clacla89
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mercoledì 21 marzo 2012
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"commedia drammatica" si addice parecchio
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Una commedia drammatica? No, piuttosto un film drammatico con attimi di ilarità.
Ozpetek questa volta lascia sullo sfondo la tematica gay, evita l'uso dell'onnipresente e sempre azzeccatissima Serra Yilmaz, ormai una certezza, e decide di buttarsi in una storia probabilmente troppo drammatica per essere accostata al nome "commedia": la seconda guerra mondiale, con morti torture e tradimenti. Indubbia la capacità di far ridere la sala del regista, ma è un film che non solo lascia l'amaro in bocca, ma lo fa sentire da metà storia in poi, causando quasi un senso di colpa nel trovarsi a ridere di persone (come ce ne sono state a centinaia) che hanno sofferto pene durissime e per cause giuste.
C'è una dicotomia fra l'universo dentro la villa e quello fuori, e resta sopportabile la contrapposizione fra il "bene" all'interno e il "male" all'esterno di essa, ma quando il secondo entra in casa cala una sensazione angosciosa a rompere gli equilibri.
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Una commedia drammatica? No, piuttosto un film drammatico con attimi di ilarità.
Ozpetek questa volta lascia sullo sfondo la tematica gay, evita l'uso dell'onnipresente e sempre azzeccatissima Serra Yilmaz, ormai una certezza, e decide di buttarsi in una storia probabilmente troppo drammatica per essere accostata al nome "commedia": la seconda guerra mondiale, con morti torture e tradimenti. Indubbia la capacità di far ridere la sala del regista, ma è un film che non solo lascia l'amaro in bocca, ma lo fa sentire da metà storia in poi, causando quasi un senso di colpa nel trovarsi a ridere di persone (come ce ne sono state a centinaia) che hanno sofferto pene durissime e per cause giuste.
C'è una dicotomia fra l'universo dentro la villa e quello fuori, e resta sopportabile la contrapposizione fra il "bene" all'interno e il "male" all'esterno di essa, ma quando il secondo entra in casa cala una sensazione angosciosa a rompere gli equilibri.
Da segnalare inoltre, il pessimo accento siciliano di Elio Germano.. Pietro Pontechievelli avrebbe fatto meglio a studiare un po' di dizione catanese..!
Di certo non il miglior film di Ozpetek, temo anzi, finora, che sia il peggiore, ma potrebbe essere un primo passo per un'evoluzione verso qualcosa di diverso dal solito: vedremo, per adesso non ci resta che aspettare la prossima uscita con questo home video.
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sergioart69
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domenica 1 aprile 2012
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il passato ed il presente, la verità e la finzione
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Il buon Ferzan Ozpetek anche stavolta coglie nel segno. In un' atmosfera rarefatta e di sogno nella quale passato e presente, finzione e realtà si fondono, viene celebrato il mistero ineffabile della vita e del suo motore: il destino. Anche in questo film il regista riesce a far vivere gli opposti in un unico grande affresco che riesce a emozionare e coinvolgere, senza sapere realmente quale tasto è stato schiacciato della tastiera interiore. Magia. Ozpetek si pone come maestro indiscusso di integrazione, in un periodo dove si brandiscono le parole solo per fini propagandistici egli riesce a mettere su pellicola il fremito difficilmente esprimibile della vita e del suo scorrere.
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Il buon Ferzan Ozpetek anche stavolta coglie nel segno. In un' atmosfera rarefatta e di sogno nella quale passato e presente, finzione e realtà si fondono, viene celebrato il mistero ineffabile della vita e del suo motore: il destino. Anche in questo film il regista riesce a far vivere gli opposti in un unico grande affresco che riesce a emozionare e coinvolgere, senza sapere realmente quale tasto è stato schiacciato della tastiera interiore. Magia. Ozpetek si pone come maestro indiscusso di integrazione, in un periodo dove si brandiscono le parole solo per fini propagandistici egli riesce a mettere su pellicola il fremito difficilmente esprimibile della vita e del suo scorrere.
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nicola barbera
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lunedì 19 marzo 2012
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magnifica presenza... quella di ozpetek!
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Magnifica presenza, quella di Ozpetek nell'ambito della cinematografia italiana! E magnifica l'interpretazione di Elio Germano, nei panni dell'entusiasta affittuario (entusiasta non per molto, a dire il vero) di una bella e solida casa alto borghese - magari un po' demodé - offerta sul mercato a prezzo stracciato...
