Titolo originale | Gembaku no ko |
Anno | 1952 |
Genere | Guerra |
Produzione | Giappone |
Durata | 97 minuti |
Regia di | Kaneto Shindo |
Attori | Nobuko Otowa, Chikako Hosokawa, Masao Shimizu . |
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Il tragico avvenimento viene raccontato con grande sobrietà e in una manciata di secondi. Il 6 agosto del 1945 visto dagli occhi di una maestra che torna ad Hiroshima per ritrovare le proprie origini.
CONSIGLIATO N.D.
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Sette anni dopo, la maestra Takako ritorna a Hiroshima, alla ricerca delle proprie memorie. La città è parzialmente ricostruita, ma la tragedia continua a dominarvi, attraverso i volti sfigurati, le membra rattrappite, le donne sterili e i bambini minorati senza sorriso. In un vecchio cieco, accompagnato dal nipotino Taro, Takako riconosce il servitore della propria famiglia, distrutta con la casa. Il mattino della partenza, Taro viene da lei con un biglietto del nonno, che si è dato fuoco nella sua baracca, e le affida il bambino.
Il film è generalmente lodato per la sua sobrietà. L'avvenimento fatale è ricordato dalla protagonista in pochi secondi di immagini allucinanti. E tuttavia è sempre presente nella mente di lei come dello spettatore; così è presente il cielo, ora vuoto ma sempre carico di minaccia. Certo, in Hiroshima di Hidco Sckigawa, la ricostruzione della giornata del 6 agosto 1945 e dei suoi effetti sarebbe stata più completa e terrificante. Ma il tono di Kaneto Shindo è un altro: un'emozione lirica intensa e trattenuta, la scelta del dettaglio significante, ammonitore. Nel cielo, finalmente, un aereo passa: gli occhi della maestra sono colmi d'angoscia, quelli del bambino sono soltanto puri e curiosi.