Titolo originale | My name is Kid |
Anno | 2011 |
Genere | Drammatico |
Produzione | Polonia |
Regia di | Ladzek Dawid |
Attori | Roma Gasiorowska, Adam Woronowicz, Kamil Malecki, Krzysztof Ogloza, Sylwia Juszczak Agnieszka Suchora, Krzysztof Globisz, Dorota Pomykala, Pawel Królikowski, Maja Hirsch, Agata Kulesza, Agnieszka Wosinska, Janusz Chabior, Barbara Kurzaj, Izabela Gwizdak, Marta Malinowska, Agata Watróbska, Dariusz Majchrzak, Aleksandra Justa, Magdalena Kacprzak, Marek Slosarski, Artur Owczarek, Anna Modrzejewska, Michal Jaros, Joachim Lamza. |
Tag | Da vedere 2011 |
MYmonetro | 3,25 su 1 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento venerdì 29 luglio 2011
Un ritratto di donna incredibile, forte e corraggiosa.
CONSIGLIATO SÌ
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Ki è una ragazza madre, molto bella, conscia di esserlo e per nulla intenzionata a rinunciare alla sua vita per un figlio che comunque ama moltissimo. Il bambino ha circa due anni ma lei ancora non si è rassegnata ad una vita regolare. Lasciato il padre biologico del figlio, troppo umorale e inaffidabile, Ki si rifugia in un'altra casa in cui incontra un uomo dal carattere meno espansivo ma più responsabile. Lottando per guadagnare abbastanza per non farsi sottrarre il bambino, fingendo di condurre una vita equilibrata di fronte agli assistenti sociali e sempre pronta ad imprese infantili per trovare un lavoro, la protagonista rischia di lasciarsi l'ennesima possibilità di una vita normale.
Con pochissimi fronzoli e molto interesse per ogni piccola variazione sul volto della sua Ki (interpretata da Roma Gasiorowska), Dawid Laszek mette in scena una sceneggiatura emersa dalla realtà, ovvero dall'osservazione dei movimenti e della vita della vicina di casa dello sceneggiatore Pawel Ferdek.
Ha un pudore infinito questo film polacco che senza disturbare racconta un momento nella vita di una ragazza madre, non eccessivamente significativo per ciò che accade, ma rappresentativo di uno stato dell'esistenza. Ki, prende e lascia uomini come prende e lascia lavori, cerca una casa e cerca una stabilità, lo ha fatto prima degli eventi raccontati nel film e lo continuerà a fare dopo, si capisce, ma l'importante sembrano essere soltanto le contraddizioni di questo stile di vita e delle emozioni di questo personaggio.
Contemporaneamente responsabile della propria situazione e vittima di una società che non è clemente con le ragazze madri, Ki è ripresa senza nessun interesse erotico nonostante la sua indubbia bellezza, è giovanissima ma il regista la guarda come una mamma, perchè tale si sforza di essere. Almeno a modo suo.
E in più di un momento questa tensione tra la ricerca di un equilibrio e l'incapacità di conquistarlo quando è finalmente a portata, regala attimi di inaspettata empatia.