Ma andiamo con ordine: i meriti intrinseci del film non sono pochi, ma quello che più colpisce è la maturità complessiva raggiunta da un regista che davvero non sbaglia più un colpo...
Anche una storia tutto sommato abbastanza "semplice" - l'incontro tra un aspirante attore e una compagnia di attori "veri" che però hanno il limite insuperabile di essere dei... fantasmi - diventa godibilissima e coinvolgente in virtù dell'equilibrio compositivo generale, del ritmo nè frenetico nè lento, dell'assoluta assenza di sbavature nel copione e nelle interpretazioni (fra le quali svetta, accanto a quella di Germano, l'intensissimo cameo di Anna Proclemer).
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Magnifica presenza, quella di Ozpetek nell'ambito della cinematografia italiana! E magnifica l'interpretazione di Elio Germano, nei panni dell'entusiasta affittuario (entusiasta non per molto, a dire il vero) di una bella e solida casa alto borghese - magari un po' demodé - offerta sul mercato a prezzo stracciato...
Ma andiamo con ordine: i meriti intrinseci del film non sono pochi, ma quello che più colpisce è la maturità complessiva raggiunta da un regista che davvero non sbaglia più un colpo...
Anche una storia tutto sommato abbastanza "semplice" - l'incontro tra un aspirante attore e una compagnia di attori "veri" che però hanno il limite insuperabile di essere dei... fantasmi - diventa godibilissima e coinvolgente in virtù dell'equilibrio compositivo generale, del ritmo nè frenetico nè lento, dell'assoluta assenza di sbavature nel copione e nelle interpretazioni (fra le quali svetta, accanto a quella di Germano, l'intensissimo cameo di Anna Proclemer).
Sulla storia in sé è buona regola anticipare il meno possibile. Mi limito a osservare che se il protagonista ricaverà dall'insolito rapporto con gli educatissimi "spiriti" una crescita sul piano artistico e più ancora su quello personale - che verosimilmente gli consentirà di vivere in maniera più serena anche la propria sessualità - saranno invece i suoi "ospiti" a trarre dall'incontro i maggiori vantaggi: "intrappolati" nella tragica realtà dell'Italia del 1943, scopriranno gradualmente che molte cose sono cambiate (ma non tutte) e si ritroveranno perfino a cercare su Google - nella scena più commovente del film - le notizie che più stanno loro a cuore...
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(di maximo33)
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(di tiberiano)
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angela t
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mercoledì 21 marzo 2012
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magnica visione
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Magnifica presenza di Ferzan Ozpetek è una commedia drammatica che ha come protagonista Pietro Ponte (interpretato da un Elio Germano in crescendo continuo). Pietro è un giovane ragazzo siciliano che di notte inforna cornetti e di giorno sogna di fare l’attore. E per inseguire il suo sogno si trasferisce a Roma, in una bella e economicamente accessibile casa in un caratteristico quartiere. Ad aiutarlo è la cugina di secondo grado Maria (Paola Minaccioni), preoccupata che Pietro vada a vivere da solo. Ma ben presto Pietro scoprirà di non essere solo. Con lui infatti c’è un’intera troupe teatrale morta in quella casa nel 1943. In quella casa ci sono dei fantasmi dunque, ma non passano attraverso le porte, non spaventano e non sono evanescenti.
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Magnifica presenza di Ferzan Ozpetek è una commedia drammatica che ha come protagonista Pietro Ponte (interpretato da un Elio Germano in crescendo continuo). Pietro è un giovane ragazzo siciliano che di notte inforna cornetti e di giorno sogna di fare l’attore. E per inseguire il suo sogno si trasferisce a Roma, in una bella e economicamente accessibile casa in un caratteristico quartiere. Ad aiutarlo è la cugina di secondo grado Maria (Paola Minaccioni), preoccupata che Pietro vada a vivere da solo. Ma ben presto Pietro scoprirà di non essere solo. Con lui infatti c’è un’intera troupe teatrale morta in quella casa nel 1943. In quella casa ci sono dei fantasmi dunque, ma non passano attraverso le porte, non spaventano e non sono evanescenti. Non hanno quelle caratteristiche che si è abituati ad attribuire alla categoria. In più non possono uscire dalla casa.
