silvia
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mercoledì 7 febbraio 2007
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la luccicanza è un dono che apparteneva a kubrik
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Jack è un uomo come tanti. Accetta l'incarico di guardiano perchè allo scadere della stagione invernale, e quindi dell' incarico, prospetta di ritrovarsi con più soldi e un romanzo finito. La famiglia ha un ruolo fondamentale in questa vicenda. Ma essa non è unita, e ognuno, dentro l'albergo, finisce per condurre una vita propria. Wendy osserva i comportamenti del marito, Danny si imbatte in frequenti apparizioni di spettri. A mio parere, il tema principale di questo film è la solitudine. Questo nucleo familiare, composto soltanto da tre elementi, non ha solide basi per poter affrontare un'intera stagione invernale, isolato da tutto il mondo esterno. Cari miei, se qualcuno non se n'è accorto, Jack è già pazzo, prima ancora di trasferirsi nell'hotel: nel colloquio con il direttore dell'albergo, appare come un uomo scorbutico, ostile, e ciò lo si evince sia dall' atteggiamento che dalle parole.
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Jack è un uomo come tanti. Accetta l'incarico di guardiano perchè allo scadere della stagione invernale, e quindi dell' incarico, prospetta di ritrovarsi con più soldi e un romanzo finito. La famiglia ha un ruolo fondamentale in questa vicenda. Ma essa non è unita, e ognuno, dentro l'albergo, finisce per condurre una vita propria. Wendy osserva i comportamenti del marito, Danny si imbatte in frequenti apparizioni di spettri. A mio parere, il tema principale di questo film è la solitudine. Questo nucleo familiare, composto soltanto da tre elementi, non ha solide basi per poter affrontare un'intera stagione invernale, isolato da tutto il mondo esterno. Cari miei, se qualcuno non se n'è accorto, Jack è già pazzo, prima ancora di trasferirsi nell'hotel: nel colloquio con il direttore dell'albergo, appare come un uomo scorbutico, ostile, e ciò lo si evince sia dall' atteggiamento che dalle parole. Dopo, chi risente maggiormente degli influssi negativi dell'albergo? Chi va alla costante e paranoica ricerca delle anime che popolano gli angusti corridoi? Jack. Jack che diviene pure un alcolizzato, per le frequenti bevute al pianobar. Wendy e Danny invece rimangono immutati, sono le anime pure di quest'intrinseco, orrido racconto. Esse si ribellano agli spiriti maligni, Jack ne è attratto, quasi fosse una parte di essi, quella parte malvagia che ha promosso lo sterminio di una famiglia che prima di loro aveva abitato l'hotel. Ma il film può essere visto sotto altri piani di comprensione. Forse il sangue chiama altro sangue, e il male vuole riproporsi sempre nella medesima forma. Così, il guardiano che molti anni prima fece a pezzi la moglie e le figlie gemelle, spingerebbe Jack a fare altrettanto con la sua famiglia, l'eco di quell'episodio suonerebbe alle orecchie di del nuovo guardiano. Ma è proprio il guardiano o è l'albergo che inevitabilmente si rende teatro di fatti atroci? Ricordiamo l'antefatto...Fra quelle montagne, dove è situato l'Overlook, avvenne anni prima e in tempi diversi, un episodio di cannibalismo. Quest'episodio fa di quel luogo un ambiente ostile. L'intera trama del film è articolata attraverso notevoli spunti mitologici e allegorici. Il manto di sangue che alla fine sgorga dall'ascensore, è il sangue di tutti coloro che perirono in quel posto. Il labirinto è una metafora della condizione psicologica di tutti i personaggi o, in alternativa, rappresenterebbe la salvezza: è lì che Jack viene attirato dal figlio Danny, è lì che muore assiderato. Come nelle favole, alla fine trionfa la figura del buono e il cattivo ha la sua giusta punizione.L'eroe e l'antieroe, come nei miti greci. Kubrik affronta in maniera geniale questi diversi piani di significato, mettendoli insieme in un enorme pentolone chiamato The Shining. La pietanza saprà di mille pietanze ma il sapore ben amalgamato e inimitabile. Kubrik si è reso la via maestra, e tutti coloro che oseranno seguire le sue gigantesche orme, non potranno mai competere con il peso del suo enorme ingegno. Ciò che colpisce maggiormente è il limitato numero di attori...come dire...pochi ma buoni. Nessuna distrazione, nessun estremo effetto speciale, ma pura recitazione in un grande schermo. Se mai la luccicanza esiste, è un dono che certamente apparteneva a Kubrik, che vide prima ciò che altri avrebbero visto solo attraverso lui.
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domenica 17 aprile 2011
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un film enigmatico , introspettivo thriller lucido
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The Shining
Di stanley kubrick
Anno di produzione 1980.
Cominciamo , per chiarezza, da una intervista resa da Stanley Kubrick al Newsweek il 3 gennaio 1972: ”odio che mi si chieda come “funziona un mio film , cosa avevo in mente , e così via .Dal momento che (il cinema )si muove su di un livello non solo (verbale ), l’ambiguità è invitabile.
