Anno | 2011 |
Genere | Drammatico, |
Produzione | Italia |
Durata | 90 minuti |
Regia di | Lucio Fiorentino |
Attori | Marco Foschi, Alice Palazzi, Veronica De Laurentiis, Massimo Foschi, Hanna Schygulla Tommaso Ragno, Adamo Naimoli, Francesco Rossini, Chiara Baffi, Salvatore Caruso (II), Giovanni Calcagno, Barbara Valmorin, Michelangelo Dalisi, Annibale Pavone. |
Distribuzione | Whiterose Pictures |
MYmonetro | 2,50 su 1 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento mercoledì 5 dicembre 2012
Lucio Fiorentino è il regista di questo film fantascientifico che mostra una famiglia di sopravvissuti dopo una terribile pandemia.
CONSIGLIATO NÌ
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Nuvole bianche volteggiano su campagne deserte e pressoché abbandonate. Sembra non doversi mai aspettare qualcosa di negativo dal cielo. L'apparenza, però, inganna. Piogge terribili hanno diffuso un'epidemia e contaminato la terra e, soprattutto, l'acqua. Il regista napoletano Lucio Fiorentino decide di immaginare come potrebbe essere la vita, o quella che ne rimane, dopo che una calamità naturale disastrosa ha azzerato le quotidiane abitudini su cui l'umanità contava in precedenza. Non c'è cibo, non c'è acqua potabile, la normalità è un lontano ricordo. Un giovane, dopo essersi arruolato nei gruppi di soccorso post epidemia, torna a casa in circostanze strane. Ad accoglierlo silenzi ed ambiguità. La famiglia si è sfaldata e le mancanze, di tutti i generi, lasciano trasparire il lato meno controllabile di ogni essere umano.
Il film di Fiorentino si definisce come un "disaster movie", genere per nulla abbracciato dalla cinematografia italiana. L'idea è interessante: il regista prova ad immergere le campagne del Cilento in un silenzio assordante e tagliente. Il "disastro" è tra le (poche) parole dei protagonisti, in quelle scritte da una donna nel suo diario, in una sensazione di nervosa attesa che attraversa tutto il film. Visivamente lo spettatore non vedrà niente. Purtroppo, però, dall'idea non si è passati ad una realizzazione convincente. Il regista gioca sulla sottrazione di elementi: dialoghi quasi inesistenti, regia e montaggio lineari, una direzione degli attori abbandonata all'essenziale. I movimenti dei protagonisti sono lenti e macchinosi e i voluti silenzi si trasformano in vuoti che l'esile sceneggiatura non riesce a riempire. Nella prima parte, più diradata, del film, gli occhi sono puntati sul quadro familiare che il protagonista, Arno, trova. La seconda è una sorta di mini road movie, con i due attori più giovani che vagano per campagne, cavalcavia e autostrade deserte. Troppo poco per dare sostanza ad una pellicola.
Bastano pochissime parole, dialoghi ridotti all’osso e tanto lavoro di macchina a Lucio Fiorentino per restituire al pubblico quel sentimento di angoscia e di vuoto partorito dalla sua mente in cinque giorni di meditazione in Cilento. Il pubblico arriva a compatire i protagonisti, saggia la loro paura in uno scenario apocalittico. “Pandemia” è l’opera prima del regista [...] Vai alla recensione »
a parte che di certo sarà molto interessante come argomentazione visti i tempi che corrono ma poi se nel cast c'è l'immensa Alice Palazzi non posso che già adorarlo questo film