arjuna
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domenica 9 maggio 2021
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le realta'' complesse
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Writer 58 sembra non voglia cogliere l'importanza di denunce di simile natura. Quando Writer afferma che il film e' un '' accurato prodotto di serie '' e che soprattutto '' SEMPLIFICA UNA REALTA' COMPLESSA'' dice tutto. Dov'e' la realta' complessa in un contesto di abusi e umiliazioni ai danni di bambini? Far emergere la verita' e denunciare gli abusi da parte di persone che sanno di godere di protezioni e connivenze, rappresenta la semplificazione di una realta' complessa?
Il giudice che commina pene severe nei confronti di stupratori e' , suo malgrado, vittima di '' accurate sentenze di serie '' e soprattutto ignora di '' semplificare realta' complesse '
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Writer 58 sembra non voglia cogliere l'importanza di denunce di simile natura. Quando Writer afferma che il film e' un '' accurato prodotto di serie '' e che soprattutto '' SEMPLIFICA UNA REALTA' COMPLESSA'' dice tutto. Dov'e' la realta' complessa in un contesto di abusi e umiliazioni ai danni di bambini? Far emergere la verita' e denunciare gli abusi da parte di persone che sanno di godere di protezioni e connivenze, rappresenta la semplificazione di una realta' complessa?
Il giudice che commina pene severe nei confronti di stupratori e' , suo malgrado, vittima di '' accurate sentenze di serie '' e soprattutto ignora di '' semplificare realta' complesse ''
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fabio 3121
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lunedì 1 febbraio 2021
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inchiesta del boston globe sui preti pedofili
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il film è ispirato a fatti realmente accaduti ed in particolare all'inchiesta giornalistica del "The Boston Globe" sui preti pedofili facenti parte della Diocesi di Boston. Il neo direttore Marty Baron (Liev Schreiber) nell'estate del 2011 sprona il team "Spotlight" composto da 4 giornalisti e capitanati da Robby (Michael Keaton) a contattare l'avvocato Garabedian (Stanley Tucci) che aveva seguito diverse cause promosse contro la Chiesa cattolica dai familiari delle vittime - spesso minorenni - di molestie sessuali perpetrate dai preti delle varie parrocchie del distretto di Boston. Con una articolata indagine fatta di colloqui con alcune vittime (ora adulte) e con la consultazione dei registri dove venivano segnalati gli spostamenti dei preti da una parrocchia all'altra per "motivi di salute", il team di Spotlight riesce a formare una lista di 70 preti pedofili le cui attività - penalmente e moralmente censurabili - erano sempre state insabbiate dal Cardinale Law e dalla stesura di accordi privati di risarcimento con documenti secretati.
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il film è ispirato a fatti realmente accaduti ed in particolare all'inchiesta giornalistica del "The Boston Globe" sui preti pedofili facenti parte della Diocesi di Boston. Il neo direttore Marty Baron (Liev Schreiber) nell'estate del 2011 sprona il team "Spotlight" composto da 4 giornalisti e capitanati da Robby (Michael Keaton) a contattare l'avvocato Garabedian (Stanley Tucci) che aveva seguito diverse cause promosse contro la Chiesa cattolica dai familiari delle vittime - spesso minorenni - di molestie sessuali perpetrate dai preti delle varie parrocchie del distretto di Boston. Con una articolata indagine fatta di colloqui con alcune vittime (ora adulte) e con la consultazione dei registri dove venivano segnalati gli spostamenti dei preti da una parrocchia all'altra per "motivi di salute", il team di Spotlight riesce a formare una lista di 70 preti pedofili le cui attività - penalmente e moralmente censurabili - erano sempre state insabbiate dal Cardinale Law e dalla stesura di accordi privati di risarcimento con documenti secretati. La pellicola scorre in modo lineare e cronologico fino alla pubblicazione dell'intera inchiesta sulle pagine del quotidiano. Il pregio maggiore sta nella buona interpretazione di tutto il cast ed in particolare di Michael Keaton. Inoltre viene trattato il drammatico tema della pedofilia in modo sobrio ma efficace. Voto: 6,5/10.
