Questo documentario ci offre un ritratto profondo e a tratti inquietante di come le speranza e le paure dei diversi personaggi sociali di questa storia collidano tra loro, mentre cercano un terreno comune di condivisione. Espandi ▽
Ogni anno, in un piccolo villaggio serbo, ha luogo il più grande festival di fanfare al mondo, giunto alla sua 50esima edizione, che richiama più di mezzo milione di appassionati da ogni angolo della Terra. Il palcoscenico di questo melting pot è Guca: i suoi abitanti si preprano così ad accogliere queste orde multi-etniche con un misto di orgoglio nazionale e nervosismo causato dalla diffidenza. Le generazioni più vecchie vivono ancora nel ricordo del periodo socialista e col peso sulle spalle della guerra mondiale, della frammentazione nazionalista, della pulizia etnica e dei bombardamenti americani che solo un decennio prima avevano fatto tremare Belgrado. Gli uomini d'affari di mezz'età sperano di capitalizzare su di un festival in crescita e dai grandi margini di guadagno. I più giovani, invece, si godono i migliori trombettisti del mondo eseguire le canzoni della propria tradizione musicale, sognando di esibirsi su quel palco, un giorno. Sebbene ogniuno giunga fin qui per ballare, suonare e godersi la vita, i protagonisti di questo film compiono il loro pellegrinaggio musicale per motivi più profondi: il 25enne "maestro trombettista" Dejan Petrovic, campione in carica, torna per difendere il suo primato, spinto dalla sua forte identità serba; il Rom Demiran Cerimovic, trombettista di prim'ordine, combatte contro i pregiudizi ed il profondo razzismo che accompagna inevitabilmente la sua etnia per cercare di guadagnare qualche soldo per la sua famiglia disagiata; infine un'improbabile énsemble amatoriale newyorkese, la "Zlate Uste", giunge dalla lontana America per dimostrare, agli occhi di un popolo che porta ancora le cicatrici delle bombe NATO, di appartenere appieno a quel contesto.