Born This Way

Film 2013 | Documentario 82 min.

Anno2013
GenereDocumentario
ProduzioneUSA, Camerun
Durata82 minuti
Regia diShaun Kadlec, Deb Tullmann
TagDa vedere 2013
MYmonetro 3,25 su 1 recensioni tra critica, pubblico e dizionari.

Regia di Shaun Kadlec, Deb Tullmann. Un film Da vedere 2013 Genere Documentario - USA, Camerun, 2013, durata 82 minuti. - MYmonetro 3,25 su 1 recensioni tra critica, pubblico e dizionari.

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Ultimo aggiornamento mercoledì 6 novembre 2013

Un coraggioso documentario che racconta il clima di omofobia e intolleranza che vivono gay e lesbiche in Camerun.

Consigliato sì!
3,25/5
MYMOVIES 3,50
CRITICA
PUBBLICO 3,00
CONSIGLIATO SÌ
Un documentario sul tema dell'omosessualità che evita atteggiamenti manichei.
Recensione di Giancarlo Zappoli
Recensione di Giancarlo Zappoli

Camerun. Gertrude e Cédric sono due giovani omosessuali che vivono a Douala e subiscono le pressioni di una società che prevede per i gay dichiarati o supposti tali 5 anni di carcerazione e un'ingente multa. Alice Knom è un'importante avvocato, impegnata non solo a difenderli nei processi ma decisa a giungere sino alla Corte Suprema per far sì che le disposizioni di legge omofobe vengano abolite.
Non è facile realizzare un documentario sul tema dell'omosessualità senza che chi lo concepisce e lo dirige si faccia prendere da un atteggiamento tendenzialmente manicheo secondo il quale un gay o è un santo o un demone. Gli autori di Born this Way assumono un punto di vista decisamente diverso. Gertrude, Cédric, le due ragazze sotto processo in una città ai confini del Paese non sono icone da glorificare o disprezzare: sono persone. Come tali ci vengono mostrate nei loro momenti di gioia e nella loro sofferenza interiore che si definisce sin dalla ripresa in controluce che apre la narrazione. Le loro vite debbono affrontare quotidianamente il pregiudizio e l'ignoranza e loro ne sono amaramente consapevoli ma hanno deciso di non smettere di ascoltare il loro sentire più profondo. Questo comporta dei conflitti interiori che non vengono sottaciuti. Cédric, mentre si dichiara alla telecamera, è anche consapevole di non poter rivelare la propria identità sessuale alla madre che non potrebbe capire. Questo non ci viene solo detto: siamo testimoni del rapporto madre-figlio che è un rapporto di amore nonostante il segreto. Gertrude, che è profondamente cristiana, compie (anche se con grande timore) una scelta diversa che ci permette di cogliere (qui sta un altro dei meriti di un film non manicheo) come all'interno della Chiesa cattolica non abbia radici solo l'omofobia più o meno mascherata. C'è anche chi vive ed opera non rinunciando a proclamare la propria fede ma affermando, grazie alla sua interiorizzazione positiva, il totale rispetto per l'altro. Sono quegli uomini e quelle donne che sanno ancora guardare nell'intimo del prossimo e a cui papa Francesco sta dando voce.

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