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wolvie
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mercoledì 28 ottobre 2020
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spotlight
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Basato sulle inchieste del team di giornalisti denominato Spotlight,che tramite le pagine del Boston Globe, scoprirono lo scandalo dei casi di pedofilia del clero che sconvolse l opinione pubblica.
Girato con piglio anni '70, senza troppi fronzoli va dritto allo scopo supportato da attori consoni al ruolo. Emozionante, riesce a concentrarsi quasi totalmente sull' indagine giornalistica e sui risvolti politici istituzionali corrotti che la Chiesa ha intessuto per anni in un ambito cittadino cattolico come quello bostoniano.
Film considerevole anche eticamente, rappresentando un giornalismo ormai mitico, forse difficilmente riscontrabile oggi. Probabilmente sarebbe una visione idonea anche per le scuole superiori.
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Basato sulle inchieste del team di giornalisti denominato Spotlight,che tramite le pagine del Boston Globe, scoprirono lo scandalo dei casi di pedofilia del clero che sconvolse l opinione pubblica.
Girato con piglio anni '70, senza troppi fronzoli va dritto allo scopo supportato da attori consoni al ruolo. Emozionante, riesce a concentrarsi quasi totalmente sull' indagine giornalistica e sui risvolti politici istituzionali corrotti che la Chiesa ha intessuto per anni in un ambito cittadino cattolico come quello bostoniano.
Film considerevole anche eticamente, rappresentando un giornalismo ormai mitico, forse difficilmente riscontrabile oggi. Probabilmente sarebbe una visione idonea anche per le scuole superiori.
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leonardo venturini
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mercoledì 11 dicembre 2019
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un pregio del film
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Al di là della tecnica narrativa apprezzabile, anche se non artisticamente originalissima, il film ha il pregio di far capire il silenzio delle vittime che alcuni superficiali moralisti trasformano in accuse da rovesciare contro chi ha acutamente sofferto e subito, quasi a giustificazione dei veri colpevoli.
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cinephilo
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venerdì 14 dicembre 2018
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la verità a voce alta
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Tralasciando i discorsi sulla valenza tecnica e artistica di questo film che effettivamente lasciano un po' a desiderare mi soffermo su questo bell'esempio di cinema coraggioso e di denuncia. Il film segue il lavoro dei giornalisti investigativi (Spotlight) volto ,su spinta del nuovo direttore del Boston Globe, a smascherare numerosi casi di molestie sessuali che vedono responsabili molti preti cattolici del capoluogo del Massaachussets. Poco ritmo e pochi colpi di scena ma una bella denuncia ad alta voce contro chi crede di avere Dio sempre dalla propria parte e a qualsiasi condizione. Questo film è una (seppur piccola) perla.
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laura
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mercoledì 20 dicembre 2017
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da non perdere
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Spotlight: uno dei più bei film che abbia mai visto.
Non fa una grinza: scorre come un torrente, inizia piano, dalla sorgente, e poi, via, a capofitto, ma non ti perdi neanche un'onda. Tutto sembra essere risucchiato dai vortici, ma poi ecco che riemerge e la corsa continua, giù, fino all'arrivo.
Gli attori, veri, a interpretare una quotidianità comune alla gente comune, nei gesti involontari, negli sguardi, nel gergo.
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Spotlight: uno dei più bei film che abbia mai visto.
Non fa una grinza: scorre come un torrente, inizia piano, dalla sorgente, e poi, via, a capofitto, ma non ti perdi neanche un'onda. Tutto sembra essere risucchiato dai vortici, ma poi ecco che riemerge e la corsa continua, giù, fino all'arrivo.
Gli attori, veri, a interpretare una quotidianità comune alla gente comune, nei gesti involontari, negli sguardi, nel gergo.
Così tutto prende forza e credibilità, in ogni contesto, sia esso familiare, lavorativo, sociale...
Veramente.
Da non perdere.
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laurence316
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venerdì 14 luglio 2017
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un mondo malato in cui la pedofilia è la prassi
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Uno dei più acclamati film della stagione, Spotlight, diretto da Tom McCarthy che già si era distinto con il precedente The Visitor, viene prodotto solo dopo che la sceneggiatura ad opera dello stesso McCarthy e di Singer viene inclusa nella Black List del 2013.