Ma è l’ambiguità di ogni arte , di un bel pezzo di musica o di un dipinto;”spiegarli” non ha senso , ha solo un superficiale significato “culturale “ buono per i critici e gli insegnanti che devono guadagnarsi da vivere “
Altro??? Si!!
Aggiungo , è vero, “inscatolare “un produzione artistica equivale a danneggiare la sua libera fluttuazione energetica multi direzionale; significa svilire un esperienza che proietta l’artista verso un contatto con “l’afflato di Dio “;l’arte è performance creativa di qualcosa che prima non esisteva ed ora è qui accanto a noi indefinibile ma ammirabile, assorbibile,illuminante,intuitiva.
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The Shining
Di stanley kubrick
Anno di produzione 1980.
Cominciamo , per chiarezza, da una intervista resa da Stanley Kubrick al Newsweek il 3 gennaio 1972: ”odio che mi si chieda come “funziona un mio film , cosa avevo in mente , e così via .Dal momento che (il cinema )si muove su di un livello non solo (verbale ), l’ambiguità è invitabile.
Ma è l’ambiguità di ogni arte , di un bel pezzo di musica o di un dipinto;”spiegarli” non ha senso , ha solo un superficiale significato “culturale “ buono per i critici e gli insegnanti che devono guadagnarsi da vivere “
Altro??? Si!!
Aggiungo , è vero, “inscatolare “un produzione artistica equivale a danneggiare la sua libera fluttuazione energetica multi direzionale; significa svilire un esperienza che proietta l’artista verso un contatto con “l’afflato di Dio “;l’arte è performance creativa di qualcosa che prima non esisteva ed ora è qui accanto a noi indefinibile ma ammirabile, assorbibile,illuminante,intuitiva.
Chiarita la premessa “entriamo” in The Shining .
Perché trarre ispirazione da un romanzo dell’ orrore ed in particolare dall’omonimo romanzo di Stefen King ?
Bella domanda!!ma è altrettanto evidente la risposta ; King è solo uno spunto, poi di prepotenza entra Kubrick elaborando un film , diverso,più articolato, meno leggibile , aperto, proprio come vuole questo grande genio indiscusso.
Il film fu talmente diverso dal l romanzo che, stizzito, King, non si sentì mai di esprimere giudizi positivi sul lavoro di Kubrick, del resto kubrick prese spunto solamente dal citato romanzo solo per poi espandere la sua idea di introspezione psicologica articolata,uscendo la classico horror parapsicologico o spiritista..
Qualcuno chiese a Kubrick le motivazioni di siffatta rielaborazione della storia ma il suo silenzio fu la vera risposta che concesse a chi domandava .
Da interpretazioni di discorsi, interviste, pensieri personali di Kubrick oggi appare evidente che un semplice film horror, calato nella materia ed nell’immanenza non avrebbe consentito di sviluppare l’introspezione psicologica o psichiatrica che si voleva affrontare nel silenzio, nella solitudine , durante un intenso viaggio dentro noi stessi..
Finalmente in questa nuova veste Shining diviene un “documento aperto” consentendo allo spettatore di “irrompere nel film con la sua personalissima lettura….così nasce il dibattito ed il mito di un capolavoro.
La visone horror e parapsicologica del male trasmuta in thriller psicologico, fantastico ,irrequieto, schizofrenico, minaccioso, introspettivo,enigmatico, emblematico.
Jack Torrens scrittore, alias Jack Nicholson, oggi in presidio invernale dell’ hotel. sente presenze del male che fu, le fa sue percependo vibrazioni negli ambienti vuoti e spaziali nel silenzio della montagna;Jack cambia velocemente comportante , diviene conflittuale con sua moglie Werdy ed il figlio Danny; sopraggiunge in lui anche una follia omicida: è solo la pazzia dell‘uomo che cresce nel silenzio oppure sono reali gli influssi negativi dell’ albergo ?Non è data risposta ma aperto è il dibattito per noi spettatori ci sentiamo coinvolti nel cercare la nostra lettura..
Ad esempio affiora o subito una domanda :perché Wenduy e Denny non sentono influssi negativi dell’ambiente circostante come invece Jack Torrens?
Diamo la nostra lettura.
Stanley Kubrick era perfettamente consapevole del dramma dell’ uomo ,che in continuo conflitto con se stesso, in realtà obbedisce a forze cosmiche primordiali,complementari,contrapposte , con autorevolezza descritte dalla scuola Taoista quella dell’yin e dello yung , forze presenti in tutto l’universo conosciuto , sia nell’infinitamente piccolo che nell’ infinitamente grande;due forze unite e sperate nello stesso tempo da una forza che le neutralizza ;le similitudini sono evidenti con le moderne conoscenze sulla struttura delle forze che operano all’interno atomo.
