Titolo originale | Le testament d'Orphée |
Anno | 1959 |
Genere | Fantastico |
Produzione | Francia |
Durata | 80 minuti |
Regia di | Jean Cocteau |
Attori | Jean Cocteau, María Casares, Jean Marais, Roger Vadim, Claudine Auger, Charles Aznavour Lucia Bosè. |
MYmonetro | 2,50 su 3 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
|
Un bambino in un banco, una madre con il bimbo in carrozzina che piange, un vecchio su una sedia a rotelle e una infermiera.
CONSIGLIATO NÌ
|
"Il mio film non è altro che una seduta descrittiva consistente nel rimuovere a poco a poco il mio corpo e nel rivelare la mia anima a nudo", ecco ciò che dice Cocteau all'inizio della pellicola. Col nome di Orfeo il regista fa riferimento all'omonimo film da lui diretto anni prima. Un bambino in un banco, una madre con il bimbo in carrozzina che piange, un vecchio su una sedia a rotelle e una infermiera. Questi sono alcuni degli incontri che fa lo stesso regista vestito in abiti settecenteschi. Un film criptico come una poesia ermetica, probabilmente Cocteau nasconde nelle situazioni se stesso e le sue ossessioni. Interessante ma forse un po' presuntuoso.
Fu questo anche il testamento del poeta-cineasta, che si circondò di molti amici per realizzare un'opera in cui si mescolano la vita e la morte, il presente e il futuro, mostri e immaginazioni, e che costituisce la terza parte di un diario intimo in cui le allegorie e le metafore ossessive servono alle confessioni e in cui l'esoterismo serve all'espressione della sincerità. Il film, ch'è tutta una serie di gag liriche e plastiche, non può essere raccontato, e illustra il proposito dell'autore: "Quel che voglio è vivere un'attualità che mi è propria e che abolisce il tempo. Una volta scoperto che avevo il privilegio di questo stato, mi ci sono sempre più perfezionato e immerso".
Da Dizionario dei film, Firenze, Sansoni, 1968