Between Two Worlds

Film 2009 | Drammatico 80 min.

Titolo originaleAhasin Wetei
Anno2009
GenereDrammatico
ProduzioneSri Lanka
Durata80 minuti
Regia diVimukthi Jayasundara
AttoriThusitha Laknath, Kaushalya Fernando, Huang Lu .
MYmonetro 2,50 su 1 recensioni tra critica, pubblico e dizionari.

Regia di Vimukthi Jayasundara. Un film con Thusitha Laknath, Kaushalya Fernando, Huang Lu. Titolo originale: Ahasin Wetei. Genere Drammatico - Sri Lanka, 2009, durata 80 minuti. - MYmonetro 2,50 su 1 recensioni tra critica, pubblico e dizionari.

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Ultimo aggiornamento lunedì 24 agosto 2009

Al Box Office Usa Between Two Worlds ha incassato 6,4 mila dollari .

Consigliato nì!
2,50/5
MYMOVIES 2,00
CRITICA
PUBBLICO 3,00
CONSIGLIATO NÌ
Scheda Home
Critica
Premi
Cinema
Trailer
Una sceneggiatura abbozzata e confusionaria tenta (malamente) di riflettere sul binomio realismo/sogno.
Recensione di Nicoletta Dose
martedì 8 settembre 2009
Recensione di Nicoletta Dose
martedì 8 settembre 2009

Sullo sfondo di una metropoli allo sbando, il giovane Rajith trova una ragazza in lacrime, appena rimasta vittima di uno stupro. Fugge insieme a lei su un misterioso furgoncino bianco che porta i due giovani lontano dalla violenza. Durante lo spostamento viene abbandonato dai suoi compagni di viaggio e si ritrova solo alle porte di un piccolo villaggio soggiogato da un'antica maledizione. Ospitato dalla cognata e aiutato da un bambino, scopre le conseguenze dell'estrema crudeltà spietata messa in atto dagli abitanti. Qualcuno, nel frattempo, nascosto dietro i cespugli, comincia a vedere nella sua figura, la venuta del principe salvatore.
È la prima volta che lo Sri Lanka entra in concorso alla Mostra del cinema di Venezia. Ora, se l'inserimento in gara di una produzione orientale, praticamente sconosciuta in Europa, valorizza il carattere internazionale dell'operazione, d'altra parte, dopo aver visto il film, viene da chiedersi se ne valeva davvero la pena. Un po' come il protagonista del film, spaesato in una selva sconfinata e inospitale, anche lo spettatore finisce, dopo i primi dieci minuti, in un luogo cinematografico creato apposta per confondere. L'armonia delle immagini denota una certa sensibilità registica nell'inquadrare la natura oscura e magica del desolato caseggiato in cui arriva Rajith, ma, mano a mano che il film prosegue e (non) prende quota, ci accorgiamo che la sceneggiatura, dominata da illogicità e simbolismi arditi, va per conto suo, non si assembla alla forza estetica delle forme. Anche la leggenda perde la connotazione mitica e moraleggiante alla quale sembrerebbe inizialmente destinata. Più ci addentriamo nell'intricata boscaglia, più perdiamo di vista il senso profondo del tutto.
La dimensione surreale del film si costruisce sul susseguirsi di scene indipendenti che alternano realismo e sogno. Tanto da non capire dove finisce il primo e inizia l'onirico. Donne che allattano senza aver partorito, assassini efferati, ferite curate con metodi da druido sono i pezzi di un racconto che non prende posizione, gira su se stesso fino a perdere i sensi e cadere per terra. La magia esagera e spezza le corde della narrazione, trascurando le dinamiche di coinvolgimento emotivo, al punto da annullare completamente i favori del pubblico di buon cuore. Quando l'amplificazione delle gesta di un eroe improvvisato (Rajith viene accolto come un salvatore) sfocia nel ridicolo, dispiace sempre un po' perché si spezza il tacito accordo tra autore e spettatore che permette l'immedesimazione nella finzione. Ci auguriamo che la prossima volta il regista decida di affidarsi a uno sceneggiatore migliore.

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PUBBLICO
RECENSIONI DALLA PARTE DEL PUBBLICO
mercoledì 30 dicembre 2009
dario

Una piccola menzione il film la merita per la direzione che cerca (e talvolta ci riesce) di non essere dozzinale. Il resto è un pasticcio che non sta in piedi. Assurda la tesi finale. Povero.

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