Il racconto dei racconti |
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Un film di Matteo Garrone.
Con Salma Hayek, John C. Reilly, Christian Lees, Jonah Lees.
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Titolo originale Il racconto dei racconti - Tale of Tales.
Fantasy,
Ratings: Kids+13,
durata 125 min.
- Italia, Francia, Gran Bretagna 2015.
- 01 Distribution
uscita giovedì 14 maggio 2015.
MYMONETRO
Il racconto dei racconti
valutazione media:
3,50
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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Non solo Fantasydi cpettineFeedback: 1205 | altri commenti e recensioni di cpettine |
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domenica 28 febbraio 2016 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
“Il racconto dei racconti” è una opera complessa, che intreccia tre storie diverse scelte da un prolifico scrittore di fiabe del seicento napoletano (Giambattista Basile). E’ un ambizioso progetto filmico, con un cast internazionale (il film è uscito in ligua inglese), che si pone in netto contrasto, anzi in antitesi, ai precedenti Gomorra o Reality. Ci sono due modi di guardare il film (e a dire il vero di fruire di una opera d’arte in generale): presentarsi con tutto il pesante bagaglio delle proprie esperienze passate, facendo una valutazione sulla base dei propri gusti e in base alle proprie aspettative, catalogando, incasellando, confrontando ciò che vediamo con ciò che abbiamo già visto. Poi c’è il secondo modo: utilizzare i propri sensi, ovvero il proprio corpo, per percepire ciò che abbiamo davanti, utilizzando la nostra esperienza passata, fondamentale bagaglio culturale, come un sesto senso che percepisce prima di giudicare (e non il contrario). Vedere “Il racconto dei racconti” volendo catalogarlo come film di genere, derubricando la storia a “fantasy-noir-horror-italian-movie”, o peggio cercare a tutti i costi il “filo narrativo” o valutare gli effetti speciali solo per la loro forza, significa andare al cinema con gli occhi chiusi, o perlomeno con degli occhiali da sole molto spessi e scuri. Garrone sceglie la storia fantastica per scarnificare l’essere umano (in senso anche letterale) e parlare dell’amore nel territorio vergine della fiaba, quindi utilizzando i personaggi come straordinari archetipi dei sentimenti umani. L’intreccio narrativo sottolinea che ogni re e ogni mostro è solo un aspetto della stessa cosa, dell’uomo. Gli effetti speciali sono al servizio della fotografia (in genere succede il contrario) che pesca dalla realtà del paesaggio italiano (Sicilia, Puglia, Abruzzo,...) per portarlo nel territorio del fantastico, mantenendo quella straordinaria forza che solo la realtà può avere (vedi Gomorra). Garrone, in ultima analisi, cammina nel territorio del film “di genere” mantenendo un orizzonte lungo, volendo parlare di qualcosa di “altro”, come sempre nei suoi film. Dire che questo è solo un film “fantasy” con semplici effetti speciali e una storia poco comprensibile, è come dire che “2001: odissea nello spazio” è solo un film di fantascienza degli anni ’60. Stop.
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