Titolo originale | Ancient Futures: Learning From Ladakh |
Anno | 1993 |
Genere | Documentario, |
Produzione | Gran Bretagna |
Durata | 60 minuti |
Regia di | Helena Norberg-Hodge, John Page |
Uscita | giovedì 23 marzo 2017 |
Tag | Da vedere 1993 |
Distribuzione | Cinehall Distribuzione |
Rating | Consigli per la visione di bambini e ragazzi: |
MYmonetro | 3,30 su 1 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento giovedì 23 marzo 2017
Il film pone domande decisive su tutta la nozione di progresso, ed esplora le cause profonde del malessere della società industriale.
CONSIGLIATO SÌ
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Il Ladakh è una regione, un tempo chiamata “Piccolo Tibet”, che sorge tra il Karakhorum e l’Himalaya, e che è passata in breve tempo da una cultura basata sulla tradizione, l’agricoltura e l’allevamento a un’occidentalizzazione imposta dall’India del cui territorio fa parte. Le conseguenze sono state molte e molto evidenti.
Aperto da un appassionato appello di Tiziano Terzani rivolto anni fa a degli studenti affinché non rinunciassero mai all’approfondimento delle informazioni e alla ricerca del proprio ruolo nel mondo, questo documentario ci pone di fronte, con la semplicità che deriva da una profondità di sguardo, a una realtà incontrovertibile.
Il Ladakh si è basato per secoli su un sistema di condivisione che trovava in ogni villaggio la propria attuazione. La popolazione ha dovuto lottare contro una Natura ostile ma è riuscita a trarne sostentamento per tutti basando le relazioni sociali sulla condivisione e sulla pressoché totale assenza di denaro. Dal lavoro nei campi al pascolo degli animali non c’era nessuno che dovesse cavarsela da sé ma tutti potevano contare sulla collaborazione degli altri. Sul piano religioso i buddhisti (la maggioranza) convivevano senza problemi con i musulmani. Questa descrizione potrebbe apparire utopica ma Helena Norberg Hodge (che in quella società ha vissuto a lungo) non idealizza il passato e ci ricorda anche quali fossero i problemi (prima fra tutti la mortalità infantile).
Ha però dinanzi a sé, e ce lo mostra, il presente in cui l’occidentalizzazione ha portato qualche indubbio vantaggio che viene però pagato con il prezzo di una perdita pressoché totale dei valori e con un individualismo che fa sì che, anche quando si costituiscono i gruppi (vedi le scuole), lo si faccia seguendo aggregazioni di carattere religioso e quindi mettendo in crisi il concetto di convivenza. Non c’è bisogno di essere amanti del buon tempo andato per rendersi conto che questa regione del mondo nota a pochi fornisce un perfetto esempio di ciò che uno sradicamento culturale può provocare in una popolazione abituata ad altri metodi di convivenza e anche ad altre modalità di scansione del tempo della quotidianità. Ci sono documentari che non solo aumentano le nostre conoscenze ma che ci danno l’occasione per ripensare a temi essenziali. Questo appartiene alla categoria.
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Bellissimo contributo di Helena Norberg Hodge, con un capitolo finale di speranza su come noi possiamo imparare dal Ladakh. (Tiziano Terzani)