...è che pure basati su fatti veri, di fronte ai quali -violenza sessuale su minori da parte di preti- ciascuno dovrebbe inorridire non solo a parole, è che la maggior parte di chi li va a vedere una volta uscito dalla sala se li scorda.
Ne rimangono stravolti, nel vero senso della parola solo quelli che ne sono stati vittime- e continuano ad esserlo- o che per fortuna ne sono scampati.
Le generazioni di certi anni addietro, fra collegi , colonie marine e montane hanno corso seri rischi, quando non sfortunatamente caduti nelle oscenità da parte di questi malati (infatti nel film si parla di "riabilitazione psichiatrica").
L'aspetto più dirompente- a parte l'aver tenuto nascosti tali scellerati eventi e reponsabilità ai livelli più alti da parte della chiesa- è che tutti sapevano (anche quelli di Spotlight cinque anni prima del 2001-infatti una vittima-testimone fa una precisa accusa in tal senso dopo che fornì al giornale molto materiale accusatorio 'coperto' solo da una breve in cronaca locale, inciampo ammesso dal capo -team di questo gruppo di giornalismo d'inchiesta)...ma tacevano ..."i preti fanno del bene" era il refrain -e sono state fatte promesse di carriera e nemmneno troppo velate se chi tirava le fila (Michael Keaton), avesse rinunciato a proseguire.
Chi è stato in certi collegi, chi ha vissuto nelle colonie marine o montane sa di cosa parlo: io stesso mi sono 'salvato' per caso. Proprio per caso: come si fa a difendersi fra i 6 e i 12 anni?
E a parte quegli 87 preti di comprovata lurida colpevolezza, sono stati più di mille poi i casi venuti alla luce (c'è l'elenco alla fine del film -una sorta di appello tipo Auschwitz verrebbe da dire), ma chissà quanti la Chiesa ancora copre -lo psichiatra ex prete che conosceva... l'ambiente parla poi della castità in quel comparto: in base ai suoi studi trentennali il 50% casto non lo è. Il prete non sposato è una mina vagante, nei seminari entrava (entra?) di tutto. Lo si sa. Lo si sapeva. Le prove ci sono. Ma la tragedia continuerà ad essere insabbiata il più possibile. E putroppo con il sistema dei media che abbiamo qui da noi vista anche la contiguità con l'Oltretevere la denuncia, forte come dovrebbe essere, non ci sarà invece mai.
Il FILM.
Certo fatto magistralmente, con attori e attrici all'altezza (splendido come sempre Stanley Tucci nei panni di un eccezionale nel vero senso della parola avvocato di origine armena che difende i bambini abusati ); e montato come un racconto giallo: pur conoscendo la vicenda lo spettatore lo vive trepidamente in attesa dell'agognato finale. Che arriva anche col colpo di scena come dicevo, quello cioè del capo dello Spotlight -sono in 4 mica di più- che ammette di aver trascurato cinque anni prima il problema ...che era già arrivato alla sua redazione con prove testimoniali di persone abusate.
Due ore di grande spettacolo, non ci si stacca dalla sedia, e si ammira la costanza di quel team che faticosamente arriva a dimostrare -al di là dell'orrore in sé-la grande colpa della chiesa: l'aver occultato cioè questi fatti per anni. Siamo nerll'empireo del giornalismo d'inchiesta, quello che non si fa più oggi perché ormai tutto di desk (nel film c'è un'abbondanza di archivi cartacei: -impressionante la sua ricchezza in quel giornale di Boston): pochi i computer su quelle scrivanie e solo di supporto: vivaddio lì usano ancora i taccuini e siamo nel 2001 mica nel cenozoico degli anni cinquanta, sessanta e settanta.
Inchiesta descritta in modo stupendo lungo il suo svilupparsi -magnifica quella ripresa in quell'immensa biblioteca dalle luci di lettura verdi- e colonna sonora di accompagnamento discreto che in qualche punto riecheggiava quella di Erin Brockovic, di fatto anche quel film sebbene di oggetto diverso una denuncia pesantissima contro il potere sebbene qui senza cottole di preti, monsignori, eminenze, eccellenze e papi.
Forse- una nota lieve ci può stare- in tutto quell'indaffararsi dove il giorno continuava nella notte, le camicie di Michael Keaton erano sempre fresche di lavanderia, un aspetto che nel film il vero direttore di allora ha colto -lui non usava le botton-down- pure se questa è stata la sua unica critica al film a quanto ho letto. Sono d'accordo: l'unico appunto che faccio a quel film (al film, non alla bravura di quegli attori-giornalisti) è che lui -Keaton- sì, è troppo, diciamo così, levigato...m eno male però non in maniche rimboccate come d'uso da noi fra quelli che "io sono stato in America"(da ridere).
La morale, infine, che c'è e chiara. Quando c'è ottimo giornalismo -soprattutto non asservito- il potere -di qualsiasi natura-è allo sbando. Purtroppo, visto come siamo messi ciò avviene raramente. Specilamente nel nostro paese.
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