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Ultimo aggiornamento mercoledì 27 aprile 2016
La vicenda personale di Jurij Gagarin e la missione Vostok 1 che cambiò per sempre la storia dell'uomo.
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Figlio di un falegname e di una contadina, Jurij Alekseevi Gagarin è il primo uomo che, il 12 aprile 1961, volò nello spazio all'interno della navicella Vostok-1. I preparativi e le esercitazioni per la missione sono inframezzate dai momenti salienti della vita del cosmonauta, dall'infanzia in campagna al rapporto coi genitori, dall'incontro con la moglie, Valentina Ivanova, alla gioia della paternità. Il rapporto con i colleghi durante i test attitudinali, quello con i vertici dell'aviazione sovietica o con le persone comuni descrivono un eroe dell'URSS durante il momento della supremazia nella corsa allo spazio.
A soli 27 anni, Gagarin fu il primo uomo ad orbitare intorno alla Terra, venendo onorato da Nikita Khrušv con quell'ordine di Lenin che ne fece immediatamente un eroe nazionale. Il film di Pavel Parkhomenko, production designer al suo esordio alla regia, evita la coda trionfalistica, preferendo un sommario di immagini di repertorio del ritorno del cosmonauta. Nonostante questo, il primo biopic dedicato a Gagarin, o meglio alla missione che lo ha consegnato alla Storia, non è esente da una massiccia dose di retorica, verrebbe da dire di stampo quasi nazionalista. Il ragazzo che insegue il sogno di essere il primo ad osservare dal vuoto il Pianeta blu, come lo definì dalla capsula, ma che, ugualmente, gioisce per i trionfi dei colleghi, di fatto rivali, bordeggia il concetto di "santino sovietico".
Gagarin: Primo nello spazio è un film classico nella più pura accezione del termine, pur nella forma di flashback a incastro che la sceneggiatura sceglie di dare alla narrazione. Lo sguardo, intriso di attenzione verso un Paese desideroso di primeggiare contro il nemico americano, non è distante da un'impostazione apologetica che può infastidire lo spettatore critico verso l'ottica scelta, ma anche soltanto dissenziente verso una colonna sonora trionfalistica e una manciata di sequenze dal taglio troppo televisivo.
Accettato quel coefficiente enfatico piuttosto innegabile, rimane un lavoro naturalmente piano, di ricca e piacevole produzione che, pur raccontando i fatti così come sono andati (ad esempio, il cosmonauta atterra con il paracadute e non all'interno della capsula come venne affermato dalle autorità), vuole proporre il ritratto di un perfetto figlio dell'ideologia sovietica senza sfumature e chiaroscuri. Non è un caso che si escluda la tragica morte, avvenuta solo sette anni dopo la missione all'interno del Vostok-1.
Perfetta la scelta di Yaroslav Zhalnin, in alcune sequenze più che somigliante al vero Gagarin, e non meno azzeccata quella di Vladimir Chuprikov, un Khrušev, decisionista e paterno, ritratto in abiti, per così dire, domestici.
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Di Pavel Prkhmosheko questo"Gagarin"(non ho idea del russo, dunque non lo scrivo in originale"Primo nello spazio"(2013)è in parte non troppo utilizzabile come biografia, perché non ci dà gli elementi biografici, se non tramite flash-back(la fame, l'ambiente contadino anche tetragono a suggestioni spaziali, la guerra etc.
La storia ripercorre gli ultimi giorni che precedettero il primo volo orbitale umano di Yuri Gagarin il 12 Aprile 1961 tra duri addestramenti, ricordi di una difficile infanzia contadina durante la guerra e la vita familiare di un marito amorevole già padre di due figlie ancora piccole. L'atterraggio senza problemi in una zona pianeggiante della Russia Occidentale segnerà la [...] Vai alla recensione »
Ho appena finito di vedere questo film del quale ignoravo l'esistenza. Nel complesso è un film interessante, anche se indugia troppo con noiosi flashback che, secondo me, appesantiscono il filo narrativo. Meglio sarebbe stato introdurre filmati d'epoca originali, inseriti nel modo più consono alla soddisfazione di chi guarda. Ottime le riprese della navicella nello spazio e tutto [...] Vai alla recensione »