Pietro è spaventato e noi con lui. Ozpetek percorre però brevemente il sentiero del thriller, per lasciare il posto alla commedia e al dramma. Alla paura presto si sostituisce la curiosità; Pietro comincerà a parlare con queste presenze, loro lo aiuteranno e egli aiuterà loro e saranno l’uno per gli altri “magnifiche presenze”. Questa è in parte la chiave.
In Magnifica presenza ritroviamo tutti gli elementi cari ad Ozpetek: l’omosessualità (Pietro è omosessuale); la famiglia come base necessaria della vita (i fantasmi diventeranno per Pietro come una famiglia, una famiglia più vera di quella genetica); la Turchia; i dolci (questa volta realizzati, ma non gustati); lo specchio (che dovrebbe mostrare ciò che è reale, ma che ci mostra quello che per Pietro,e anche per noi, è reale, ma che non esiste per tutti gli altri) e la storia, personale e dell’Italia, che non può mai mancare.
A questo proposito vorrei fare un’osservazione: Pietro vuole completare il suo album di figurine sul Rinascimento, la figurina più introvabile è la numero uno, è Garibaldi; un attore della troupe la trova e gliela nasconde, per fargliela avere solo alla fine. Con Garibaldi ora l’album è completo, i fantasmi sono liberi di andare e Pietro ha trovato se stesso, il cerchio si chiude e l’Italia è unita.
Ozpetek è un maestro nel curare i dettagli e ogni riferimento a cose o persone non è mai casuale. Per questo guardare un suo film una sola volta non basta mai.
Bellissima la scena finale, che sembra quasi un grazie che Ozpetek rivolge allo spettatore.
Un consiglio: fatevi prendere per mano , lasciate il regista vi guidi e sarà come essere cullati. La finzione diventerà realtà. <<La menzogna alle volte può essere convincente ...la realtà lo è molto di più>>.
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diego p.
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giovedì 29 marzo 2012
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buono ma con alcune pecche di sceneggiatura
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MAGNIFICA PRESENZA
VOTO: 7 e 1/2
CRITICA DI: Diego Pigiu III
TRAMA: Pietro Ponte (Elio Germano) di notte sforna cornetti, di giorno si presenta ai provini, il suo desiderio? Diventare attore, e per farlo serve trasferirsi a Roma, trova un antico e decadente appartamento in zona Monteverde, del quale solo lui riesce a vederne il fascino dello stile del passato, da persona romantica e disincantata ma allo stesso tempo minuziosa e maniacalmente precisa decide che fa al caso suo e grazie alla cugina riesce a prenderlo in affitto. Rumori nella notte, porte cigolanti che si aprono, musiche d’altri tempi che prendon vita, Pietro in quella casa non è solo, e ben presto gli si presentano le magnifiche presenze: fantasmi di attori scomparsi misteriosamente nel 1943 che vogliono essere liberati, imponendo al giovane la loro convivenza.
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MAGNIFICA PRESENZA
VOTO: 7 e 1/2
CRITICA DI: Diego Pigiu III
TRAMA: Pietro Ponte (Elio Germano) di notte sforna cornetti, di giorno si presenta ai provini, il suo desiderio? Diventare attore, e per farlo serve trasferirsi a Roma, trova un antico e decadente appartamento in zona Monteverde, del quale solo lui riesce a vederne il fascino dello stile del passato, da persona romantica e disincantata ma allo stesso tempo minuziosa e maniacalmente precisa decide che fa al caso suo e grazie alla cugina riesce a prenderlo in affitto. Rumori nella notte, porte cigolanti che si aprono, musiche d’altri tempi che prendon vita, Pietro in quella casa non è solo, e ben presto gli si presentano le magnifiche presenze: fantasmi di attori scomparsi misteriosamente nel 1943 che vogliono essere liberati, imponendo al giovane la loro convivenza. Pietro, dopo le prime difficoltà nell’accettare la nuova situazione si concede a loro, orfano di un amore platonico appena finito seppur mai cominciato, trova in queste presenze una nuova armonia, vivendo in prima persona cosa rappresentasse essere attori solo 70 anni prima: stile, fascino, eleganza, grandi capacità sceniche; con verità svelate, nuovi come antichi drammi e suggerimenti anacronistici, entrerà nel loro mondo e progressivamente Pietro porterà le magnifiche presenze nella Roma di oggi…
Divertente, entusiasmante, affascinante, onirico, nostalgico, questi i primi aggettivi che mi vengono alla mente pensando al nuovo film di Ozpetek. Seppur certi aspetti meritassero di essere approfonditi, ritengo Magnifica Presenza un buon film, a quali aspetti mi riferisco:
l’omosessualità di Pietro, un aspetto della sua persona messo un po’ lì a casaccio, l’esito dei suoi provini, farà davvero l’attore? Il rapporto con il fantasma che lo spia nel sonno, dal quale incontro ne esce la famosa frase “Non ti svegliare: finchè dormi sei il mio segreto! Da sveglio sarai vero. E di tutti!”. Questi sono i punti dolenti della sceneggiatura, forse troppo distratta dal voler rendere il tutto più fiabesco.
