Anno | 2020 |
Genere | Documentario |
Produzione | Italia, Serbia, Albania, Germania |
Durata | 57 minuti |
Regia di | Fabrizio Bellomo |
MYmonetro |
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Ultimo aggiornamento lunedì 9 novembre 2020
Il racconto di tre edifici abbandonati che oggi hanno perso la funzione per la quale erano stati costruiti.
CONSIGLIATO N.D.
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La "fabbrica diffusa" si espande. Il film la racconta tra edifici abbandonati, miniere trasformate in attrazioni turistiche, opifici dell’Europa dell’est riconvertiti alla produzione di automobili italiane; attraversa città e paesi industriali come Sesto San Giovanni (ex Stalingrado d’Italia) e Lumezzane (la città "officina" del bresciano) oggi trasfigurati. I luoghi, le immagini, i suoni. L’autore appunta e racconta mescolando telefonate, conferenze, poesie, vecchi film, spot della tv jugoslava, balletti russi, performance sperimentali. Un unico flusso che si espande in molteplici sensi e direzioni. Proprio come la fabbrica.
L'uomo. E la macchina. L'artista sperimentale Fabrizio Bellomo porta al Torino Film Festival (TFF DOC/ITALIANA) il suo Film, saggio audiovisivo che si sofferma sulla transizione - non solo fisica - ma anche ideologica che ha portato la fabbrica, il suo concetto, a diffondersi, espandendosi ben oltre i limiti strutturali, architettonici che ne delimitano le mura.