Titolo originale | The Dolphin: Story of a Dreamer |
Anno | 2009 |
Genere | Animazione |
Produzione | Italia |
Regia di | Eduardo Schuldt |
MYmonetro | 2,38 su 1 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento giovedì 20 dicembre 2012
La storia di Daniel, un delfino che abbandona la sicurezza della sua 'tana' per esplorare l'oceano e scoprire il suo vero scopo nella vita.
CONSIGLIATO NÌ
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Daniel è un giovane delfino che vive all'interno di una barriera corallina. Il suo mondo è ormai soggetto a una sola regola: vivere per pescare. Tutto ciò che esula da questa attività viene sanzionato. Ma Daniel ha un sogno: poter trovare l'onda perfetta. Sente che dovrà lasciare il suo ambiente, protetto ma rigido, per affrontare il mare aperto. Una volta realizzato il suo sogno potrà tornare per liberare gli altri delfini.
Sergio Bambarén ha venduto più di 60.000 copi in tutto il mondo del suo libro "Il delfino" e continua nella sua attività di promotore della difesa degli oceani e degli esseri che vi vivono.
Un conto però è scrivere un libro intenso e comunicativo e un altro trarne un film di animazione altrettanto efficace. Eduardo Schuldt affronta in questa occasione un'impresa ardua. Innanzitutto a causa dell'animazione tridimensionale che non può non tenere conto del fatto che anche il pubblico infantile è oggi abituato a ben altri livelli tecnologici. Non che manchino le scene ad effetto in questo film ma molti personaggi, Daniel incluso, danno una sensazione di plastica, di artificio che non favorisce l'immedesimazione. Sul piano narrativo poi assistiamo a una troppo lunga introduzione in cui i concetti vengono ripetuti e in cui si presentano personaggi (come il pesciolino che spesso cade in catalessi) destinati a non avere sviluppi. Questo può accadere nel capitolo di un libro. Accettarlo in un film diventa più difficile così come l'assenza di un 'cattivo' definito e definibile da parte dei più piccoli a cui il film si rivolge. Qui i cattivi (pesce vorace e polipo subdolo) si passano il testimone per cui bisognerebbe ancorarsi a Daniel e al suo petulante amico calamaro. Purtroppo non basta. Anche perché la meta (cavalcare la grande onda) non è poi così straordinaria tanto da tenere viva l'attenzione di un bambino dei giorni nostri.