Il fascino discreto della borghesia

Film 1972 | Commedia +16 105 min.

Titolo originaleLe charme discret de la bourgeoisie
Anno1972
GenereCommedia
ProduzioneFrancia
Durata105 minuti
Regia diLuis Buñuel
AttoriFernando Rey, Delphine Seyrig, Bulle Ogier, Michel Piccoli, Stéphane Audran, Jean-Pierre Cassel Milena Vukotic, Julien Bertheau, Maria Gabriella Maione, Muni, Pierre Maguelon, François Maistre, Ellen Bahl, Claude Piéplu, Paul Frankeur.
TagDa vedere 1972
RatingConsigli per la visione di bambini e ragazzi: +16
MYmonetro 3,95 su 5 recensioni tra critica, pubblico e dizionari.

Regia di Luis Buñuel. Un film Da vedere 1972 con Fernando Rey, Delphine Seyrig, Bulle Ogier, Michel Piccoli, Stéphane Audran, Jean-Pierre Cassel. Cast completo Titolo originale: Le charme discret de la bourgeoisie. Genere Commedia - Francia, 1972, durata 105 minuti. Consigli per la visione di bambini e ragazzi: +16 - MYmonetro 3,95 su 5 recensioni tra critica, pubblico e dizionari.

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Ultimo aggiornamento venerdì 11 settembre 2009

I personaggi sono: un prete che assolve i moribondi e poi li uccide, un diplomatico che traffica in droga, un ufficiale che confessa un omicidio e altre figure grottesche. Il film ha ottenuto 2 candidature e vinto un premio ai Premi Oscar, 1 candidatura a Golden Globes,

Consigliato assolutamente sì!
3,95/5
MYMOVIES 4,25
CRITICA
PUBBLICO 3,64
ASSOLUTAMENTE SÌ
La borghesia secondo Bunuel.

I personaggi sono: un prete che assolve i moribondi e poi li uccide, un diplomatico che traffica in droga, un ufficiale che confessa un omicidio e altre figure grottesche. Stanno cercando un ristorante. Quando lo trovano scoprono che nella cucina si sta vegliando un morto. Se ne vanno molto infastiditi. Camminano su una strada piatta, sempre nello stesso panorama. Tentano ancora di mangiare e non ci riescono mai. Quando uno di loro sta per portare qualcosa alla bocca succede sempre un piccolo incidente. Tutti sono educati, anche se ogni tanto qualcuno si lascia andare, perde la calma. I loro argomenti sono minimi, cosucce, sempre fatti interni, privati. Ed ecco, a intermittenza, la solita scena su quella strada asfaltata e calda, e la fila allungata, tutti che camminano in silenzio.

Recensione di Stefano Lo Verme

Un gruppo di sei amici, i signori Thévenot, i signori Sénéchal, la signorina Florence e il diplomatico sudamericano don Rafael, ambasciatore della Repubblica di Miranda, continuano a darsi appuntamento per pranzare insieme; eppure, ogni volta che sono sul punto di mettersi a tavola accade qualche assurdo imprevisto che gli impedisce di portare a termine il proprio pasto.
Diretto dal maestro del cinema surrealista Luis Buñuel, Il fascino discreto della borghesia è considerato il capolavoro assoluto del grande regista spagnolo e si è aggiudicato il premio Oscar come miglior film straniero nel 1972. Caustica e divertentissima satira della società borghese e delle sue molteplici ipocrisie, il film si basa su uno spunto dichiaratamente paradossale: sei personaggi tentano di riunirsi tutti insieme, ma puntualmente vengono interrotti dagli eventi più bizzarri e imprevedibili che si possano immaginare. A partire da questa trama-pretesto, la graffiante sceneggiatura scritta da Buñuel con il fedele collaboratore Jean-Claude Carrière crea una serie di situazioni improbabili ed esilaranti, spesso oltre i limiti del reale. Costruito come un succedersi di brevi episodi indipendenti fra loro e contraddistinto da una sfrenata libertà espressiva, il film sconfina più volte nel campo dell'onirico; del resto, la dimensione del sogno è un tema ricorrente nell'intera opera del regista, che porta all'estremo la sua poetica del surreale miscelando continuamente verità e fantasia. E come in moltissime altre sue pellicole, anche qui Buñuel sceglie di utilizzare appieno la cifra stilistica del grottesco, dando vita ad un irresistibile crescendo di comicità: e difatti il tono della narrazione si intuisce fin dall'inizio, quando i protagonisti si ritrovano in un ristorante completamente vuoto e, mentre attendono di essere serviti, scoprono che all'interno del locale sta avendo luogo la veglia funebre per il cuoco, deceduto poche ore prima. In seguito, assisteremo ad una cena a casa dei Sénéchal interrotta dall'inaspettata irruzione di una squadra di soldati; litigi e omicidi nel bel mezzo di un elegante ricevimento; e poi ancora attentati terroristici, loschi traffici di droga, scappatelle extraconiugali, sparatorie, misteriosi avvelenamenti, visioni, incubi, e perfino qualche fantasma.
Attraverso un susseguirsi di scene a dir poco spassose, Buñuel prende di mira le meschinità e il carattere parassitario della classe borghese, descritta con un sardonico humor nero; ma allo stesso tempo, il film denuncia anche quell'universo servile e accondiscendente che le gravita attorno e che si dà da fare per proteggerla e coprirne le colpe (politici, polizia, esercito, clero). Strepitoso il personaggio dell'eccentrico vescovo, che si presenta a casa Sénéchal travestito da giardiniere e conclude una confessione con un colpo di fucile. Tra le varie sequenze da antologia, indimenticabile quella in cui la sala da pranzo del colonnello si trasforma di colpo in un palcoscenico, con tanto di spettatori seduti oltre il sipario di fronte a degli ospiti quanto mai sbigottiti.

