Cercasi tribù disperatamente

James Krippendorf è un professore di antropologia che ha ottenuto dei fondi al fine di avvalorare una sua teoria sull'esistenza di una tribù allo stato primitivo nella Nuova Guinea. L'uomo, che aveva condotto altre importanti ricerche in compagnia della moglie e con i tre figli al seguito, ora è vedovo e senza un dollaro. Una sua ex allieva, divenuta docente e invaghita di lui e delle sue teorie, lo costringe a tenere delle conferenze sulle sue scoperte. Krippendorf, con l'aiuto dei figli, costruisce dei finti documentari che testimonierebbero l'esistenza della tribù dei Shelmikedmu.(acronimo derivato dai nomi dei suoi pargoli). C'è però una collega che subodora la frode e parte per la Nuova Guinea.
Richard Dreyfuss in apertura del film ci lascia sperare in una commedia in cui la memoria (le immagini della moglie che scorrono in un video) abbia un proprio ruolo. Nulla di tutto ciò (se non in modo del tutto sporadico). Perché ciò che conta in questo film, che vede coinvolta anche Lily Tomlin in un ruolo che finisce con il perdersi nell'esplorazione guineana, è più che altro l'elaborazione di una truffa che vede coinvolti tre minori. Questo non deve essere piaciuto molto negli States (visto anche che la distribuzione è Touchstone) ma potrebbe costituire un marchio di distinzione nella meno puritana vecchia Europa. Sarebbe così se la sceneggiatura non si limitasse a giocare su un'ironia annacquata sull'establishment universitario e non facesse leva su improbabili travestimenti con altrettanto improbabili linguaggi 'selvaggi' da avanspettacolo dei tempi andati. A questo si aggiunga il rapporto che si instaura tra Krippendorf/Dreyfuss (non particolarmente longilineo) e la sua allieva/spasimante Veronica/Jenna Elfman che è dotata di qualche spanna in più. A tutto ciò va aggiunta l'origine ebraica della famiglia Krippendorf destinata a dare origine alla scena della circoncisione rituale che (probabilmente) avrà fatto ridere qualche israelita ma nulla di più. 