Anno | 2021 |
Genere | Drammatico, |
Durata | 136 minuti |
Regia di | Nattawut Poonpiriya |
Attori | Thanapob Leeratanakajorn, Ice Natara, Chutimon Chuengcharoensukying, Violette Wautier Ploi Horwang. |
Distribuzione | Wanted |
MYmonetro | 3,50 su 5 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento mercoledì 15 maggio 2024
Boss riceve una telefonata dal suo amico Aood, in Thailandia, che gli rivela di essere malato di cancro. Il film è stato premiato a Sundance,
CONSIGLIATO SÌ
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Boss, barman e dongiovanni, conduce una vita dissoluta a New York quando viene raggiunto dalla chiamata del suo migliore amico, Aood, che gli confessa di avere la leucemia e gli chiede un ultimo favore: tornare in Thailandia per accompagnarlo dalle sue ex compagne e restituir loro un oggetto. Il doloroso processo di commiato dalla vita che sta per svanire diviene per Aood un'occasione per rinsaldare rapporti e saldare debiti prima che sia troppo tardi.
Al comparire sui titoli di testa del nome di Wong Kar-wai, produttore del film, segue una brevissima scena in una cabina telefonica girata con la tecnica dello step-printing.
Un omaggio duplice al cinema di Wong, tanto per la cabina - che rimanda al bacio tra Andy Lau e Maggie Cheung di As Tears Go By - che per l'uso dello step-printing - che rimanda al dittico sullo spleen metropolitano Hong Kong Express-Angeli perduti. Sta un po' racchiuso qui lo spirito che Baz Poonpiriya infonde in One for the Road. Un tentativo di adattare stilemi e situazioni tipiche del cinema di Wong Kar-wai, oggetto di imperituro feticismo presso i cinefili di diverse generazioni, alle esigenze di botteghino thailandesi. Da Poonpiriya ci si attende infatti un altro campione di incassi, dopo che il precedente Bad Genius si è affermato come il maggiore incasso mondiale di sempre per un film thailandese. L'espediente del viaggio a ritroso nella propria vita, che passa inevitabilmente da rimpianti, rimorsi e rancori mai sopiti, diviene quindi l'occasione ideale per esaltare il feticismo sentimentale tipico del cinema di Wong e la sua reificazione dei sentimenti. Oggetti di per sé anonimi acquisiscono una pregnanza inattesa (non è un segreto che le scatolette di ananas non siano più le stesse dopo la cura Wong Kar-wai), testimonianza di un momento di vita intenso ma non riproducibile, che necessita di elementi tangibili per poter propagare le proprie sensazioni. Prima di procedere alla cancellazione dei nomi dalla propria rubrica telefonica - e quindi a rimuovere anche l'immortale avatar digitale, che sopravvive alla morte fisica dell'individuo, come nel caso del padre - Aood chiede un ultimo incontro, anche virtuale, e lo scambio di un feticcio carico di sensazioni. Una rielaborazione interessante di temi wongkarwaiani, benché elaborata in maniera semplicistica e con una perniciosa tendenza al didascalico, che circa a metà film si arresta e si riavvolge, proprio come i nastri rock del padre dj radiofonico, per aprire a un flashback su come Aood e Boss si sono incontrati.
Qui le ambizioni di Poonpiriya si scontrano con i limiti della sua poetica e delle esigenze commerciali della produzione, dilatando a dismisura l'intreccio e confondendo le priorità. Il "grande racconto d'amore", destinato a spiegarci perché Boss è divenuto un cinico dongiovanni e quali siano le reali ragioni dell'ultima richiesta di Aood, è in fondo piuttosto convenzionale e si serve del personaggio di Prim - amata da entrambi, ricambiata solo da uno dei due - per far rientrare le evidenti tensioni omoerotiche del film in binari più convenzionali e digeribili per il pubblico thailandese. Troppi elementi finiscono per essere condensati in un segmento che vorrebbe confondere il punto di vista acquisito dallo spettatore sui personaggi ma finisce per lasciare pochi punti di riferimento e smarrire le potenzialità dello spunto iniziale. Difficile dire se il successo di Bad Genius sarà ripetuto e se le insistenze sul lato sentimentale ed emozionale paghino in termini di consenso mainstream: l'impressione è più quella di un'occasione sprecata per sovrabbondanza di buone intenzioni.
Boss, barman e dongiovanni, conduce una vita dissoluta a New York quando viene raggiunto dalla chiamata del suo migliore amico, Aood, che gli confessa di avere la leucemia e gli chiede un ultimo favore: tornare in Thailandia per accompagnarlo dalle sue ex compagne e restituir loro un oggetto. Il doloroso processo di commiato dalla vita che sta per svanire diviene per Aood un’occasione per rinsaldare rapporti e saldare debiti prima che sia troppo tardi.
Un film che è un tentativo di adattare stilemi e situazioni tipiche del cinema di Wong Kar-wai, oggetto di imperituro feticismo presso i cinefili di diverse generazioni, alle esigenze di botteghino thailandesi. Da Poonpiriya ci si attende infatti un altro campione di incassi, dopo che il precedente Bad Genius si è affermato come il maggiore incasso mondiale di sempre per un film thailandese.
L’espediente del viaggio a ritroso nella propria vita, che passa inevitabilmente da rimpianti, rimorsi e rancori mai sopiti, diviene quindi l’occasione ideale per esaltare il feticismo sentimentale tipico del cinema di Wong e la sua reificazione dei sentimenti.
Aood, trent'anni, chiama tutti i contatti della sua rubrica per comunicare la sua leucemia, poi li cancella. Ma al vecchio amico Boss, che vive a New York, chiede di accompagnarlo in un ultimo viaggio in Thailandia per ritrovare tutte le sue ex fidanzate. Boss è riluttante ma deve un favore a Aood, e accetta. One for the road sembra una versione sovraccarica dei young adult lacrimevoli che includono [...] Vai alla recensione »
Prodotto da un Maestro come Wong Kar-wai, la cui aura sembra aleggiare nei momenti più ispirati del film, One for the Road ha rappresentato in realtà il ritorno sul set di uno dei cineasti asiatici più talentuosi e interessanti in circolazione, il thailandese Baz Poonpiriya. Pochi film all'attivo (ma di grande successo), altri progetti cinematografici dal potenziale notevolissimo all'orizzonte, le [...] Vai alla recensione »
A distanza di ben dieci anni della sua opera prima Countdown (2012) che gli era valsa il Premio del Pubblico, Nattawut "Baz" Poonpiriya torna al Far East con One for the Road, un road movie dalle apparenze piacevolmente ingannevoli che segna la sua piena maturazione autoriale, nonostante l'impronta forse troppo forte - e difficilmente assimilabile all'estetica poonpiriyana - di un produttore d'eccezione: [...] Vai alla recensione »
Dopo i folgoranti Countdown (2012, che vinse proprio al Feff il Premio del Pubblico) e Bad Genius (2017), il regista thailandese Nattawut 'Baz' Poonpiryia realizza con One for the Road il suo film più intimo ed esistenziale, abbandonando il genere e, purtroppo, anche la brillantezza che aveva contraddistinto i suoi precedenti, geniali, lavori. Prodotto da Wong Kar-wai, One for the Road ricorda per [...] Vai alla recensione »