Su di un piano spirituale queste due forze , sopra descritte,sono viste come soma e psiche oppure paura ed amore ;o ancora voglia di armonizzare e distruggere ,capacità di condividere o separare
Nel nostro film i personaggi rivestono i ruoli fisici degli gli opposti energetici, necessari entrambi perché possa esistere un campo energetico in dinamica espansione ed in possibile esplorazione .
C’è speranza in un a vittoria del energie positive su quelle negative:? Implicita è la risposta :a volte prevarranno le une , in altre situazione le altre , lungi da un giudizio di ordine morale, entrambe sono indispensabili perché si possano marcare le altre come opposte;dove prevarrà un indirizzo energetico in altro contesto prevarrà l’opposto.
Per completezza parleremo ora delle immagini, della musica , della simbologia , della” luccicanza.”
La musica pe rKubirck, strumento noto per accedere a livelli più profondi di comunicazione,nel film si integra mirabilmente con le immagini ; il linguaggio sonoro e visivo divengono un unico imput;per entrare nel merito delle scelte musicali di Kubrick dobbiamo rilevare che nel caso di specie parliamo appropriatamente di un collage musicale : sintesi di lavoro di più collaborazioni vedi quella di Wendy Carlos,Rachael Elkind, Béla Bartonòk il tutto integrato con vari motivi ballabili degli anni “20 e “30.
Le immagini sono la conseguenza dell’ utilizzo di tecnologie innovative quali quella della macchina da presa la steadycam che da l’opportunità di cogliere movimenti veloci senza perdere in nitidezza ;poi le inquadrature a distanza che lentamente si sovrappongono a quello a ridosso del soggetto che agisce nel proscenio: il lento incedere della cinepresa genera attesa , ansia , aspettativa.
Circa le simbologie in Shining qualcuno ha parlato del labrinto. “luogo di ricerca istintiva, dove in ogni svolta ,senza occhi e senza memoria,è richiesto un atto di fede ; il labirinto è comunque luogo creato dalla mente per annientare e mettere in scacco noi stessi.”
Il labirinto è “groviglio della psiche” che è in conflitto con l’istinto di morte che nel nostro caso si vorrebbe consumare all’interno del nucleo familiare .
L’enigma resta denso di vibrazione in noi che osserviamo questo capolavoro, patrimonio infinito per noi tutti se vogliamo cercare in uno spazio più ampio.
“Luccicanza” , no grazie , se ne è parlato troppo, non amo la traduzione in italiano del temine inglese e probabilmente anche Kubrick dissentirebbe, non ne facciamo un ulteriore labirinto inutile!!!!
Buona visione al cospetto di un capolavoro che vale 5 stelle d’oro luccicanti.
Weach lilluminati
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weach
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domenica 29 agosto 2010
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ancora nell'illusione di essere
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Dicamo qualcosa di nuovo su questo splendido Shining,tratto liberamente dal romanzo di Stephen king.
Troppe cose si sono dette, alcune condivisibili altre no!
Con la sua irraggiungibile visone "illuminata"Stanley Kubrick, il grande regista, ci porta in un viaggio dentro noi stessi , difficile specialmente quando il sienzio e la solitudine dominano espandendo a dismisura il confrorno con il se profondo.
E qui ritorniamo alla magnifica strategia cinematografica di Kubrick: tutti i film restano rigorosamente "aperti" consentendo allo spettatore di irrompere nel film con una personalissima lettura.
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Dicamo qualcosa di nuovo su questo splendido Shining,tratto liberamente dal romanzo di Stephen king.
Troppe cose si sono dette, alcune condivisibili altre no!
Con la sua irraggiungibile visone "illuminata"Stanley Kubrick, il grande regista, ci porta in un viaggio dentro noi stessi , difficile specialmente quando il sienzio e la solitudine dominano espandendo a dismisura il confrorno con il se profondo.
E qui ritorniamo alla magnifica strategia cinematografica di Kubrick: tutti i film restano rigorosamente "aperti" consentendo allo spettatore di irrompere nel film con una personalissima lettura........così nasce il dibattito ed il mito di un capolavoro.
il linguaggio cinematografico del maestro è sempre attento, studiato, tecnico ,intuitivo ,enigmatico,misterico , esoterico.
La visione parapsicologia del male qui diventa thriller fantastico, violento, schizzofrenico, minaccioso.
Jack Torrance(alias Jack Nicholson) scrittore ,oggi custode dell'hotel ,sente presenze del male che fu , sente queste energie che rimbombano e che si espande nei vari ambienti ; Jack cambia velocemente comportamento , diviene conflittuale con sua moglie Wendy ed il figlio Danny ; sopraggiunge in lui anche una follia omicida: è solo la pazzia dell'uomo che cresce nel silenzio oppure sono reali gli influssi negavi dell'hotel?
Aperto è il dibattito anche qui siamo coinvolti ed invitati a dare la nostra versione.
Perchè Wendy e Danny non sentono influssi negativi?
Perchè il particolare sentiere è solo di Jack?
La nostra risposta è semplice Jack e Stanley sentono il male del mondo e lo assorbono, non sanno difendersi , divengono il male .
