Il racconto dei racconti

La Meraviglia del bambino che ascolta una favola si riaccende in noi nella alla visione di questo film. Sono le immagini incantate di luoghi di fiaba, in cui si aggirano tutti gli archetipi delle favole: re, regine, principi e principesse, ma anche orchi, streghe e draghi, a raccontare questo film più dei dialoghi(che infatti sono ridotti al minimo). All'inizio si è sovrastati da queste visioni fiabesche (perfette luci e fotografia) che irretiscono e affascinano (perfette le location e i costumi), ma poi pian piano si fanno strada i temi più profondi delle passioni e delle miserie umane che non sono affatto lontani dai temi che affannano i nostri cuori "moderni" ! La madre che vuole a tutti i costi un figlio, per il quale è pronta a sacrificare il marito e vuole tenerlo solo per se, il re che vive solo di sesso smodato nell'affanno di allontanare la morte, la donna che è pronta a sacrificare tutto (affetti e umanità) per ritrovare la vacuità della giovinezza, il re stolto che non vorrebbe mai far sposare la figlia e tenerla vicina, come la pulce che alleva in segreto nella sua camera che rappresenta la sua pochezza umana, e finisce per darla in sposa a un orco. La salvezza umana è nella "famiglia" e nella gente del "popolo", quella che salva la principessa a costo della propria vita, quella che si ritrova nel legame tra i due fratelli ritrovati, quella che è nell'amore della madre che rinuncia al figlio e lo allontana per salvarlo. Vi ho trovato alcuni richiami a Pasolini (Il fiore delle Mille e una notte e Canterbury Tales) più che a Brancaleone. Una pecca? Il doppiaggio di Vincente Cassel da parte di Favino non mi ha per niente convinto!