Derivato da uno sconcertante fatto di cronaca, è un film necessario che ha il merito di resistere alla tentazione di celebrare i propri protagonisti, e che anzi rimane saldamente ancorato alla realtà, narrando di una storia di insabbiamenti e connivenze, per mezzo di uno script abile e intelligente. Non perde mai un colpo e non lascia tempo di annoiarsi allo spettatore, presenta una narrazione veloce ed efficace, e riesce a resistere alle trappole del politically correct tipiche del cinema hollywoodiano.
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Uno dei più acclamati film della stagione, Spotlight, diretto da Tom McCarthy che già si era distinto con il precedente The Visitor, viene prodotto solo dopo che la sceneggiatura ad opera dello stesso McCarthy e di Singer viene inclusa nella Black List del 2013.
Derivato da uno sconcertante fatto di cronaca, è un film necessario che ha il merito di resistere alla tentazione di celebrare i propri protagonisti, e che anzi rimane saldamente ancorato alla realtà, narrando di una storia di insabbiamenti e connivenze, per mezzo di uno script abile e intelligente. Non perde mai un colpo e non lascia tempo di annoiarsi allo spettatore, presenta una narrazione veloce ed efficace, e riesce a resistere alle trappole del politically correct tipiche del cinema hollywoodiano.
Con lucidità e partecipazione espone i fatti, che non possono che lasciare allibiti e, man mano che si avvicina alla conclusione, si addentra sempre più nei meandri di un sistema corrotto, oscuro e malato. Ribadisce l'importanza del giornalismo e della libertà di stampa, vera cifra della libertà di un popolo, ed attrae e concentra una volta in più l'attenzione del pubblico su un problema di ancora stretta e pressante attualità. Avvincente ed inoppugnabile, Spotlight è senza ombra di dubbio uno dei più interessanti film dell'anno, e certamente uno dei migliori. La recitazione è di altissimo livello, la regia precisa, il montaggio serrato, le musiche puntuali. Assolutamente da vedere, anche solo per informarsi.
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fede17
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lunedì 27 marzo 2017
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un film efficace e che fa riflettere
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Un film sobrio e lineare che, partendo dallo scandalo di Boston, si estende in tutto il mondo, rivelando una triste realtà. Il cast è ottimo e funzionale alla storia. La regia è tradizionale ma ben fatta, la sceneggiatuea è fluida ma allo stesso tempo incisiva.
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shingo tamai
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venerdì 17 marzo 2017
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insieme preghiamo
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Commentare un film che si basa su fatti realmente accaduti non è operazione semplice.
In questi casi si finisce spesso per ritrovarsi a seguire un documentario privo di quella vivacità necessaria per farsi seguire fino alla fine.
A fine pellicola posso affermare questo pericolo è stato scongiurato,grazie sopratutto alla bravura degli attori e ai racconti diretti delle vittime.
Qualcuna di queste è "sui generis" e qualche elemento grottesco è stato aggiunto gratuitamente al fine di regalarci un poco di brio in più.
Per il resto definirei quanto visto "agghiacciante" manco fosse un horror di Dario Argento.
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Commentare un film che si basa su fatti realmente accaduti non è operazione semplice.
In questi casi si finisce spesso per ritrovarsi a seguire un documentario privo di quella vivacità necessaria per farsi seguire fino alla fine.
A fine pellicola posso affermare questo pericolo è stato scongiurato,grazie sopratutto alla bravura degli attori e ai racconti diretti delle vittime.
Qualcuna di queste è "sui generis" e qualche elemento grottesco è stato aggiunto gratuitamente al fine di regalarci un poco di brio in più.
Per il resto definirei quanto visto "agghiacciante" manco fosse un horror di Dario Argento.
Solo il pensiero che uno dei luoghi teoricamente più sicuri,come una Chiesa, possa essere inquinato dagli stessi custodi,lascia oggettivamente attoniti e con un senso di rabbia indicibile,soprattutto per il fatto che in molti casi si poteva intervenire in tempo per punire i colpevoli di turno.
Spero sinceramente che questi terribili fatti non accadano più,spero che tanti ricordino questo film perché purtroppo bisogna tenere sempre gli occhi aperti,spero che i vertici della Chiesa non chiudano per primi gli occhi davanti a sacerdoti pedofili.
Insieme Preghiamo.