Ma c'è speranza Wendy e Danny ,che qui simboleggiano il bene ,hanno in loro gli anticorpi , potrebbere vincere quella componente energetica di polarità negativa , ma sarà solo una singola vittoria ,pensa Kubrick, perchè il male serve come energia da contrapporre al bene... ed altrove prevarrà .....il male è parte dell 'uomo.
Restano tante scene , suoni, tante emozioni coinvolgenti ed un Kubrick che scava nel profondo del nostro se senza timore.
Capolavoro, non si vota, si ammira
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simone tognarelli
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venerdì 16 marzo 2007
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siamo tutti matti
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"Shining": la luccicanza, un film che mette di fronte la positiva razionalità infantile alla pericolosa irrazionalità che si sviluppa nell'età adulta. Pericolosa, perchè avanza come una malattia incurabile, un tarlo inarrestabile che si ciba della nostra mente, annientando ogni residuo di lucidità, annebbiando ogni frammento di umanità.
Forse negli anni '80 si sentiva il bisogno di intraprendere questo viaggio infernale, Dantesco, forse c'era una necessità impellente di sondare i meandri del Male, di conoscere questa oscura potenza che si annida nel profondo della mente umana... Lo aveva fatto Coppola in "Apocalypse now", e adesso toccava a Kubrick.
"Shining" è un film strepitoso, 120' che ti incollano allo schermo, immagini inquietanti che vanno al di là dello spazio e del tempo, un uso magistrale della steadycam, con quelle escursioni del bambino a bordo del triciclo per i corridoi dell'Overlook Hotel che ormai sono Storia del Cinema.
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"Shining": la luccicanza, un film che mette di fronte la positiva razionalità infantile alla pericolosa irrazionalità che si sviluppa nell'età adulta. Pericolosa, perchè avanza come una malattia incurabile, un tarlo inarrestabile che si ciba della nostra mente, annientando ogni residuo di lucidità, annebbiando ogni frammento di umanità.
Forse negli anni '80 si sentiva il bisogno di intraprendere questo viaggio infernale, Dantesco, forse c'era una necessità impellente di sondare i meandri del Male, di conoscere questa oscura potenza che si annida nel profondo della mente umana... Lo aveva fatto Coppola in "Apocalypse now", e adesso toccava a Kubrick.
"Shining" è un film strepitoso, 120' che ti incollano allo schermo, immagini inquietanti che vanno al di là dello spazio e del tempo, un uso magistrale della steadycam, con quelle escursioni del bambino a bordo del triciclo per i corridoi dell'Overlook Hotel che ormai sono Storia del Cinema.
"Shining" non è un semplice Horror, poichè Kubrick ci introduce in un genere che nessun altro regista riuscirà ad elevare a questi livelli: il Thriller psicologico. Jack Torrance (Nicholson) è l'intellettuale che si trova a dover combattere una battaglia già persa in partenza, perchè l'avversario è il più temibile e invulnerabile di tutti: il Male. A niente serve il lume dell'intelligenza, contro le profonde debolezze che ci veicolano verso uno stato di inesorabile follia. Forse Torrance è proprio Kubrick, un pensatore ormai cosciente di essere entrato in una fase di irrazionalità cronica, naturale condizione dell'essere adulti. Ed è come se Kubrick volesse guidare anche noi verso questa consapevolezza, nel proporci come scena finale la fotografia in bianco e nero, datata 1921, di Torrance insieme agli altri invitati alla festa dell'Overlook Hotel.
Non dimentichiamo poi che per narrare tutto ciò sono state operate delle scelte registiche sublimi: quelle panoramiche, che tanto ci ricordano le esplorazioni paesaggistiche, molto sperimentali, di "2001, Odissea nello Spazio", quelle carrellate infinite, così straordinariamente orchestrate per turbarci nel nostro intimo... Inutile perdere tempo nell'esprimere giudizi, perchè è fin troppo chiaro che ci troviamo di fronte a un capolavoro. Il genio "irrazionale" di Kubrick ha colpito ancora.
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laurence316
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sabato 4 febbraio 2017
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tra i migliori horror della storia del cinema
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Sicuramente uno dei migliori horror (e thriller) della storia del cinema, Shining, basato sull'omonimo romanzo di Stephen King (da cui, comunque, si discosta non poco), è anche una delle vette del cinema di Kubrick, una tappa fondamentale in quel suo percorso del tutto personale di appropriazione, rinnovamento e sovvertimento dei generi. Perché Shining è un film in cui si travalicano i limiti del genere, attraverso spunti narrativi e tecnici di grande rilevanza e innovazione. Basti guardare alle lunghissime, insistenti e angoscianti carrellate realizzate con la steadicam che tallona il piccolo Danny, che accentuano abilmente il senso di claustrofobica e crescente tensione, o alla straordinaria sequenza aerea iniziale di avvicinamento all’Hotel con in sottofondo il Dies Irae lisztiano.
