Anno | 2012 |
Genere | Biografico, |
Produzione | Brasile, USA |
Durata | 80 minuti |
Regia di | Petra Costa |
Attori | Li An, Elena Andrade, Petra Costa . |
Tag | Da vedere 2012 |
Distribuzione | I Wonder Pictures |
MYmonetro | 3,25 su 1 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
|
Ultimo aggiornamento martedì 17 giugno 2014
Quando sua sorella Elena è scomparsa, Petra aveva solo sette anni, tredici meno di lei, Non l'ha mai dimenticata, ma ora la vuole ritrovare.
CONSIGLIATO SÌ
|
Elena è una ragazza brasiliana che coltiva il sogno di fare l'attrice, proprio come sua madre prima di lei. Ha vissuto l'infanzia in clandestinità, con i genitori, durante gli anni della dittatura militare. A tredici anni ha avuto una sorellina, Petra, che si è divertita a dirigere nei suoi film casalinghi. A vent'anni, non contenta delle esperienze di teatro a San Paolo, va a New York per tentare la strada del cinema. Lavora duro, fa molti provini, e attende inutilmente una chiamata. Vent'anni dopo è Petra a sbarcare a New York in cerca della sorella, con un bagaglio di lettere, pagine di giornale, foto e ricordi.
Ci sono casi, come questo, in cui il cinema è necessario come una terapia, anzi è la terapia stessa. Legata alla sorella scomparsa da una somiglianza abbagliante, da un amore spezzato e da troppe domande senza risposta, la regista ripercorre la vita della sorella, la propria e quella della madre in cerca di uno scarto salvifico.
Paradossalmente, nonostante s'incolli nella memoria del suo spettatore, Elena è un film fatto per essere superato dalla sua autrice: pena la stasi, la follia, il possibile riproporsi di un destino tragico. Solo mettendo nuovamente in scena la vita e la morte, solo facendosi scrittrice, regista e montatrice di un racconto (per quanto dolorosamente vero), Petra può chiudere il capitolo. Poco importa, allora, se certe immagini sono più forti di altre, se certi deliri più o meno toccanti o condivisibili: la forza del film, che è tanta, è tutta nel gesto del filmare, di indossare la voce dell'altra, di prendere la sua strada (letteralmente, la strada della casa di N.Y.), di andare fino in fondo alla confusione dell'una con l'altra, per uscirne diversa e sola. Soprattutto, la forza è quella sentimentale della restituzione di un grande affetto. C'è stata infatti una stagione della vita di Elena -lo testimoniano i materiali di repertorio- in cui il suo cuore non era vuoto ma pieno d'amore per la sorellina. Due decenni dopo, Petra ripaga con questo gesto tardivo ma obbligato i tanti gesti d'amore della sorella e lo fa con lo stesso mezzo che amava usare Elena, quello del cinema.
Parlare di documentario ha pochissimo senso per questo mosaico di suoni e immagini dove tutto è documento, direttamente dalla fonte, eppure tutto rimanda a una sfera altra, quella dell'emozione, fatta di ricordi sublimati, paure cronicizzate, rimorso, rimpianto e quanto di più bruciante la mente umana possa contenere ed elaborare. Il film stesso è così: non è fatto di molto, ma evoca anche le immagini che non possiede.