Anno | 2011 |
Genere | Drammatico |
Produzione | Francia |
Regia di | Frédéric Videau |
MYmonetro | 2,61 su 1 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento lunedì 13 febbraio 2012
Il difficile ritorno alla vita di una ragazza sequestrata per otto anni.
CONSIGLIATO NÌ
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Gaëlle è vicina a compiere i 18 anni quando Vincent, colui che l'aveva sequestrata quando ne aveva circa 10, la lascia andare via senza fare nulla per fermarla. Ora la ragazza deve alternarsi tra colloqui con la psicologa e restrizione in una casa di cura psichiatrica, incontri con il padre e la madre che si sono separati) e il ritrovarsi con un vecchio compagno delle elementari che aveva assistito al rapimento.
Frédéric Videau nelle sue dichiarazioni ha immediatamente sgombrato il campo dall'ipotesi che con il suo film cercasse di trasformare in fiction l'esperienza vissuta dall'austriaca Natascha Kampusch. Non c'è stato nessun contatto con l'interessata e quindi A moi seule va considerato come un'opera di pura finzione. Da questo punto di vista risulta purtroppo riuscito solo in parte. La scelta di campo è chiara: andare a leggere il rientro nella società di una ragazza che l'aveva forzatamente lasciata quando era bambina. La sceneggiatura non ha però la forza di condensarne il vissuto e sembra convinta di poter raggiungere il risultato grazie ad alcuni flashback che descrivono la vita di Gaëlle in cattività alternandola con un colloquio notturno con il padre, un rientro a casa con la madre, un dialogo con la psicologa e un imbarazzato ritrovarsi con un bambino che fu ed ora è un ragazzo. Tutto finisce con il restare in superficie, ivi compresa la figura del sequestratore deciso a divenire una sorta di padre onnipotente le cui motivazioni per il rilascio si ammantano di una sorta di pretesa illusoria nei confronti della rinuncia della ragazza di fronte all'idea di tornare ad affrontare il mondo. Tutto il film finisce con l'appoggiarsi sulle spalle della giovane protagonista che è decisamente efficace ma che avrebbe potuto essere meglio servita da un copione più mirato ad esplorarne la psicologia.