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Sicuramente uno dei migliori horror (e thriller) della storia del cinema, Shining, basato sull'omonimo romanzo di Stephen King (da cui, comunque, si discosta non poco), è anche una delle vette del cinema di Kubrick, una tappa fondamentale in quel suo percorso del tutto personale di appropriazione, rinnovamento e sovvertimento dei generi. Perché Shining è un film in cui si travalicano i limiti del genere, attraverso spunti narrativi e tecnici di grande rilevanza e innovazione. Basti guardare alle lunghissime, insistenti e angoscianti carrellate realizzate con la steadicam che tallona il piccolo Danny, che accentuano abilmente il senso di claustrofobica e crescente tensione, o alla straordinaria sequenza aerea iniziale di avvicinamento all’Hotel con in sottofondo il Dies Irae lisztiano. Ma il “prodigioso brio tecnico-espressivo” non è fine a se stesso: “è (soprattutto) al servizio di un discorso sul mondo, sulla società e sulla storia. Totalmente pessimista, Kubrick nega e fugge la storia, ma affronta l’utopia riaffermando che le radici del male sono nell’uomo, animale sociale, ma non negando, anzi esaltando, la possibilità di una riconciliazione futura, attraverso il bambino e il suo shining (luccicanza), e quella di una nuova e diversa concordia” (Morandini).
E poi “che la materia narrativa derivi da un romanzo di Stephen King non importa molto […], perché il regista non può non ridurre ogni spunto alla sua dimensione di inflessibile autore. Il linguaggio cinematografico -l’unica cosa che per lui conti- è una ricchissima tastiera da cui estrarre ogni possibile effetto” (F. Di Giammatteo).
Shining è un film disturbante e complesso, una discesa nella follia, nei più bui anfratti dell’agire umano, che ha pochi (rilevanti) precedenti cinematografici. Più che un horror nel senso classico del termine, è un riuscito thriller psicologico, un nuovo tassello nel percorso di analisi del regista dell’irrazionalità dell’uomo. Un raro capolavoro di genere che finisce per trascenderne i limiti e le costrizioni, un vero prodigio di tecnica cinematografica.
Scritto dal regista con Diane Johnson, dopo l’allontanamento di King a causa delle ripetute incomprensioni (e, difatti, da sempre dichiaratosi insoddisfatto dal risultato, lo scrittore sceneggiò una nuova versione, nella forma di miniserie televisiva, nel 1997), Shining non ottiene un grandissimo apprezzamento di critica al tempo dell’uscita ma è ora fortunatamente riconosciuto quale uno dei migliori film della storia del cinema. Eccellente il doppiaggio di Giancarlo Giannini per Nicholson, che riceverà una lettera di congratulazioni per l’ottimo lavoro svolto dallo stesso Kubrick.
Esistono tre versioni differenti del film: la prima di 146’ che, dopo una settimana di proiezioni, fu ridotta dallo stesso Kubrick di circa 3 minuti, portando la durata a circa 143’ (ed è questo la versione disponibile in tutto il mondo, Europa esclusa). Mentre per la distribuzione europea fu sempre lo stesso regista a provvedere al taglio di circa 25 minuti di pellicola, portando la durata a 119’. Sarebbe consigliabile vedere entrambe queste ultime due versioni, nel primo caso per apprezzare l’ottimo doppiaggio e nel secondo, invece, per aver modo di apprezzare la versione originale che, tra le altre cose, approfondisce maggiormente la psicologia di Jack Torrance.
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sickboy
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mercoledì 25 gennaio 2006
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kubrick come re mida!
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Kubrick era un pò come il mitico Re Mida : tutto ciò su cui ha messo le mani è diventato magicamente "oro" ! Ecco quindi che anche un modesto romanzo di King, seppur di una certa originalità, è stato trasformato in un capolavoro. Tutto il film sembra una lunga, angosciante allucinazione, dalla quale si spera di uscirne al più presto : tutto grazie a notevoli sfoggi di tecnica, ad un uso virtuosistico della telecamera (di chi ne conosce bene gli usi e gli esiti), dilatazioni spazio-temporali, situazioni sospese, mix di musiche sempre all'altezza e attori decisamente in "parte". E poi cosa dire : quel tocco magico del genio, che riesce ad arrivare all'essenza delle cose e sfruttare tutto il potenziale di una storia in una maniera che lascia esterrefatti! Piacevolmente "irritante" nella sua perfezione, Shining arriva dove gli altri horror "fracassoni" e usa e getta a cui siamo abituati non arrivano nemmeno di striscio! Un horror finalmente d'elite, affinchè si comprenda una volta per tutte che non è il genere a decretare il destino di un film ma è chi si siede dietro la macchina da presa a fare la differenza.
