Magnifica presenza |
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Un film di Ferzan Ozpetek.
Con Elio Germano, Paola Minaccioni, Beppe Fiorello, Margherita Buy.
continua»
Commedia drammatica,
durata 105 min.
- Italia 2012.
- 01 Distribution
uscita venerdì 16 marzo 2012.
MYMONETRO
Magnifica presenza
valutazione media:
2,84
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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Ozpetek e le ombre di un passato non così lontanodi Suami7Feedback: 203 | altri commenti e recensioni di Suami7 |
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giovedì 22 marzo 2012 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Si dice che vaghino senza una meta, intrappolati in un tempo che non li appartiene, prigionieri del loro dolore e in attesa di un coraggioso che finalmente li liberi. Ombre moleste, dispettose, forse solo desiderose di essere scovate, fantasmi di un passato lontano, esuli in un mondo che va avanti senza di loro. Le strane figure ritratte da Ferzan Ozpetek nel suo ultimo film “Magnifica presenza”, sono però deliziose e leggiadre e parte di una pellicola vera chicca per gli occhi e per il cuore. Un film leggero eppure mai banale, potente come l’interpretazione dei suoi attori, sempre distintisi per bravura e intensità e capaci di recitare tra passato e presente, spesso capovolgendo la realtà e spiazzando lo spettatore.
La ricerca della casa perfetta è per Pietro Ponte, pasticcere catanese trapiantato a Roma, il pretesto per sentirsi più vicino al suo oggetto d’amore non ricambiato e tentare la carriera d’attore. Folgorato dalla bellezza di un’antica casa nobiliare tutta da ristrutturare, ben presto si accorgerà di non essere solo nella dimora e di condividere gli spazi con “altri coinquilini” che sembrano sbucati dagli anni ’40. Loro, gli intrusi, le magnifiche e maestose presenze, sono attori di un’importante compagnia teatrale, in quella casa sono intrappolati ormai da 69 anni, dal momento in cui sono scomparsi per circostanze sospette, e invano ad ogni nuovo inquilino chiedono aiuto affichè cerchi di scoprire il motivo della loro prigionia.
Ozpetek ripropone così molti dei suoi temi cari, a partire dall’omosessualità dei suoi personaggi, le musiche che gli ricordano casa, l’ironia sottile e impeccabile, ma stavolta stupisce per l’intensità drammatica di alcune scene e la suspance che si respira nel primo tempo del film, quando ancora troppo poco sappiamo sugli strani abitanti della casa, interpretati da un bel cast corale che indossa gli abiti di scena degli attori del cinema muto (Beppe Fiorello, Margherita Buy, Vittoria Puccini, Claudia Potenza, Cem Yilmaz, Andrea Bosca, Ambrogio Maestri e Matteo Salvino). Quanto a Pietro, il bravissimo Elio Germano, è un ragazzo che vive le sue manie e i suoi sogni in modo diverso e presto si troverà ad affrontare una situazione scomoda , abituandosi alle strane presenze della casa e interagendo con loro come in una grande famiglia allargata, con la quale condividere banchetti e giocare alle figurine che ricordano i 150 anni dell’Unità d’Italia. Un’Italia che dopo più di 60 anni non sembra poi così libera rispetto ai tempi della guerra, ancora legata a dittature fisiche e mentali, terrorizzata dal diverso e che rivive gli errori di un passato lontano in un eterno confronto. e conflitto. Il film si snoda in modo quasi del tutto lineare, poco chiaro invece il motivo di quelle presenze e il loro destino, fino a quando la verità non verrà a galla rivelando una verità scomoda e vergognosa, come la nostra celebre storia della guerra negli anni Quaranta.
Le musiche splendide e l’atmosfera pittoresca di alcune scene suggestionano molto, così come i tratti marcati di alcune figure del film, quasi almodovariane e stridenti, ma di grande impatto (c’è anche un cammeo di Maurizio Corazzi, in arte Platinette, nel film una temibile Badessa a capo di un’esercito di trans che in un magazzino abbandonato lavorano in gran segreto e di segreti ne conoscono fin troppi). Arrivando poi alla conclusione del film, senza capo né coda, dove ci si ritrova a domandarsi chi sia davvero la magnifica presenza e se soprattutto siano i molesti inquilini ad avere bisogno di Pietro per liberarsi del passato o in realtà non sia l’aspirante attore a servirsi di queste simpatiche figure per ricostruire il suo presente, la sua identità, il suo piccolo grande mondo. La verità sta sono nell'accettarsi e nell'accettare: il diverso, il destino, il passato, che in qualche caso potrebbe rivelare un oggi poetico e magico come in questa bella pellicola.
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