Ran

Film 1985 | Drammatico +16 161 min.

Regia di Akira Kurosawa. Un film Da vedere 1985 con Tatsuya Nakadai, Akira Terao, Takeshi Katô, Jinpachi Nezu, Hisashi Igawa. Cast completo Genere Drammatico - Giappone, 1985, durata 161 minuti. Consigli per la visione di bambini e ragazzi: +16 - MYmonetro 4,29 su 5 recensioni tra critica, pubblico e dizionari.

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Nel Giappone feudale del 1500 si combatte la lotta fratricida tra Taro e Jiro, figli del potentissimo Hidetora, infiammati da odio smisurato. Il film ha ottenuto 4 candidature e vinto un premio ai Premi Oscar, 1 candidatura a Golden Globes,

Consigliato assolutamente sì!
4,29/5
MYMOVIES 4,50
CRITICA
PUBBLICO 4,08
ASSOLUTAMENTE SÌ

Nel Giappone feudale del 1500 si combatte la lotta fratricida tra Taro e Jiro, figli del potentissimo Hidetora, infiammati da odio smisurato. La loro sete di vendetta porterà morte e distruzione per tutto il paese. Grandiosa, spettacolare, violenta rappresentazione della follia umana e delle crudeltà del fato, a metà strada fra tragedia greca e dramma shakespeariano, il film si muove tra maestose scene campali (premio Oscar per i costumi) sorrette da un'impeccabile fotografia, alternate a sequenze che si ricollegano direttamente al teatro tradizionale nipponico.

Recensione di Stefano Lo Verme

Giappone, XVI secolo. L'anziano signore feudale Hidetora Ichimonji annuncia di voler dividere il suo regno fra i tre figli, Taro, Jiro e Saburo; quest'ultimo critica apertamente la decisione del padre, mettendolo in guardia dal rischio della discordia tra fratelli, e perciò viene diseredato. Ma dopo la sua abdicazione, Hidetora verrà cacciato dai propri figli e sarà testimone di una sanguinaria guerra civile per il controllo del regno.
Ran, parola giapponese che significa "disordine", "caos", è anche il titolo di uno dei più famosi film del maestro del cinema nipponico Akira Kurosawa, che nel 1985 ha realizzato questa megaproduzione ad alto budget, una vera e propria summa dell'opera del leggendario regista, autore di pellicole quali Rashomon e I sette samurai. Sceneggiato dallo stesso Kurosawa, Ran è liberamente ispirato ad una delle più cupe tragedie di William Shakespeare, King Lear, riadattata secondo la poetica del grande cineasta attraverso le regole del genere jidaigeki (il filone dei film storici giapponesi) e del teatro N?. Questa volta invece delle tre figlie femmine ci sono tre principi, ai quali è affidato il regno dell'anziano monarca Hidetora, capo supremo del clan degli Ichimonji, interpretato sullo schermo dall'attore Tatsuya Nakadai, che era già stato diretto da Kurosawa nel precedente Kagemusha (1980), una pellicola analoga sul tema del potere e dei suoi effetti su chi lo detiene.
La storia si apre con l'abdicazione del Re Idetora, seguita dall'esplosione della feroce rivalità tra i suoi due figli maggiori, Taro e Jiro, la cui spietata ambizione sarà causa di morte e sofferenza; nel frattempo la moglie del Principe Taro, la diabolica Lady Kaede, complotta nell'ombra per portare a termine la propria vendetta contro il clan degli Ichimonji, rei di aver trucidato la sua famiglia. Fondendo l'epica e la tragedia, il film di Kurosawa si propone come un'inquietante rappresentazione dell'avidità degli uomini e dell'insensatezza della guerra, soffermandosi in particolare sulla figura del protagonista, Idetora: uno spettrale Re Lear che vaga per le montagne in preda alla pazzia, in compagnia del suo irriverente buffone di corte, e al quale non resta che contemplare i frutti della propria stoltezza. Emblematico, in tal senso, il finale della pellicola, in cui Hidetora si troverà a stringere fra le braccia il cadavere del figlio Saburo, l'unico che gli si era dimostrato leale, mentre intorno a lui infuria la battaglia; in questo modo, l'ex-sovrano pagherà con il sangue del figlio per tutte le stragi e le azioni delittuose commesse nel corso della propria vita. Il film si chiude con il giovane Tsurumaru, cieco e solo, in piedi sull'orlo di un precipizio, in un mondo immerso nell'oscurità e senza più alcun dio.
Fra congiure di palazzo, loschi intrighi familiari e lotte fratricide, Ran mette in scena uno straordinario affresco della follia umana, con una serie di squarci lirici che sconfinano nel visionario, grazie anche ad uno stile visivo basato su grandiose scene di massa e su un magistrale uso in chiave simbolica dei colori. Lo spettacolare assedio alla fortezza di Hidetora, durante la tempesta, costituisce un momento di puro cinema: lo spettatore non sente alcun rumore, e le immagini del massacro sono accompagnate soltanto dal commento musicale di T?ru Takemitsu, che dà all'intera sequenza un carattere surreale e da incubo; un incubo che si concretizza poco dopo, quando il Re Hidetora, ormai privo di senno, abbandona il castello in fiamme e si allontana verso la brughiera. Acclamato dalla critica come una pietra miliare nella carriera di Kurosawa, Ran si è aggiudicato il premio Oscar per gli splendidi costumi di Emi Wada ed ha ricevuto la nomination per la miglior regia, e resta ancora oggi uno dei massimi capolavori della cinematografia mondiale.