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Kubrick era un pò come il mitico Re Mida : tutto ciò su cui ha messo le mani è diventato magicamente "oro" ! Ecco quindi che anche un modesto romanzo di King, seppur di una certa originalità, è stato trasformato in un capolavoro. Tutto il film sembra una lunga, angosciante allucinazione, dalla quale si spera di uscirne al più presto : tutto grazie a notevoli sfoggi di tecnica, ad un uso virtuosistico della telecamera (di chi ne conosce bene gli usi e gli esiti), dilatazioni spazio-temporali, situazioni sospese, mix di musiche sempre all'altezza e attori decisamente in "parte". E poi cosa dire : quel tocco magico del genio, che riesce ad arrivare all'essenza delle cose e sfruttare tutto il potenziale di una storia in una maniera che lascia esterrefatti! Piacevolmente "irritante" nella sua perfezione, Shining arriva dove gli altri horror "fracassoni" e usa e getta a cui siamo abituati non arrivano nemmeno di striscio! Un horror finalmente d'elite, affinchè si comprenda una volta per tutte che non è il genere a decretare il destino di un film ma è chi si siede dietro la macchina da presa a fare la differenza.Lo si vede, lo si rivede, ogni volta ci si angoscia e ogni volta lo si studia e ci si interroga. Ma chi conosce il cinema di Kubrick e lo ha compreso, tutto questo lo sa. E pensare che King lo ha sdegnamente "rifiutato" (sic!) : forse preferisce la versione televisiva di Shining realizzata qualche anno fa, per me di una apatia totale! Ma d'altra parte si sà : i geni sono sempre incompresi e quindi tutto va come deve (non deve) andare!
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[+] kubrick era un genio e king è un grande scrittore
(di anto81)
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fedson
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martedì 26 febbraio 2013
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benvenuti all'overloook hotel!
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Stanley Kubrick sperimenta il genere horror con un caposaldo della storia del cinema, diventato uno dei film più paurosi, influenti ed enigmatici di ogni tempo: "The Shining". Ciò che fa il regista non è certo prendere il romanzo direttamente dal genio di Stephen King per darne una versione parallela e cinematografica al pubblico. Nossignore. Kubrick vuole andare oltre e, servendosi della follia del personaggio di Jack Torrance (Nicholson), intende esplorare in modo profondo, crudo e ostile l'impenetrabile struttura della mente umana, cercando così di mettere a fuoco l'essenza, le visioni, le immagini, il bene e il male della stessa. Jack Torrance, scrittore/padre fallito, accetta un posto di custode nell'immenso Overlook Hotel, luogo dalle stanze, dai corridoi e dai giardini misteriosi, oscuri e sinistri.
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Stanley Kubrick sperimenta il genere horror con un caposaldo della storia del cinema, diventato uno dei film più paurosi, influenti ed enigmatici di ogni tempo: "The Shining". Ciò che fa il regista non è certo prendere il romanzo direttamente dal genio di Stephen King per darne una versione parallela e cinematografica al pubblico. Nossignore. Kubrick vuole andare oltre e, servendosi della follia del personaggio di Jack Torrance (Nicholson), intende esplorare in modo profondo, crudo e ostile l'impenetrabile struttura della mente umana, cercando così di mettere a fuoco l'essenza, le visioni, le immagini, il bene e il male della stessa. Jack Torrance, scrittore/padre fallito, accetta un posto di custode nell'immenso Overlook Hotel, luogo dalle stanze, dai corridoi e dai giardini misteriosi, oscuri e sinistri. Rinchiuso nell'hotel con sua moglie e suo figlio, dotato di poteri paranormali che gli permettono di vedere passato, presente e futuro, Jack potrà fare affidamento solo sulla sua testa, sul controllo del corpo e della mente, senza permettere a questa di condurlo verso un delirio fisico e psicologico ormai prossimo. Enormi labirinti, immensi giardini, spazi vuoti e freddi che lo stesso regista userà come simboli ed allegorie per mostrarci, nel suo stile, tutto ciò al quale la mente umana va incontro quando è alle prese con la vera paura. Paura della solitudine, paura di delirare, paura di impazzire, paura di fare del male, perfino la paura nei confronti delle persone che si amano. Così facendo, è lo stesso Kubrick a disegnare un astruso labirinto nei nostri confronti, articolando il film con personaggi, ambienti, riflessioni e condizioni, amalgamandoli con angoscianti e sinistrissimi colori e luci che cercheranno di aprirci le porte, le oscure porte, verso una terribile realtà pronta a tramutarsi in un vero incubo. Tramite un geniale uso tecnico della cinepresa, il Maestro Kubrick evidenzia i tratti più inquietanti e avversi del folle Jack Torrance (un'inappellabile Jack Nicholson in una delle sue migliori performance), del malefico Overlook Hotel e delle sue stanze e dei suoi segreti più intimi e nefasti, dando prova di avere un grandissimo talento perfino nel genere horror, smascherandolo in tutti i suoi subdoli e complessi profili per mezzo di motivi musicali e colonne sonore minacciose, che sembrano prendere la forma di parte delle forze del Male che si aggirano e si nascondono nell'hotel. Film maledettamente bello, dannatamente freddo e terribilmente inquietante, specie nel misterioso finale! L'horror secondo Kubrick! Signori, benvenuti all'Overlook Hotel!
