Con Tarantino siamo abituati, ormai, alle grandi attese, neldesiderio di partecipare tutti, in massa, al festoso evento del nuovo film. D'altra parte, io ero un ragazzino quando con Pulp Fiction il regista diventava "cult", tra i ragazzini, e fa uno strano effetto, uscendo dalla sala, sentire oggi i commenti di altri ragazzini, che vanno a vedere il film come se fosse una cosa alternativa, e non l'obbedienza ad un comando subliminale...
con Kill bill, devo ammettere di essere caduto anch'io nel tranello, e di essere uscito dalla proiezione, a suo tempo, innenggiando al nuovo Kurosawa. Rivisto il film una seconda volta, però, come evitare l'impressione di un giocattolo smagliante e senza sostanza, che fa piacere scartare, ma non giocare? Death proof era per metà un gran bel film e per metà una presa per i fondelli. Ma che dire di inglorious bastard. Sì, ci sono dei momenti di vero cinema, ma per il resto... io, devo dire, non ho nulla contro i film noiosi (e Jackie Brown continuo a reputarlo la sua cosa migliore), ma a posteriori posso dire che, se non fosse stato per il marchio di fabbrica, questo sarebbe stato un film che nessuno, giustamente, sarebbe andato a vedere! Anche il discorso metacinematografico ormai lascia il tempo che trova, una sorta di firma: il cinema, i discorsi sul cinema, l'autodenuncia della finzione e via dicendo è robba vecchia: da Pirandello in poi (o forse dalla commedia greca in poi?)
Insomma, chi lo vuol vedere lo veda pure, ma ci vada con un buon amico ben, disposto a chiacchierare, o con la propria dolce metà, per poter far altro... o quantomeno con una dose extra di pop corn
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