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PUBBLICO
RECENSIONI DALLA PARTE DEL PUBBLICO
giovedì 10 settembre 2009
Lisbeth

Ran in giapponese è caos, follia.E’ la grande lezione di Kurosawa, che scrive qui il suo testamento spirituale: il caos che gli uomini, folli, creano nella loro vita, poiché cercano “il dolore, non la gioia, si esaltano nella sofferenza, si compiacciono dell’assassinio”.Sono parole tremende, pronunciate dallo scudiero mentre Hidetora muore, consumato dal dolore sul corpo del figlio appena ritrovato [...] Vai alla recensione »

lunedì 2 agosto 2010
il cinefilo

TRAMA:La storia è ambientata nel Giappone del 16°secolo e racconta la drammatica vicenda di un signore feudale chiamato Hidetora Ichimonji(Tatsuya Nakadai)che spartisce il suo regno egualmente tra i suoi tre figli ma presto scoppierà una guerra fratricida...COMMENTO:Il grande regista Akira Kurosawa realizza,a modo suo,una rilettura del Re Lear di William Shakespeare applicata al mondo orientale e tra [...] Vai alla recensione »

lunedì 13 giugno 2011
Stefano Burini

Cinema d'altri tempi, film come non se ne fanno più. Niente effetti speciali, niente battute ad effetto, in due parole niente cazzate, solo un enorme, elefantiaca tragedia guerresca con una morale di fondo dal tono esistenzialista e totalmente antibellicista.   Raccontare la guerra, peggio ancora, una guerra fratricida, causata dalla troppa ambizione e da un potere smisurato, [...] Vai alla recensione »

sabato 4 agosto 2012
fefè22

Questa trasposizione in chiave orientale del Re Lear è il secondo capolavoro di akira kurosawa (sotto solamente al magistrale i sette samurai ) . La recitazione è sublime soprattutto da parte del protagonista Tatsuya Nakaday che intepreta un sanguinario che poi scontera tutti i suoi peccati quando due dei suoi figli gli si ritorceranno contro e quando vedra la morte del suo terzo figlio l' unico che [...] Vai alla recensione »

venerdì 21 febbraio 2014
Valetag

« Gli esseri umani si perdono sempre, e riprendono sempre la stessa strada.» Con questa nuova versione del Re Lear, Kurosawa ribadisce la sua visuale sulla violenza che caratterizza ogni essere umano. Il gran principe Hidetora, giunto ormai ad una veneranda età, decide di spartire le sue terre, conquistate versando molto sangue, tra i suoi tre figli: Taro, Jiro e Saburo.

sabato 3 agosto 2013
Luca Scialo

Il tiranno Hidetora Ichimonij giunto a 76 anni decide di ritirarsi e dividere il suo Regno tra i 3 figli. I quali però si mostrano ingrati: il primo finisce per cacciarlo, il secondo è geloso del primo e vuole prendere il suo posto, il terzo lo abbandona subito dandogli del pazzo. Ma sarà proprio quest'ultimo a correre in suo soccorso, ormai diventato un vagabondo senza memoria. [...] Vai alla recensione »

domenica 19 gennaio 2014
Great Steven

RAN (GIAP, 1985) diretto da AKIRA KUROSAWA. Interpretato da TATSUYA NAKADAI – MIEKO ARADA – AKIRA TERAO – DAISUKE RYU – PETER ISHASHI IGAWA § Nel Giappone del XVI secolo, il principe Hidetora Ichimonji è ormai anziano e deve dividere il proprio regno fra i tre figli maschi Saburo, Taro e Ijiro. Fin dal principio sorgono dissapori e contrasti su chi dovrà possedere [...] Vai alla recensione »