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snake.86
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lunedì 13 ottobre 2008
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shining! grazie stanley kubrick
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Vi siete mai chiesti perchè un film privo di scene veramente orribili faccia terrorizzare così tante persone, compreso me? non so voi ma io credo fermamente che il mix fra musica, interpretazione, immagini, suspence meticolosità, e mistero sia un mix veramente perfetto, alcuni ancora si chiedono come mai Jack Torrance compare nell'ultima scena vestito da gran ballo, ditemi un'altro film che dopo quasi trent'anni faccia discutere ancora tanto, proprio perchè la genialità di Kubrick ha dato un alone di mistero infinito a questo film, avrò visto questo film più di cento volte, ma la cosa che mi sconvolge è che mi provoca sempre lo stesso terrore della prima volta, l'altro giorno ho anche visto la versione integrale di Shining, e mi si è chiarito quasi tutto, dico quasi perchè come ho già detto il mistero che avvolge l'Overlook hotel è troppo radicato nel tempo, è troppo inquietane.
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Vi siete mai chiesti perchè un film privo di scene veramente orribili faccia terrorizzare così tante persone, compreso me? non so voi ma io credo fermamente che il mix fra musica, interpretazione, immagini, suspence meticolosità, e mistero sia un mix veramente perfetto, alcuni ancora si chiedono come mai Jack Torrance compare nell'ultima scena vestito da gran ballo, ditemi un'altro film che dopo quasi trent'anni faccia discutere ancora tanto, proprio perchè la genialità di Kubrick ha dato un alone di mistero infinito a questo film, avrò visto questo film più di cento volte, ma la cosa che mi sconvolge è che mi provoca sempre lo stesso terrore della prima volta, l'altro giorno ho anche visto la versione integrale di Shining, e mi si è chiarito quasi tutto, dico quasi perchè come ho già detto il mistero che avvolge l'Overlook hotel è troppo radicato nel tempo, è troppo inquietane. so benissimo che ci sono persone a cui questo film non piace solo perchè si soffermano sulle immagini, senza rendersi conto che la cosa terribile del film si cela sotto di esse, ed è chi riesce a vedere al di sotto delle immagini riesce a capire il vero valore del film. Jack Nicholson, impèossibile pensare a Shining senza di lui, hanno anche provato a fare un remake in tre puntate di Shining, qualcuno lo ricorda? io dico di no, ma chi ricorda l'interpretazione di Jack? il mondo intero, è la parte fatta apposta per lui, una parte che solo lui poteva rendere così fantastica, c'è chi lo ha criticato, non può acadere altrimenti nel cinema, ma sfido questi a dire un nome per sostituirlo ed ottenere lo stesso risultato, non credo che trovino la risposta. cmq, credo di essermi dilungato un pò troppo, anche se potrei scrivere all'infinito, una sola parola può esere accostato a questo film, capolavoro!!!
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clementine89
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sabato 7 marzo 2009
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il capolavoro di kubrick
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In un'interpretazione magistrale, jack nicholson è jack torrance, giunto nell'elegante e isolato Overlook Hotel come custode invernale, accompagnato da moglie (shelley duvall) e figlio (danny lloyd). E' la sua prima volta in quel luogo, o è un ritorno? La risposta si trova in una spettrale deformazione del tempo, carica di follia omicida.
Da uno script co-adottato tratto dal romanzo di stephen king, kubrick trae vivide interpretazioni, minacciose ambientazioni, carrelate oniriche, fondendole, shock dopo shok, in una pietra militare dell'horror. Capolavoro indiscusso, shining resterà per sempre una storia magica, al confine tra il surreale ed il paranormale, del cinema mondiale.
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robert pocket
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martedì 7 agosto 2007
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una pietra miliare nella storia del cinema.
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Scardinando un romanzo di Stephen King con la complicita' della co-sceneggiatrice Diane Johnson (che ne scandisce i tempi con raggelante perfidia romanzesca attraverso una scansione temporale in sette atti: "Il colloquio/Chiusura invernale/Un mese dopo/Lunedi'/Martedi'/Sabato/Ore 16") Kubrick realizza il suo film piu' perverso, luciferino e ossessivo nella sua continua ricerca del disagio, dell'inquietudine, dello smarrimento psico-emotivo che si cela dietro una maschera d'artista fallito. Stroncato dalla critica, bocciato dal pubblico, ripudiato dallo stesso King che non ne aveva mai approvato l'adattamento a tal punto da accusare a posteriori il regista di aver palesemente scopiazzato il finale di un episodio de "Ai confini della realta'" per la (bellissima) sequenza finale nel labirinto (anche se lo stesso Kubrick replico' da par suo vantandosi del fatto che nel suo film a differenza del libro, dove effettivamente non moriva nessuno, almeno un morto ci fosse prima della fine) smontato e rimontato per l'europa con anesso castraggio da macellaio di 20 minuti circa che ne compromette l'antefatto (l'alcolismo di Nicholson e' quasi del tutto scomparso) "Shining" e' il capolavoro assoluto dell'horror per antonomasia con la sua schizofrenia, l'ambivalenza sessuale, il doppio, il delirio, l'ambiguita', l'omosessualita' latente del protagonista (ben piu' esplicita nel romanzo) la claustrofobia, la maniacalita' ossessivo-compulsiva delle azioni e la sua costante ricerca verso l'ignoto che fa di "Shining" quasi un film fantascientifico sulla falsariga di "2001: odissea nello spazio" (1968) scatenando anch'egli inquietanti pessimistici interrogativi: che fine fa Jack Nicholson alla fine del film? E' veramente morto? O si trova ora in un' dimensione parallela senza tempo?