Elio Germano non perde un occasione per dimostrare le sua grandi qualità di attore, la sua è la magnifica presenza di questo film, mi è piaciuta molto Vittoria Puccini molto adatta per sua natura ai ruoli d’altri tempi interpretando una Grace Kelly all’Italiana, e Margherita Buy anch’essa molto affascinante nella sua irrealtà, Beppe Fiorello invece presenza di secondo ordine.
Le musica originale di Pasquale Catalano riesce a sopperire alle mancanze del film, donandogli una armonia e un intimità delicatissima.
Diego Pigiu III
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fedebello86
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mercoledì 28 marzo 2012
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commedia sorridente senza troppe pretese
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Ed ecco un altro successo per Ozpetek: magnifica presenza, che in una palese atmosfera pirandelliana mette in scena una commedia sorridente senza troppe pretese.
Tra battute sagaci e pungenti che mettono a confronto l'italia di ieri e di oggi, fra trucchi e costumi di scena, il regista muove le sue marionette in una casa\palcoscenico della quale queste presenze sono prigioniere.
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Ed ecco un altro successo per Ozpetek: magnifica presenza, che in una palese atmosfera pirandelliana mette in scena una commedia sorridente senza troppe pretese.
Tra battute sagaci e pungenti che mettono a confronto l'italia di ieri e di oggi, fra trucchi e costumi di scena, il regista muove le sue marionette in una casa\palcoscenico della quale queste presenze sono prigioniere. Un Magnifico Elio Germano, protagonista indiscusso della scena, infrange l'atemporalità di questo mondo ovattato e drammatico ad un tempo, acquistando a poco prezzo la residenza "infestata"
Non c'è che dire, scenografia, costumi, trucco e parrucco sono curati nel dettaglio.
Le colonne sonore abbracciano il film con grande pertinenza donandogli un pò di quella squisita magia che dipinge il sorriso sui volti dei suoi spettatori.
Unica pecca di questo ultimo lavoro di Ozpetek è forse una trama traballante in cui si inseriscono di prepotenza le ragioni omosessuali così care all'autore. Che Ozpetek abbia ben chiara la poetica pirandelliana è fatto certo, ma un altro punto di riferimento per la sceneggiatura è il film di Pietrangeli: "Fantasm a Roma" di cui il "magnifica presenza" appare una brutta copia
VOTO: 2.80
Federica Bello
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diomede917
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domenica 18 marzo 2012
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parola d’ordine “finzione” contro parola “realtà”
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Parola d’ordine “Finzione” contro parola “Realtà”….
Queste parole racchiudono il senso dell’ultima fatica di Ferzan Ozpetek che con Magnifica Presenza fa il suo film più Pirandelliano dove essere o apparire e il così è se vi pare sono il filo conduttore narrativo.
Oltre alla meta fisicità teatrale non manca tutto il campionario del cinema di Ozpetek infatti il protagonista è Pietro un aspirante attore venuto dalla Sicilia a Roma che nel frattempo fa il pasticcere di notte (lui evidenzia che è specializzato solo in cornetti) e come tutti i film del regista è omosessuale in questo caso confuso tra la propria attitudine (“non riesco a essere gay figuriamoci eterosessuale” dice alla biscugina innamorata di lui) e l’illusione di un amore di un’ora.
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Parola d’ordine “Finzione” contro parola “Realtà”….
Queste parole racchiudono il senso dell’ultima fatica di Ferzan Ozpetek che con Magnifica Presenza fa il suo film più Pirandelliano dove essere o apparire e il così è se vi pare sono il filo conduttore narrativo.