mercoledì 18 maggio 2011
il cinefilo

In un mondo devastato dalla guerra(metaforicamente"parallela"all'immobile bellezza dei primi piani-sequenza)l'anziano principe Hidetora Hichimonji avrebbe dovuto rappresentare,almeno all'inizio della storia,l'ultimo e poeticamente triste ricordo di une era di morte e distruzione mentre la spartizione del regno con i tre figli doveva significare l'inizio di un lungo [...] Vai alla recensione »

venerdì 24 maggio 2013
jacopo b98

 Il gran principe Hidedora (Nakadai), abdicando, divide il regno tra i suoi tre figli (Terao, Nezu e Ryu). Due di loro, privi di gratitudine, lo tradiranno e scateneranno una guerra per ucciderlo, il terzo, dopo aver ammonito il padre, cercherà di aiutarlo, incorrendo nella morte. Il vecchio monarca impazzirà. Il capolavoro assoluto di uno dei più grandi registi giapponesi, [...] Vai alla recensione »

mercoledì 3 febbraio 2010
G. Romagna

Un principe giapponese, giunto alla vecchiaia, decide di ritirarsi a vita privata spartendo il suo regno tra i suoi tre figli. Il terzogenito si rifiuterà, presagendo che da tale divisione sarebbero sopraggiunti scontri fratricidi ed aspri dissidi con lo stesso padre, gli altri due accettano. Sarà proprio la previsione del più piccolo ad avverarsi.

giovedì 24 settembre 2009
Toxic Avenger

Ran è da considerarsi una perla rara del cinema mondiale, non solo giapponese. Kurosawa ha saputo elevare e donare a questo film una maestria del tutto unica: la fotografia, la scenografia, i dialoghi, i personaggi.. Il destino umano dipinto da un maestro, ecco come definisco questo film. ASSOLUTAMENTE DA VEDERE!

lunedì 20 aprile 2009
puntafaro

Ho visto Ran qualche anno fa. Il film è fantastico. Un vero capolovoro che durerà nel tempo.Devo dire che da allora sono alla ricerca per l'acquisto in DVD o VHS.

domenica 2 maggio 2021
djtigi

Trama interessante ma poco avvincente, belli i costumi. Mi perplimono alcune scene molto inverosimili. Il giullare contribuisce a rovinare il film. Dopo un'ora e mezza ho cominciato a vedere quanto mancava alla fine.

giovedì 30 gennaio 2014
DARIO FIREMAN

Si racconta la guerra fratricida, smisurata da potere e ambizione. Un padre tiranno si scaglia apparentemente contro gli amati figli e da essi viene ripudiato per presunta follia. Bei dialoghi, paesaggi incredibili, scenografie memorabili. L'unico neo dell'impeccabile Kurosawa è che il film scorre un pò troppo lentamente, senza particolari momenti "cult", nonostante il copione sia altamente significativo [...] Vai alla recensione »

Frasi
Perché gli dei si divertono a guardare gli uomini uccidersi come vermi, senza intervenire? Anche gli dei e Buddha sono impotenti davanti alla follia degli uomini, che cercano la sofferenza invece della gioia e continuano a ripetere sempre gli stessi errori...
Tango Hirayama (Masayuki Yui)
dal film Ran
STAMPA
RECENSIONI DELLA CRITICA
Roberto Escobar
Il Sole-24 Ore

Caos: questo il significato di Ran, antico ideogramma cinese scelto da Kurosawa Akira (così è chiamato in Giappone, prima il cognome e poi il nome) come titolo per il suo ultimo, possente, film. Il regista giapponese, ormai settantacinquenne, ha affermato di non considerare questo suo lavoro una specie di testamento: anzi, così come molti grandi pittori del suo paese hanno dato il meglio di sé dopo [...] Vai alla recensione »

Kenneth Turan
The Los Angeles Times

They don't make them like Akira Kurosawa's magisterial "Ran" anymore, but the truth is, they didn't really make them like this regal epic back then either. Now screening for one week on the Nuart's big West Los Angeles screen in a new 35 mm print struck to mark the picture's 25th anniversary as well as the centennial of the director's birth, "Ran" reminds us what a singular gift director Kurosawa [...] Vai alla recensione »

winner
migliori costumi
Premio Oscar
1986
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