti americani che solo un decennio prima avevano fatto tremare Belgrado. Gli uomini d'affari di mezz'età sperano di capitalizzare su di un festival in crescita e dai grandi margini di guadagno. I più giovani, invece, si godono i migliori trombettisti del mondo eseguire le canzoni della propria tradizione musicale, sognando di esibirsi su quel palco, un giorno.
Sebbene ogniuno giunga fin qui per ballare, suonare e godersi la vita, i protagonisti di questo film compiono il loro pellegrinaggio musicale per motivi più profondi: il 25enne "maestro trombettista" Dejan Petrovic, campione in carica, torna per difendere il suo primato, spinto dalla sua forte identità serba; il Rom Demiran Ćerimović, trombettista di prim'ordine, combatte contro i pregiudizi ed il profondo razzismo che accompagna inevitabilmente la sua etnia per cercare di guadagnare qualche soldo per la sua famiglia disagiata; infine un'improbabile énsemble amatoriale newyorkese, la "Zlate Uste", giunge dalla lontana America per dimostrare, agli occhi di un popolo che porta ancora le cicatrici delle bombe NATO, di appartenere appieno a quel contesto.
Non appena il festival ha inizio, in un'esplosione di cacofonie di ottoni e sfrenati festeggiamenti, assistiamo al profondo potere unificatore della musica: perchè, nonostante le tensioni continuino a serpeggiare al di sotto della superficie e la situazione rimanga altamente infiammabile, il festival di Guča ci dimostra che, perfino tra popoli divisi da fratture etniche e politiche incolmabili, rimane quell'universale desiderio umano di identità comune, di gioia e di senso di appartenenza che, sebbene per quei pochi giorni, si farà sentire.