Oltre alla meta fisicità teatrale non manca tutto il campionario del cinema di Ozpetek infatti il protagonista è Pietro un aspirante attore venuto dalla Sicilia a Roma che nel frattempo fa il pasticcere di notte (lui evidenzia che è specializzato solo in cornetti) e come tutti i film del regista è omosessuale in questo caso confuso tra la propria attitudine (“non riesco a essere gay figuriamoci eterosessuale” dice alla biscugina innamorata di lui) e l’illusione di un amore di un’ora.
Pietro prende possesso di una bella ma fatiscente villa in zona Monteverde e fa ben presto conoscenza dei 6 + 2 inquilini in cerca d’autore la famosa compagnia “Apollonio”.
Come nelle precedenti opere di Ozpetek, la memoria e l’esaltazione di quello che è stato il passato torna prepotente…così come è forte il presente come chiave per trovare il futuro e questo è anche un escamotage per poter rappresentare l’evoluzione della recitazione in questi anni come nella bella scena del provino di Elio Germano davanti a Daniele Luchetti (altro sagace cadeau).
Anche in questo film ci sono tavolate per i propri amati, c’è oroscopo (il protagonista è acquario ascendente gemelli come il regista), c’è Turchia alla quale regala il momento più intenso e commovente del film, c’è tanta Roma e c’è il cameo verso una vecchia gloria della nostra recitazione. Ozpetek regala a Anna Proclemer cinque minuti di vera magnifica presenza catalizzando l’attenzione dello spettatore verso la sua performance.
Ma come in tutti i film del regista italo-turco c’è proprio un elogio dell’attore. Ozpetek è secondo me il migliore direttore d’attori del panorama italiano e ciò lo si evince dal ruolo che regala a Elio Germano bravissimo nel rappresentare un personaggio molto fragile ma senza scadere nel ridicolo….un plauso a tutta la compagnia Apollonio capaci di restare vintage senza rimanere demodè….Però c’è un però Ozpetek è bravo a narrare tutte queste micro storie (e come regista si regala degli ottimi titoli di testa) il problema di fondo è che tutto il tessuto narrativo sia sfilacciato, che tutto parte bene e si perde strada facendo accostando storie e personaggi uno dietro l’altro senza un senso logico come si può intuire dalle amichevoli partecipazioni di Platinette (in versione Marlon Brando/Kurtz in una delle scene più incomprensibili del film) e di Alessandro Roja.
Si può dire che Magnifica Presenza sia più un film ben realizzato che riuscito.
Voto 6,5
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jake84
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venerdì 16 marzo 2012
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grande ozpetek
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Bellissimo sotto ogni punto di vista... gli attori (Elio Germano di una naturalezza incredibile nelle vesti di questo personaggio), le musiche, le ambientazioni, le atmosfere. Ozpetek sa fondere cinema d'autore e cinema commerciale senza perdere di vista il senso del film, senza mai scivolare nel banale o nello scontato. Forti i richiami anche al suo stesso cinema, come il passato che dirompe nel presente (vedi La Finestra di Fronte) o il concetto di famiglia così moderno e genuino, che si ritrova spesso nei suoi film, da Le Fate Ignoranti a Saturno Contro. Un film da vedere la prima volta per godere della storia semplice e ricercata... e una seconda volta per dispiegarne le pieghe più nascoste.
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Bellissimo sotto ogni punto di vista... gli attori (Elio Germano di una naturalezza incredibile nelle vesti di questo personaggio), le musiche, le ambientazioni, le atmosfere. Ozpetek sa fondere cinema d'autore e cinema commerciale senza perdere di vista il senso del film, senza mai scivolare nel banale o nello scontato. Forti i richiami anche al suo stesso cinema, come il passato che dirompe nel presente (vedi La Finestra di Fronte) o il concetto di famiglia così moderno e genuino, che si ritrova spesso nei suoi film, da Le Fate Ignoranti a Saturno Contro. Un film da vedere la prima volta per godere della storia semplice e ricercata... e una seconda volta per dispiegarne le pieghe più nascoste. Come unica nota negativa, il film mi ha lasciato l'impressione che con il materiale a disposizione si poteva osare addirittura qualcosa in più, ma per il resto, grande plauso a Ozpetek che riporta un po' di professionalità e di cuore nel cinema italiano.
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