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Rassegna stampa di Laura Linney

Laura Linney è un'attrice statunitense, produttrice, è nata il 5 febbraio 1964 a New York City, New York (USA). Laura Linney ha oggi 60 anni ed è del segno zodiacale Acquario.

PATRICIA COHEN
The New York Times

IF you were to choose one article of clothing to represent Laura Linney, it would have to be the little black dress. Simple, elegant, appropriate for any occasion. Add a white pilgrim’s bonnet and a long apron, and Ms. Linney is transformed into the nobly suffering Elizabeth Proctor in Arthur Miller’s “Crucible.” Dress it up with pearls, a slash of red lipstick and Manolos, and she is a high-strung Upper East Side wife in the 2007 film “The Nanny Diaries.” Include a scarf, a camera bag and a crutch, and she becomes Sarah Goodwin, the recuperating war photographer in Donald Margulies’s new play “Time Stands Still,” opening on Broadway Thursday at the Manhattan Theater Club’s Samuel J. Friedman Theater.
Even Ms. Linney’s pale scrubbed face, with nearly invisible blond eyebrows and eyelashes, invites one to draw in expressions, as if she has paint-by-numbers features. That shape-shifting quality, along with a puritan’s work ethic, enables her to inhabit varied roles with the steadfastness of a rent-control tenant and has frequently brought rapturous reviews. Ben Brantley in The New York Times has called her “an actress of peerless emotional transparency, capable of conveying a multitude of conflicting feelings through minimal means.”
On screen she has more than held her own with megawatt actors like Jim Carrey, Liam Neeson and Sean Penn. Despite more than 30 films, 10 Broadway stints, 3 Oscar nominations and an Emmy- and Golden Globe-winning performance as Abigail Adams in HBO’s lavish 2008 mini-series “John Adams,” Ms. Linney, who turns 46 next month, has not managed to leap into the movie-star stratosphere that her talent, intelligence and looks would indicate. She remains a sort of Everywoman’s Meryl Streep.

ENRICO MAGRELLI
Film TV

Figlia di un’infermiera, Ann Leggett Perse, e di uno stimato commediografo, Romulus Linney, Laura è nel cinema da più di dieci anni, i film nei quali ha recitato hanno incassato, solo sul mercato americano, quasi 500 milioni di dollari, ma rimane una scoperta che si rinnova, uno dei volti “inediti”, un nome al quale non si abbina immediatamente, ancora per poco, un viso e un talento. Qualcuno, tra i più attenti, è orgoglioso di averla notata nel 1994 nella miniserie della Pbs Tales of the City altri hanno realizzato che una brava attrice si stava affacciando nel business in Congo o in Schegge di paura, a fianco di Richard Gere e Edward Norton, dopo le apparizioni in L’olio di Lorenzo e Sotto scacco i frequentatori di Broadway, dove ha esordito nel 1990, sapevano che una interprete di valore stava crescendo negli allestimenti di Sei ,gradi di separazione, Il gabbiano, Hedda Gabler. Potere assoluto di Eastwood, The Truman Show di Peter Weir in cui è Meryl la moglie di Truman-Carrey e il bel personaggio di Sammy, giovane donna con un bambino e un fratello sbalestrato in Conta su di me di Kenneth Lonergan, con la sua scia di nomination e premi, sono i tre film che ne hanno consolidato l’identità professionale. Titoli importanti a cui sono seguiti La casa del mirto, The Mothman Prophecies e The Life of David Gaie. Uno dei suoi migliori amici, l’autore Armistead Maupin, che ha scritto la scanzonata cronaca della San Francisco dell’era pre-Aids nella serie Tv, Tales of City, sostiene che Laura Linney condivide con Grace Kelly una caratteristica seducente: «È come la neve che nasconde e copre l’attività di un vulcano. È la classica ragazza della porta accanto che potrebbe trasformarsi, in ogni momento, in una donna passionale». Dopo un anno alla Northwest University si trasferisce alla Brown per studiare teatro e da lì passa alla nota Julliard School. Il palcoscenico (ha recentemente interpretato con Liam Neeson Il crogiolo di Arthur Miller) rimane il suo territorio d’elezione. «Mi sento molto più libera a teatro che davanti alla macchina da presa. Mi sembra di respirare in modo diverso. Quando passi dal teatro al cinema, le persone ti dicono che sei troppo “grande”, fisicamente. Così fai di tutto per diventare molto piccola. Parli a voce troppo alta, gridi e - lo sanno tutti - è sbagliato. Al cinema devi imparare a lasciar “scorrere” tutto, ad abbandonarti. L’obiettivo è di non essere troppo consapevoli di se stessi e di non essere nervosi», Rimane la prima, anche dopo tante stagioni, a stupirsi sinceramente della sua evoluzione hollywoodiana. «Mi considero, a quasi quaranta anni, una studentessa: devo ancora imparare. I film erano e sono qualcosa di non atteso, qualcosa a cui non ho aspirato. Non sono cresciuta volendo diventare un’attrice cinematografica. Ovviamente non mi dispiace esserlo diventata, ma pensavo, per esempio, di entrare nella compagnia dell’Actors Theatre di Louisville o da qualche altra parte e di vivere in una fattoria».

News

Un film piacevole con un cast di esperte che ci fa ridere e commuovere. Da giovedì 4 gennaio al cinema.
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