Come lo fu "Psycho" (1960) per Anthony Perkins anche Nicholson dopo "Qualcuno volo' sul nido del cuculo" (1975) e "Shining" fini' con l' essere etichettato come "pazzo maniaco" a tal punto che col senno di poi la sua interpretazione non sembri tanto il frutto di un lavoro meticoloso e studiato a tavolino quanto di un'agghiacciante autentica genuina spontaneita' tale da farci gelare il sangue nelle vene.
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Scardinando un romanzo di Stephen King con la complicita' della co-sceneggiatrice Diane Johnson (che ne scandisce i tempi con raggelante perfidia romanzesca attraverso una scansione temporale in sette atti: "Il colloquio/Chiusura invernale/Un mese dopo/Lunedi'/Martedi'/Sabato/Ore 16") Kubrick realizza il suo film piu' perverso, luciferino e ossessivo nella sua continua ricerca del disagio, dell'inquietudine, dello smarrimento psico-emotivo che si cela dietro una maschera d'artista fallito. Stroncato dalla critica, bocciato dal pubblico, ripudiato dallo stesso King che non ne aveva mai approvato l'adattamento a tal punto da accusare a posteriori il regista di aver palesemente scopiazzato il finale di un episodio de "Ai confini della realta'" per la (bellissima) sequenza finale nel labirinto (anche se lo stesso Kubrick replico' da par suo vantandosi del fatto che nel suo film a differenza del libro, dove effettivamente non moriva nessuno, almeno un morto ci fosse prima della fine) smontato e rimontato per l'europa con anesso castraggio da macellaio di 20 minuti circa che ne compromette l'antefatto (l'alcolismo di Nicholson e' quasi del tutto scomparso) "Shining" e' il capolavoro assoluto dell'horror per antonomasia con la sua schizofrenia, l'ambivalenza sessuale, il doppio, il delirio, l'ambiguita', l'omosessualita' latente del protagonista (ben piu' esplicita nel romanzo) la claustrofobia, la maniacalita' ossessivo-compulsiva delle azioni e la sua costante ricerca verso l'ignoto che fa di "Shining" quasi un film fantascientifico sulla falsariga di "2001: odissea nello spazio" (1968) scatenando anch'egli inquietanti pessimistici interrogativi: che fine fa Jack Nicholson alla fine del film? E' veramente morto? O si trova ora in un' dimensione parallela senza tempo?
Come lo fu "Psycho" (1960) per Anthony Perkins anche Nicholson dopo "Qualcuno volo' sul nido del cuculo" (1975) e "Shining" fini' con l' essere etichettato come "pazzo maniaco" a tal punto che col senno di poi la sua interpretazione non sembri tanto il frutto di un lavoro meticoloso e studiato a tavolino quanto di un'agghiacciante autentica genuina spontaneita' tale da farci gelare il sangue nelle vene. Insomma, inutile girarci intorno, Nicholson e' "Shining" e "Shining" e' di Jack Nicholson ancor prima che di Kubrick. In tal senso diciamo anche che lo stesso King avrebbe preferito di gran lunga che la parte venisse affidata o a Jon Voight o a Michael Moriarty (a suo dire piu' "normali") scartando a priori l'idea Nicholson dopo averlo visto in "Qualcuno volo sul nido del cuculo" poiche' non lo riteneva adatto ad interpretare un padre di famiglia che scende via via nella follia "penseranno subito che il film tratti di un pazzo" avrebbe sbottato indignato.
Fortuna che non l'hanno ascoltato. "Shining" e' perfetto cosi' com'e' (anche se a onor del vero Nicholson sembra gia' "fuori" dopo meno di un minuto) e ancora c'e' da chiedersi con quale faccia gli abbiano appioppato due nomination ai Razzie Awards: peggior regia (!!!!!) e peggior attrice protagonista (la minuta Shelley Duvall che tra contrasti con il regista e crisi di nervi riusci' pure a finire all'ospedale durante le riprese e in terapia alla fine).
Con un omonimo remake televisivo (1997) voluto dallo stesso King suggestivo quanto basta, fedelissimo al romanzo (di fatto solo per quello fu fatto) ma nemmeno lontanamente paragonabile a questa pietra miliare che ancora oggi, a quasi trent’anni dalla sua uscita nelle sale, fa ancora il suo porco effetto. E scusate se e’ poco.
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