Titolo originale | Nannerl, la soeur de Mozart |
Titolo internazionale | Mozart's Sister |
Anno | 2010 |
Genere | Biografico |
Produzione | Francia |
Durata | 120 minuti |
Regia di | René Féret |
Attori | Marie Féret, Marc Barbé, Delphine Chuillot, David Moreau (II), Clovis Fouin Lisa Féret, Valentine Duval, Adèle Leprêtre, Mona Heftre, Salomé Stévenin, Julien Féret, Nicolas Giraud, Océane Jubert, Arthur Tos, René Féret, Benjamin Couture, Grégoire Girard, Jorge Tomé (II), Frédéric Hulne, Samuel Cahu, Dominique Marcas, Hugues Viallon, Mathieu Serrano, Brice Sailly, Jean Rouzaud, Michel Rousseau, Manuel Metzger, Stéphane Manent, Fréréric Maindive, Jean-Philippe Kuzma, Renaud Guieu, François Gélin, Julien Dahonneville, Laurent Chatel, Martin Blondeau, Emmanuel André, María Cebrián, Morgane Collomb. |
MYmonetro | 3,00 su 1 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento domenica 5 marzo 2023
Un immaginario racconto della gioventù di Maria Anna "Nannerl" Mozart, di cinque anni più grande del fratello Wolfgang e anche lei un grandissimo talento musicale.
CONSIGLIATO SÌ
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Sospeso tra realtà e finzione, il film racconta alcuni anni dell'adolescenza di Nannerl, la sorella maggiore di Wolfgang Amadeus Mozart. La narrazione prende avvio nel 1763, quando la famiglia Mozart è in viaggio per una tournée musicale nelle corti più importanti d'Europa. Giovani talenti dell'arte della musica, Wolfgang e Nannerl si esibiscono insieme: lui suonando il violino, lei il clavicembalo. Sebbene Nannerl sia estremamente dotata, i genitori tendono a supportare unicamente il fratello, impedendole di suonare il violino - poiché considerato uno strumento esclusivamente maschile - e di comporre musica. Perennemente in ombra rispetto a Wolfgang, la giovane donna spera di aver finalmente trovato l'opportunità di fare musica quando il Delfino di Francia le chiede di comporre per lui.
Nonostante una ricostruzione della difficile condizione femminile in età settecentesca a tratti didascalica, il film colpisce per la sua capacità di restituire in maniera vivida e concreta le sensazioni di un'epoca, mai abbellita o edulcorata.
Forse non tutti sanno che Mozart aveva una sorella, Nannerl, anche lei musicista. Eccellente clavicembalista, da bambina si esibiva insieme al fratello nelle tournée internazionali organizzate da Leopold, il padre. Sebbene negli annunci dei concerti e negli articoli di giornale era spesso lei a essere nominata e lodata prima del fratello, nella realtà non è certo se sapesse comporre musica originale. Nonostante all'interno della sua corrispondenza con Wolfgang sia presente qualche riferimento ad alcuni brani da lei composti, nessuno di essi si è conservato sino ad oggi. D'altra parte, a quei tempi alle donne non era concesso comporre musica e sicuramente una carriera nell'ambito era loro preclusa.
Nel film Nannerl - La sorella di Mozart il regista René Féret - che all'interno del lungometraggio coinvolge le proprie figlie, facendogli interpretare la protagonista e la sua migliore amica - mette in scena la vita di un'artista dimenticata, a cui decide di regalare l'arte di saper comporre musica. Tra riferimenti storici accurati ed elementi di finzione, prende così avvio la drammatica vicenda di Maria Anna, da tutti conosciuta come "Nannerl".
Ciò che colpisce di più del film biografico di Féret è sicuramente la crudezza della storia narrata, che traspare non tanto attraverso dialoghi toccanti o risvolti di trama particolarmente drammatici, quanto piuttosto grazie alle ambientazioni e ai costumi. Le ricostruzioni degli abiti e degli ambienti dell'epoca risultano particolarmente realistiche: sono infatti usurati, impolverati, vissuti. Nei costumi e nei luoghi di Nannerl - La sorella di Mozart manca quella patina di fascino e bellezza che caratterizza solitamente i film storici dedicati all'epoca Settecentesca: i pavimenti scricchiolano e sui mobili si intravede la polvere, mentre le parrucche appaiono scomode e i vestiti sgualciti.
Persino nelle sale della ricca dimora del futuro re di Francia regna uno sconfortante silenzio, interrotto soltanto dal cigolio delle porte o dallo scoppiettio delle candele. A far tacere quel silenzio imperfetto c'è anche la musica suonata dal vivo da coloro che sono stati chiamati a corte per allietare le orecchie dei nobili francesi e che Féret decide di mettere in risalto eliminando qualsiasi tipo di accompagnamento musicale esterno. L'unica musica che si sente nel film è infatti quella prodotta dagli strumenti suonati dagli stessi personaggi, senza alcuna aggiunta di brani extradiegetici.
Tutto ciò contribuisce alla creazione di un'atmosfera straniante, in cui la drammaticità degli avvenimenti narrati non può che essere percepita con distacco: sebbene si avverta chiaramente il senso di claustrofobia provato dalle protagoniste della storia, immerse in una società estremamente castrante, non se ne esce troppo coinvolti. In un mondo in cui tutte le emozioni forti al di fuori della rabbia sembrano essere bandite, non rimane che osservare con freddezza il proprio ineluttabile destino. Lo stesso fa Nannerl, che forse proprio nel distacco riesce a trovare una forma di sopravvivenza.
E così, seppure a tratti eccessivamente didascalico, il film riesce a restituire in maniera interessante ed efficace le sensazioni di un'epoca e un senso di oppressione vivido e tangibile.
Sospeso tra realtà e finzione, il film racconta alcuni anni dell'adolescenza di Nannerl, la sorella maggiore di Wolfgang Amadeus Mozart. La narrazione prende avvio nel 1763, quando la famiglia Mozart è in viaggio per una tournée musicale nelle corti più importanti d'Europa. Giovani talenti dell'arte della musica, Wolfgang e Nannerl si esibiscono insieme: lui suonando il violino, lei il clavicembalo.
Sebbene Nannerl sia estremamente dotata, i genitori tendono a supportare unicamente il fratello, impedendole di suonare il violino - poiché considerato uno strumento esclusivamente maschile - e di comporre musica. Perennemente in ombra rispetto a Wolfgang, la giovane donna spera di aver finalmente trovato l'opportunità di fare musica quando il Delfino di Francia le chiede di comporre per lui.
Nonostante una ricostruzione della difficile condizione femminile in età settecentesca a tratti didascalica, il film colpisce per la sua capacità di restituire in maniera vivida e concreta le sensazioni di un'epoca, mai abbellita o edulcorata.