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riccardo tavani
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venerdì 25 novembre 2016
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lezione di giornalismo e cinema d'impegno civile
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Uno scandalo di enormi proporzioni sociali, la tenacia di una redazione giornalistica nel denunciarlo, un’esplicita dichiarazione del cinema a non tradire mai questa sua vocazione all’impegno civile.
Siccome la società americana continua a essere attraversata da letali scandali di potere – dall’economia al controllo telefonico ed elettronico illegale su tutti i cittadini –, ecco che il cinema porta sul grande schermo, ossia alla conoscenza pubblica di massa, una vicenda del 2001, riguardante gli abusi sessuali perpetrati dal clero cattolico statunitense contro bambini affidati alle sue scuole e parrocchie. Uno scandalo che ha avuto come centro la città di Boston ma che, attraverso il suo Vescovato, si è diffusa in tutta la nazione e anche fuori i suoi confini.
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Uno scandalo di enormi proporzioni sociali, la tenacia di una redazione giornalistica nel denunciarlo, un’esplicita dichiarazione del cinema a non tradire mai questa sua vocazione all’impegno civile.
Siccome la società americana continua a essere attraversata da letali scandali di potere – dall’economia al controllo telefonico ed elettronico illegale su tutti i cittadini –, ecco che il cinema porta sul grande schermo, ossia alla conoscenza pubblica di massa, una vicenda del 2001, riguardante gli abusi sessuali perpetrati dal clero cattolico statunitense contro bambini affidati alle sue scuole e parrocchie. Uno scandalo che ha avuto come centro la città di Boston ma che, attraverso il suo Vescovato, si è diffusa in tutta la nazione e anche fuori i suoi confini.
Il quotidiano locale, il Boston Globe, attraverso il suo nuovo direttore Marty Baron, decide di rompere il muro di omertà e silenzio imposto a tutta la città dal Vescovo John Law. I fatti denunciati hanno dato il via a una serie di procedimenti legali contro la chiesa cattolica americana, costretta a risarcire le vittime con enormi cifre in denaro. Non solo. Essa si è ripercossa anche in altri paesi, poiché i prelati abusanti venivano silenziosamente trasferiti di parrocchia in parrocchia, e anche all’estero, dove continuavano impunemente i loro comportamenti, estendendo geometricamente e infittendo la rete degli abusi. Il vescovo di Boston John Law, invece di essere sospeso, è stato trasferito in una delle basiliche storiche più importanti del mondo: quella di Santa Maria Maggiore a Roma.
Anche grazie a inchieste come questa oggi nella Chiesa matura una nuova consapevolezza, come dimostra la condanna senza riserve espressa da Papa Francesco che ha implorato il perdono agli abusati, alle loro famiglie, a tutti i fedeli. Solo che non basta prevedere la loro condanna e detenzione dei colpevoli dentro le Mura Vaticane. Essi vanno affidati al normale corso della giustizia penale dei paesi dove hanno consumato i loro gravi reati. Sarebbe certamente meno di quanto previsto da Gesù nel Vangelo: “Chi scandalizza anche uno solo di questi piccoli che credono in me, sarebbe meglio per lui che gli fosse appesa al collo una macina girata da asino e fosse gettato negli abissi del mare” (Matteo – 18, 6).
La vicenda ricostruita dal film non ha solo il valore di un documento storico portato alla conoscenza del grande pubblico internazionale. Nell’epoca dei nuovi social media elettronici, la carta stampata sembra destinata a un inevitabile tramonto. Con essa, però, rischia di essere archiviato pure l’intero metodo del giornalismo investigativo di classe: l’unico in grado di controllare il potere e denunciarne gli abusi. Se decade questa funzione, decade anche quella del grande cinema di impegno civile. Ora questo legame rischia di spezzarsi e forse per questo, con più forza, il cinema mette sullo schermo gli ultimi capitoli di questa storia, come Truth – Il prezzo della libertà di James Varderblit, con Cate Blanchet e Robert Redford.
Abbiamo parlato del giornalismo d’inchiesta e del cinema civile – americano. Sì, perché in Italia non esiste né l’uno né l’altro: cardinali, vescovi e preti potevano tranquillamente continuare a benedire i loro amati chirichetti.
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