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PUBBLICO
RECENSIONI DALLA PARTE DEL PUBBLICO
giovedì 25 novembre 2010
il cinefilo

Il trentesimo film di Luis Bunuel affronta,ancora una volta,nella maniera più autentica(solo apparentemente,a tratti,velata)e diretta possibile la disgrazia morale del mondo della borghesia e che qui trova la sua principale rappresentazione nell'istituzione della chiesa,della polizia e in quella dell'esercito. Utilizzando un linguaggio"pregevolmente"umoristico luis Bunuel [...] Vai alla recensione »

martedì 30 agosto 2011
teofrasto

La dura critica del mondo borghese rischia di arenarsi in un simbolismo troppo evidente. Bunuel, che realizza sicuramente l'ennesimo buon film, non sembra riuscire a superare la sue origini surrealiste. Come nell'arte surrealista i simboli sono troppo scoperti e il significato diventa così impoverito. Ciò che funziona meno è proprio il ricorso all'onirismo: il sogno [...] Vai alla recensione »

venerdì 26 maggio 2023
figliounico

La vita è sogno come scriveva Calderon de la Barca o è una favola senza senso narrata da un idiota come sentenziò il Bardo? Per Bunuel la vita è entrambe le cose o meglio padossalmente non c’è nulla di più vero dei sogni ed il modo di vivere della borghesia, all’opposto, rappresenta paradigmaticamente nella sua falsità l’assurdità di ciò che è inteso come reale.

lunedì 4 settembre 2017
elgatoloco

Più ancora della critica della borghesia, certo presente, in questo"Le charme discret de la bourgeousie"(1972)del grande Luis Bunuel, film del periodo francese, si ritrova il "touch"surrealista... Certo, la critica alla e della borghesia è forte(peraltro il surrealismo è di per sé antiborghese, intendendo non tanto una critica socioeconomica e politica [...] Vai alla recensione »

lunedì 12 dicembre 2016
stefano capasso

Un gruppo di amici dell’alta borghesia parigina si incontra più volte per consumare un pranzo o una cena insieme ma puntualmente vengono interrotti da qualcosa che accade Film surrealista di Luis Bunuel, bello, nella sua leggerezza e nella capacità di catturare l’attenzione in ogni dettaglio. Il gruppo borghese viene mostrato in tutte le sue sfaccettature di ipocrisia e falsit&agr [...] Vai alla recensione »

mercoledì 11 settembre 2013
KillBillvol2

 Il surrealista più famoso del cinema mette in scena un sincero, crudo, divertente atto d'odio verso la medio-alta borghesia francese. Ne si sottolineano i tic, le piccole grandi contraddizioni (il traffico di stupefacenti), il tutto sostenuto da una trama inesistente. Infatti l'impossibilità di due famiglie di cenare in pace è soltanto un piccolo pretesto, che [...] Vai alla recensione »

lunedì 8 novembre 2010
Reservoir Dogs

Luis Buñuel continua il suo percorso verso la via del surrealismo, lo fa minando il ceto sociale emergente di quel periodo: la borghesia. Quella borghesia che vive di apparenze, senza il bisogno di contenuto, dove si dedica particolare attenzione a come un autista beve un cocktail! Due famiglie benestanti si invitano a vicenda a cene e pranzi ma sono perennemente interrotte da organi di Stato [...] Vai alla recensione »

sabato 3 ottobre 2009
"Joss"

Veramente, solo Luis Bunuel poteva plasmare un capolavoro dalle qualità così sopraffine. Un film leggero e appassionante. Incuriosisce fin dal principio, con l'appuntamento "mancato" per la cena... E non è che l'inizio! La borghesia (quella con la "B" maiuscola) viene sbeffeggiata e messa in ginocchio a poco a poco in un crescendo di situazioni divertenti, intriganti e paradossali.

giovedì 14 ottobre 2010
erdibba

questo è cinema

giovedì 23 febbraio 2017
filosofabio

Dalla recensione ufficiale del sito sembra non abbiate visto il film. L'ufficiale reo confesso di cui si parla non e' affatto uno dei protagonisti, ma una fugace comparsa. Per il resto la pellicola è  una sopravvalutata allegoria della superficialità borghese, come se questo significasse qualcosa. La superficialità e la profondità si celano nelle persone di [...] Vai alla recensione »

domenica 20 febbraio 2011
aptate

l'epicentro della pallitudine 

domenica 20 febbraio 2011
aptate

mollami con i film d'autore, esco dal cinema se dopo dieci minuti nessuno muore

Frasi
Ignoravo che questo costume cavalleresco avesse attecchito in quella vostra contrada semi-selvaggia...
Una frase di Il colonnello (Claude Piéplu)
dal film Il fascino discreto della borghesia - a cura di "Joss"
winner
miglior film straniero
Premio Oscar
1973
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